In prova il nuovo kit di memorie DDR4 Hyper X Predator.
Con l’avvento dei nuovi processori Skylake siamo finalmente entrati nell’era delle DDR4 per tutti. Il formato infatti, inizialmente disponibile soltanto su chipset X99, era destinato ad un utenza Enthusiast o Prosumer che aveva scelto per la propria configurazione i processori Haswell-E da 6 a 8 core. L’arrivo del chipset Z170 e dei nuovi processori Skylake ha sdoganato questa nuova tecnologia che ci accompagnerà per almeno i prossimi 5-6 anni e che ha dalla sua parte vantaggi innumerevoli: in primis i ridotti consumi che si accompagnano a temperature più basse di esercizio ed in idle con valori che in media sono di circa il 20% inferiori rispetto a soluzioni DDR3 comparabili (la DDR4 sfrutta inoltre la tecnologia Deep Power Down che permette al computer di andare in standby senza necessità di aggiornare le memorie, garantendo consumi ancora inferiori del 40/50%). Tutto ciò anche grazie ad una riduzione della tensione operativa, che passa da 1,5 a 1,35V o in alcuni casi anche a 1,2V mentre già si parla di moduli a 1,05V.
Altro vantaggio delle memorie DDR4 è l’aumento della frequenza base a 2133MHz, che nelle memorie DDR3 rappresentava un valore già altissimo, ma che con le nuove memorie è solo un punto di partenza, con kit che già ora possono arrivare sino a 4000MHz. Infine, l’aumento della densità dei moduli, che ora è di 128GB massimi per singolo modulo grazie a chip a 8 gigabit realizzati con un processo tra i 20 e i 30 nanometri, permetterà di realizzare configurazioni server con un enorme quantitativo di RAM, ma in ambito consumer (e principalmente gaming) si tradurrà probabilmente nella diffusione di sistemi a 16 o addirittura 32GB di RAM anche nella fascia di intermedia del mercato, con l’aumento conseguenziale delle richieste di ram da parte dei giochi e delle applicazioni più comuni. A tutto ciò fa da contraltare un generale aumento dei timings rispetto alle DDR3, con CL15 e CL16 come media della stragrande maggioranza dei kit ora in commercio.
Recentemente abbiamo avuto modo di provare a fondo il kit dual channel da 32GB (2×16) di memorie Predator di HyperX, la divisione Enthusiast di Kingston Techcnology. Queste memorie ad alta densità fanno parte della famiglia Predator, appellativo riservato ai prodotti più performanti della divisione HyperX e dedicati all’utenza più esigente. Si collocano pertanto al top di gamma del produttore, offrendo una frequenza standard molto alta di circa 3000MHz ma un timing piuttosto conservativo, CL16.
Il kit in prova
Il modulo testato dispone del seguente part number:
- HX430C16PBK2/32
- HX=HyperX
- 4=DDR4
- 30=3000MHz
- C16: Cas Latency
- PB=Predator Black
- K2/32=kit of 2 / 32GB
Le altre specifiche in dettaglio:
- Tensione: 1,35V
- Temperature di funzionamento: da 0°C a 85°C
- Temperature di stoccaggio: da -55°C a 100°C
- Dimensioni: 133,35mm x 55mm
{media load=media,id=10774,width=853,align=center,display=inline}
Design
Il design è davvero molto aggressivo, con un dissipatore interamente in alluminio nero satinato di due diversi colori più scuro per la grande X che domina il design, canna di fucile per il corpo del modulo, con finiture in argento per il logo. L’altezza del dissipatore, che aiuta a garantire temperature di esercizio più basse soprattutto in fase di overclock, è di 55mm ed è quindi sconsigliabile utilizzarle con dissipatori per CPU ad aria che occupano molto spazio sulla motherboard, come il Noctua DH15 o lo Scythe Fuma recensito qui. In quest’ultimo caso infatti, siamo stati costretti a montare più in alto la ventola del dissipatore della CPU per permettere l’alloggiamento delle memorie. In configurazioni come queste, però, il nostro consiglio è sempre quello di scegliere soluzioni a liquido AIO, in grado di offrire oramai prestazioni e affidabilità ad un prezzo più che accettabile.
