In fondo al mar, in fondo al mar…
Versione testata PC.
L’ultima fatica della Insomniac Games è un gioco molto differente da tutti i precedenti titoli da essa sviluppati. La Insomniac infatti, nel corso della propria pluridecennale storia, ha sempre amato la sperimentazione, cimentandosi con generi ed IP spesso molto diverse fra loro, dai platform degli esordi come Spyro e Ratchet & Clank, ad FPS e TPS come Resistance, Fuse e Sunset Overdrive passando attraverso persino attraverso giochi per la realtà virtuale come Edge of Nowhere, The Unspoken e Feral Rites. A questa lunga lista di titoli si aggiunge il loro prossimo progetto, un gioco di Spider-Man in esclusiva PS4 di cui non si sa ancora molto, che rappresenta il loro primo ingresso nel territorio dei giochi superhero open-world.
Il gioco che vado a recensire oggi, tuttavia, non fa parte di nessuno di questi generi videoludici. Song of the Deep è un metroidvania subacqueo, se così lo si può definire, cioè un side-scroller in 2D ambientato nelle profondità marine, con un gameplay che ricorda quello di Metroid e Castlevania. Questo gioco è una prima assoluta per Insomniac in questo genere, ma è una prima assoluta anche per un altro motivo: è il primo gioco ad essere pubblicato da GameTrust, la divisione publishing di GameStop.
La domanda ora è: sarà riuscita Insomniac a sviluppare un ottimo titolo pur essendo questo il primo gioco di questo genere da essa sviluppato? Se volete scoprirlo, continuate a leggere.
Mio padre mi cantava le sue avventure
È difficile non fare spoiler e chiarire la trama di questo gioco, considerando che man mano che si va avanti si scoprono sempre più dettagli sulle profondità marine e sulle creature che le popolano. Comunque, molto in breve: Merryn è una bambina di 12 anni, figlia di un pescatore, a cui vuole molto bene. Il padre va a pesca ogni giorno per poter sfamare la propria famiglia, e ritorna a tarda notte. La figlia lo attende su una scogliera con una candela in mano per guidarlo a casa sano e salvo, dopodichè cenano insieme, anche se le condizioni della loro casa non sono affatto buone e non sempre hanno qualcosa da mangiare a cena. Nonostante questo, Merryn è una bambina felice.
Dopo la cena, il padre le canta storie delle proprie avventure, ascoltando le quali Merryn si addormenta e sogna i misteri delle profondità marine, pur ritenendo queste storie pura invenzione. Una notte, il padre di Merryn non fa ritorno, e la figlia lo aspetta fino alla notte successiva, quando cade vinta dal sonno. In questo sonno tormentato, Merryn ha una visione del padre, intrappolato in fondo al mare, che la implora di salvarlo. Dopo questa visione, la bambina decide di costruire un piccolo sottomarino dai rottami che il padre aveva pescato accidentalmente nel corso delle proprie uscite in mare, e andare a esplorare gli abissi per salvare il padre. Durante il proprio viaggio incontrerà varie creature e affronterà numerosi pericoli, scoprendo cosa sia successo a suo padre e al resto delle creature del mare.
La storia è decisamente uno dei punti di forza del gioco: la narrazione di Siobhàn Hewlett (il gioco è solamente in lingua inglese con sottotitoli e menu in italiano) riesce a immergere il giocatore nella storia e fa sì che questo si senta come Merryn, a cui il padre racconta storie. La narratrice interviene spesso con osservazioni e spiegazioni riguardo alle meccaniche di gioco che non interrompono mai l’immersione ma la accrescono, come ad esempio la spiegazione dei checkpoint, resi come sorgenti di un’energia mistica del mare chiamata “tyne”. Insomma, la storia stessa rende molto facile immedesimarsi in Merryn e nella sua avventura, e riesce anche a far sì che il giocatore si affezioni a Merryn molto facilmente.
