Il reboot che stavamo aspettando.
Versione testata: PC.
Dal suo debutto nel 1994, la serie di Need for Speed ha subito moltissimi cambiamenti negli anni: da un normale simulatore di guida è passato ad una versione rally, per poi trasformarsi, nel 2003 con Underground, nel NFS che tutti conosciamo. Dopo il lancio di Carbon, ultimo capitolo a seguire le orme dell’adorata formula di gioco che ha raggiunto il suo apice con Most Wanted, la saga è andata scemando, allontanandosi sempre più dal collaudato stile “tuning-tamarro” per lasciare spazio ad approcci differenti. I giocatori, insomma, avevano a che fare con capitoli di Need for Speed rivisti, riproponendo ad esempio Hot Pursuit, in cui è possibile anche giocare nei panni dei poliziotti, o Shift, in cui si gareggia in circuiti legali e si abbandonano totalmente le corse clandestine.
Nel 2012, con il “remake” di Most Wanted, la serie sembrava voler ritornare sui suoi passi migliori che avevano reso celebre, circa 10 anni prima, il nome di Need for Speed. E fu così che, dopo Rivals, EA e Ghost Games decisero di realizzare un reboot della saga, riproponendo un gameplay che seguisse la scia del titolo di punta del 2005 soprattutto nella personalizzazione delle vetture. Nel Novembre del 2015 debutta ufficialmente il nuovo Need for Speed su PS4 e XBOX One, mentre la versione PC venne rinviata proprio a Marzo 2016 per poterla sviluppare al meglio. Ebbene, ora abbiamo tra le mani proprio quest’ultima versione e vogliamo vedere se effettivamente il ritardo sulla tabella di marcia è giustificato. In ogni caso, recensiremo il titolo da zero così da darvi una visione a tutto campo del nuovo arrivato.
Farsi un nome a Ventura Bay
Il nuovo Need for Speed propone la tipica trama di ogni videogioco o film del genere, ovvero dimostrare quanto si è abili alla guida per farsi una reputazione sempre migliore. In questo caso, non c’è alcuna blacklist come in Most Wanted, ma semplicemente faremo la conoscenza di diversi amici che, avendo notato le nostre doti al volante sfuggendo da un inseguimento della polizia, hanno deciso di vedere ciò che sappiamo fare veramente. Gli stessi ragazzi, inoltre, vogliono fare colpo su cinque famose figure del mondo delle corse, ovvero Ken Block, Magnus Walker, Akira Nakai, Risky Devil e Shinichi Morohoshi. L’intera “storia”, quindi, si srotola attraverso delle “missioni” per diversi personaggi, che non sono altro che gare di diversa tipologia che ricompensano con maggiore esperienza e denaro e ci permettono di proseguire nell’obiettivo della combriccola.
Ciò che ci è parso molto interessante è il modo in cui Ghost Games abbia voluto dare una connotazione cinematografica al gioco: lo sviluppatore ha migliorato la tecnica collaudata con Most Wanted (quello del 2005) e ha girato tutte le cutscenes con persone in carne ed ossa e ambientazioni reali. Abbiamo apprezzato, inoltre, come la nostra auto, nelle scene di intermezzo, sia l’unica ad essere renderizzata dal motore grafico, così sontuoso da renderla quasi parte integrante delle riprese originali.
In quanto a longevità, per terminare tutti gli eventi sono richieste circa 10-15 ore di gioco, sebbene raccogliere tutti i collezionabili, potenziare al massimo le auto o semplicemente gareggiare con qualche altro giocatore ve ne porterà via altre.
Un gameplay molto “essenziale”
Come accennato prima, sono presenti cinque famose icone in Need for Speed che corrispondono a cinque diversi stili di guida: Speed, Outlaw, Crew, Tuning e Style. Il gioco tiene traccia del nostro modo di guidare, sia nelle gare che girando per la città, tracciando un quadro generale disponibile nelle statistiche che mostra a quale pilota somigliamo maggiormente. Questi stili, ovviamente, fungono anche da obiettivi nelle diverse tipologie di competizioni presenti: in uno Sprint, ad esempio, avrà la meglio il fattore Speed, mentre nel Drift avrà più importanza il fattore Style. Purtroppo, la varietà è scarsa e praticamente tutte le corse si basano sulle derapate o su semplici gare, con lievi modifiche in entrambe le modalità.