Il kit include già due profili XMP2.0, che permettono di effettuare operazioni di overclock variando una sola impostazione nel UEFI/BIOS. I due profili programmati sono i seguenti:
- Profile#1 = 3000MHz 16-16-16-39 CR2 @1.35V
- Profile#2 = 2666MHz 15-15-15-36 CR1 @1.35V
Kingston utilizza un profilo timings piuttosto conservativo per il profilo #1 a 3000mhz, tuttavia questo ci ha permesso sin da subito di impostare tempi di latenza più bassi senza alcuno sforzo, ottenendo un piccolo vantaggio prestazionale come vedremo più avanti nell’ultima parte dedicata all’overclock.
Piattaforma di test
Per il benchmarking abbiamo utilizzato Aida64 Extreme Edition, software molto affidabile e in grado di fornire risultati immediatamente comprensibili e Passmark Performance Test, altro software molto comodo perchè in grado di fornire dati non altrimenti ricavabili e test differenziati.
Benchmark
Diamo inizio ai nostri benchmark con una serie di grafici ricavati dai test di Aida64 Extreme Edition e che mostrano le diverse performance in lettura, scrittura e copia con i diversi profili XMP2.0 già precaricati:
{vsig}tecno/hardware/HyperX/DDR4predator/Aida64Extreme{/vsig}
Passando a Passmark Performance Test abbiamo provveduto ad eseguire l’Advanced Memory Test in grado di analizzare alcuni fattori che influenzano la velocità di accesso alla memoria. Potete pensare alla memoria del computer come ad una lunga striscia continua. La striscia è composta da milioni, a volte miliardi di slot, ciascuno dei quali ha un valore di identificazione unico, chiamato “indirizzo” o address. Su una piattaforma Windows a 64-bit le dimensioni di ciascun slot è proprio 64-bit. Windows muove i dati su e giù da questa striscia quando richiesto. Per esempio, quando si fa partire un file .exe Windows copia il file dal disco alla memoria e poi fa partire l’eseguibile direttamente da quest’ultima. Uno dei principi generali su cui si basa la progettazione di RAM o processori è che, con un utilizzo normale, è più frequente che si acceda a blocchi di dati immagazzinati in slot vicini ed in sequenza. Questo principio è noto come localized access. I progettisti, perciò, realizzano l’hardware in modo che sia più veloce nell’accesso sequenziale. Le memorie sono costruite con questo principio, quindi dobbiamo attenderci un declino dei tempi di accesso alla memoria se si continua a richiedere indirizzi che sono lontani l’uno dall’altro.
Memory Speed Per Access Step Size
Il primo test effettuato accede alla memoria prima sequenzialmente, poi a intervalli di due blocchi, poi di quattro e così via, a volte accedendo due volte allo stesso blocco in modo da mantenere alla fine del test la stessa quantità di dati rispetto al primo passaggio sequenziale. In questo modo vengono registrate le perdite di prestazioni su di un grafico abbastanza facile da decifrare.
Memory Speed Per Block Size
Il secondo test invece è un po’ diverso, poiché misura i tempi di accesso in lettura e scrittura con blocchi di dati di diversa dimensione. Ovviamente, maggiore è la dimensione del blocco dati maggiore saranno i tempi di accesso. Di solito è possibile notare un calo nella velocità quando il blocco non entra più nella cache di primo livello poi in quella di secondo livello e ritorna alla memoria principale.
Overclocking
Infine, abbiamo provato a testare le prestazioni del nostro kit in overclock bypassando i profili XMP2.0 inclusi. L’overclock, lo diciamo subito, non è il punto forte di queste memorie, le cui prestazioni sembrano essere state già tirate al limite dal produttore e questo è sicuramente un bene per chi non intende smanettare più di tanto. Per coloro che invece vogliono spremere al massimo i propri prodotti tramite l’overclock, quindi, non è questo il prodotto giusto, anche considerando il fatto che il modulo ha un voltaggio di base leggermente superiore, 1,35V rispetto a quello di altri moduli di produttori concorrenti che si ferma a 1,2V. Nel nostro caso in particolare il modulo non è riuscito ad andare oltre i 3000MHz della frequenza nominale, fallendo nel boot a 3200MHz anche impostando un voltaggio a 1.50V. La causa è probabilmente da rintracciarsi nei moduli SK Hynix DDR4 utilizzati.
Altri brand riescono a fare di meglio, ma in sostanza, lo ripetiamo, il gioco non vale la candela nel rapporto prezzo/prestazioni, questo considerando anche il fatto che moduli “adatti ad un overclock estremo” costano decisamente più di questo kit. Pur non essendo riusciti ad aumentare le frequenze di clock, siamo riusciti comunque a migliorare, seppur di poco, i timings. Il profilo XMP2.0 utilizzato infatti prevedeva un timing CL16 16 16 16 2t , mentre agendo sull’apposita voce del UEFI/BIOS siamo riusciti a scendere fino a 15 15 15 2t. Nel grafico in basso, una volta effettuato l’overclock del processore sino a 4,5GHz (da un clock base di 3.3GHz) è possibile notare l’incremento prestazionale ottenuto utilizzando un timing CL15 anzichè CL16 con profilo XMP a 3000MHz. Provando a scendere ancora, il sistema non riusciva ad effettuare il boot.
Dulcis in fundo, abbiamo confrontato le HyperX Predator con un kit G.Skill Ripjaws 4 3000MHz CL15 (F4-3000C15Q-16GRR) per testare le differenze prestazionali tra questo kit in prova e quello di G.Skill, che è anche uno dei più comuni tra gli utilizzatori della piattaforma X99. Il paragone, più che come valore tecnico-scientifico, è servito a confermare le nostre conclusioni sulla validità delle RAM in prova e sulla bontà del prodotto Predator, che, come dicevamo, è destinato all’utenza che preferisce un prodotto out-of-the-box già in grado di sprigionare tutte le sue potenzialità.
Come questi benchmark si traducano in prestazioni migliori nelle applicazioni di tutti i giorni e soprattutto nei giochi è difficile dirlo. O meglio le differenze prestazionali a questi livelli sono avvertibili solo tramite benchmark specifici. Sicuramente però il miglioramento dei timings, che consigliamo a tutti, ha portato un aumento dei frame rate minimi nei giochi da noi provati, ed in particolare Rise of the Tomb Raider, con impostazioni molto alte, ha migliorato di almeno 2 fps le sue prestazioni medie, permettendoci di non scendere mai al di sotto dei 30 fps con la configurazione provata. Stesso discorso per DiRT, gioco che fa un uso più intenso delle RAM rispetto ad altri giochi e sul quale abbiamo notato incrementi negli FPS minimi intorno al 2%. Nessuna differenza invece su GTAV, per il quale ci aspettavamo invece incrementi significativi.
Commento finaleLe RAM DDR4 HyperX Predator 3000MHz, nel loro kit da 32GB (16×2), sono un prodotto perfetto per chi cerca affidabilità e prestazioni al top senza necessità di dover perdere molto tempo in noiose configurazioni e ottimizzazioni che, per la verità, poco apportano in termini di performance generali con i software più comuni e i videogames. Le prestazioni sono al vertice della categoria sia in lettura che in scrittura e non temono confronti con i prodotti della concorrenza anche senza il ricorso all’overclock a cui, peraltro, non sono particolarmente adatte a causa di un voltaggio già a 1,35V e ai margini ristrettissimi di aumento frequenza. Il prezzo del kit da 32GB, al momento in cui vi scriviamo, si aggira intorno ai 270 euro, un prezzo più che adeguato alla capacità e alle prestazioni di HyperX Predator. |
Pro | Contro |
---|---|
– Prestazioni al top già out-of-the-box
– Prezzo competitivo
– Alta densità
|
– Non adatte all’overcloking
– Dissipatore molto alto non adatto a tutte le configurazioni
|
Voto Globale: 90 |