Tornando al mondo delle corse clandestine, non poteva mancare la polizia: vagando ad alta velocità per la strada e durante le corse, non è difficile incappare in qualche volante che partirà immediatamente al nostro inseguimento per tentare di arrestarci. Più si resiste all’inseguimento e si guida in modo aggressivo, più la nostra multa salirà e dovremo rigorosamente fuggire se non vogliamo sborsare parecchi soldi, soprattutto nelle fasi iniziali del gioco quando le ricompense non sono particolarmente eccezionali. Dobbiamo ammettere che i poliziotti sanno come dare filo da torcere, in quanto per seminarli non basta accelerare (almeno, non con le auto meno potenti), ma occorre saper mettere in pratica diverse strategie evasive. Se usciamo dal loro raggio visivo, ad esempio, è possibile fermarsi in un vicolo e spegnere motore e luci per dare meno nell’occhio, tentando così la fuga. C’è anche da dire, però, che non siamo ai livelli degli inseguimenti del Most Wanted del 2005: scordatevi gli adorati spezza-inseguimento o i posti di blocco sparsi ovunque da sfondare nel punto giusto per evitare di essere catturati. In Need for Speed, insomma, questi elementi sono solamente “abbozzati” e non elaborati come il titolo sopra citato.
Se la polizia non molla facilmente la presa, non possiamo dire lo stesso degli avversari in gara: il gioco dispone ancora dell’effetto elastico, ovvero le auto sono come “legate” fra loro e non si allontanano troppo l’una dall’altra. Anche se andassimo fuori strada o facessimo un frontale con un altro veicolo, molto spesso saremo in grado di recuperare gli avversari senza troppa fatica poiché rallenteranno; lo stesso vale quando ci troviamo in prossimità del traguardo, dove pare che tutti vengano improvvisamente assaliti da una contrattura dei nervi e tolgano il piede dal pedale dell’acceleratore. In questo modo, l’I.A. risulta troppo permissiva e potrebbe non andare giù a chi, invece, cerca sfide più ardue.
Per quanto concerne la mappa di gioco, purtroppo dobbiamo dire che è uno dei punti deboli della produzione, in quanto abbastanza piccola e poco varia nell’ambientazione. La quantità delle strade, inoltre, è decisamente bassa, mentre negli altri capitoli erano presenti molti vicoli, scorciatoie e vie nascoste che rendevano anche gli inseguimenti molto più dinamici.
Ciò che probabilmente contribuisce a renderla un po’ più viva è il fatto che Need for Speed, di base, sia un titolo always online grazie al sistema AllDrive sviluppato da Ghost Games. Questo significa che Ventura Bay sarà “popolata” da altri giocatori impegnati nelle loro faccende e che potremo incrociare sia girovagando per la città sia durante le gare. Questo sistema funge quindi
da modalità multigiocatore, grazie al quale possiamo anche sfidare gli altri utenti o invitare amici per farci un giretto o qualche corsa in compagnia.
Tamarro come ai vecchi tempi
Il punto forte di questo reboot di Need for Speed è senza dubbio personalizzazione delle auto: prendete sempre come riferimento Most Wanted (quello del 2005, sì) e migliorate sensibilmente il tutto. Il risultato è parco vetture di circa 50 modelli di auto totalmente personalizzabili sia esteticamente sia in termini di componenti del motore. Grazie all’editor di wrap, è possibile creare delle livree selezionando fra centinaia di adesivi, strisce, loghi di marchi realmente esistenti e chi più ne ha più ne metta per dare il look desiderato ai propri bolidi.
Oltre a modificare l’estetica, è anche possibile personalizzare l’aspetto della carrozzeria dei veicoli in ogni minimo particolare, passando dal semplice cofano e dallo spoiler fino agli specchietti, ai fanali e ai dischi dei freni. E come se non bastasse, possiamo anche mettere mano al motore incrementando le prestazioni tramite l’acquisto di nuovi collettori, scarichi, differenziali e altri componenti che non faranno altro che migliorare le nostre auto. Se poi c’è uno spirito da meccanico dentro di noi, è possibile anche impostare manualmente diverse opzioni di maneggevolezza (pressione pneumatici, forza dei freni…) per realizzare un assetto preciso e più appropriato al nostro stile di guida.
Spendendo due parole sul parco auto, sono presenti sia auto “d’epoca” come il Golf GTI del ’76 sia auto recentissime come il BMW M2 Coupé del 2016, soddisfando così i gusti di tutti i fan. Ovviamente, non possono mancare bolidi come il Lamborghini Huracán LP 610-4, ma ciò che abbiamo apprezzato e che mancava da tempo nella serie di Need for Speed è la presenza della Ferrari come marca, sebbene ci siano solo due modelli.
Requisiti di sistemaRequisiti minimi: Processore: Intel Core i3-4130 o equivalente con 4 core Memoria RAM: 6GB Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 750 Ti 2GB | AMD Radeon HD 7850 2GB o equivalente Hard disk: 30GB Sistema operativo: Windows 7 64 bit o superiore Requisiti consigliati: Processore: Intel Core i5-4690 o equivalente con 4 core Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 970 4GB | AMD Radeon R9 290 4GB o equivalente Memoria RAM: 8GB Hard disk: 30GB Sistema operativo: Windows 7 64 bit o superiore Configurazioni di prova: 1) Processore: AMD FX-8350 Memoria RAM: 8GB Scheda video: AMD Radeon R9 380 4GB Sistema: Windows 10 64 bit |
Un comparto tecnico di alto livello
Come tutti abbiamo già potuto constatare, il Frostbite ha già mostrato gli artigli nelle versioni PS4 e XBOX One del gioco, regalando un comparto grafico di ottima fattura in particolar modo per quanto riguarda le auto, che sono state realizzate con una cura quasi maniacale dei dettagli. Sebbene la versione PC non si discosti moltissimo da quanto visto su console (anche se offre una qualità migliore oltre al supporto al 4K), dobbiamo ammettere che il rinvio è giustificato: l’ottimizzazione, almeno basandoci sulla nostra esperienza, è perfetta, e con la configurazione riportata sopra abbiamo sempre giocato a 60 fps fissi con qualsiasi impostazione settata su Ultra e antialiasing al massimo. In rarissime occasioni siamo scesi sotto i 60 fps, ma per un lasso di tempo veramente breve e assolutamente innocuo.
Il comparto audio è anch’esso molto ben realizzato, con rumori ben differenziati fra le varie auto e, soprattutto, con il ritorno di alcuni brani musicali in puro stile NFS e tamarro. Ottimo anche il doppiaggio in italiano, che risulta essere perfettamente in linea con la recitazione nelle cutscenes.
Commento finaleNeed for Speed è un reboot più che buono per tutti i fan della serie, in quanto torna ai tempi d’oro dell’era di Most Wanted. Purtroppo, la pecca che pervade il titolo risiede nel fatto che il gameplay risulti “castrato” rispetto ai capitoli più apprezzati della saga, sicuramente una scelta poco saggia considerando che si poteva fare di meglio. Ciò che permette alla produzione di riconquistare punti, però, è sicuramente la personalizzazione delle auto, decisamente vasta e accurata e grazie alla quale tutti possono dare libero sfogo alla propria fantasia. Il comparto tecnico è di alto livello e la versione PC, in particolare, gode di un’ottimizzazione perfetta, poiché offre comunque un impatto visivo ottimo anche con hardware meno recenti. |
Pro | Contro |
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– Degno di portare il nome di Need for Speed
– Comparto tecnico ottimo
– Tantissime opzioni di personalizzazione
– Connotazione molto cinematografica grazie alle scene di intermezzo
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– Mappa piccola
– Scarsa varietà nelle gare
– I.A. troppo permissiva
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Voto Globale: 85 |