Attenzione, controlli bagnati
Il gameplay è estremamente semplice e comprensibile per qualunque giocatore di qualunque età: il mouse controlla la direzione degli spostamenti, mentre il pulsante “W” controlla l’accelerazione del sottomarino. I pulsanti “A” e “D” controllano altre funzioni che il giocatore sblocca nel corso della storia attraverso vari potenziamenti. Il pulsante sinistro del mouse controlla la chela magnetica del sottomarino, il mezzo di interazione con l’ambiente esterno privilegiato, attraverso il quale vengono compiute quasi tutte le azioni e parte del combattimento. Il sottomarino, come scritto poco sopra, può essere potenziato in vari modi: la quantità di salute e di energia tyne sono potenziate attraverso degli oggetti rintracciabili in tutta la vasta mappa, sotto forma di pezzi di scafo e contenitori di energia, mentre le armi, la chela e varie altre funzioni del sottomarino vengono potenziate acquistando miglioramenti dai negozi-paguro che si trovano sparsi per la mappa. La valuta del mondo di Song of the Deep comprende trofei a forma di pesce, perle, casse del tesoro, monete di vari materiali preziosi e così via, tutto ottenibile sconfiggendo nemici o avventurandosi nelle numerose aree segrete e secondarie della mappa.
Il fatto che il gameplay sia semplice e comprensibile, però, non lo rende affatto meno difficile in varie situazioni. In combattimento, la salute e l’energia di base, se non ci si cura di raccogliere i miglioramenti per esse, rendono le lotte un’estenuante fuga continua con qualche tentativo di colpire i nemici nei pochi momenti di pausa. Personalmente, raccogliendo solo qualcuno di questi potenziamenti (non molti, avendo completato il gioco con quasi 2 barre di vita e 2 di energia su 4 e 4), ho avuto difficoltà in vari combattimenti. Queste difficoltà si sono moltiplicate verso la fine del gioco, cosa che ha reso i combattimenti e anche alcune sezioni puzzle estremamente frustranti in vari casi. Questo, comunque, è un problema al quale si può facilmente ovviare raccogliendo più potenziamenti e non completando la storia come prima cosa, quindi non lo reputo esattamente un errore di design quanto una scelta opinabile ma che comunque non pregiudica la giocabilità.
Lo stesso, purtroppo, non si può dire per la “scivolosità” dei controlli. Spesso e volentieri, alla difficoltà delle sezioni puzzle e fuga si è aggiunta la difficoltà del controllo del sottomarino, che risulta ingovernabile alle alte velocità, e fastidiosamente sfuggente a velocità normale. Più di una volta mi è capitato di essere colpito da un attacco nemico o da un raggio laser a causa di una manovra male interpretata dal sistema dei controlli, per non parlare della difficoltà di portare a termine alcune sezioni a causa del trasporto di un oggetto pesante, cosa che rende il sottomarino un disastro da controllare – il contrappeso rende il sottomarino suscettibile alla gravità e in generale ai movimenti del carico una volta fermatosi il sottomarino stesso.
Tutto ciò si sarebbe potuto evitare con l’inserimento di un pulsante di freno, che avrebbe dato una propulsione opposta al movimento del sottomarino facendolo fermare senza problemi. Suppongo che la Insomniac abbia voluto evitare questa soluzione in quanto non sarebbe stato molto realistico inserire un freno su un sottomarino, ma la scelta fatta ha danneggiato la giocabilità in generale.
In sintesi, il gameplay sare
bbe normale e facile, ma i controlli “scivolosi” ne aumentano inutilmente la difficoltà.
Le bellezze dell’abisso
L’open world di Song of the Deep è vasto e ricco di premi per coloro che decidono di esplorarlo tutto. Il mondo di gioco è diviso in 11 zone, alcune delle quali raggiungibili per mezzo di vortici che trasportano il giocatore da una zona all’altra fra quelle già scoperte (il classico viaggio rapido presente in molti giochi open world). L’unico problema di questi vortici è che ve ne sono solo 6, e non sempre sono posti vicino all’obiettivo da raggiungere, cosa che può rendere l’attraversamento di varie zone del mondo di gioco un po’ noioso, specialmente quando ci si ritrova ad affrontare vari nemici in zone già “ripulite”, per così dire.
Sono presenti numerosi incentivi ad esplorare il gioco, come menzionato poco sopra. Ad esempio, vari potenziamenti, miglioramenti ed espansioni per le capacità del sottomarino sono rintracciabili solamente esplorando il mondo di gioco e mettendosi alla prova in varie aree segrete ricche di ostacoli e nemici da superare e che quindi offrono un grado di sfida maggiore per coloro che lo desiderino. Il gioco spinge spesso e volentieri il giocatore a ripercorrere aree già superate in precedenza dopo aver ottenuto nuovi gadget e/o armi, e questo ne aumenta la longevità non poco, anche se potrebbe risultare a lungo andare un esasperante grind per i giocatori che vogliono completare il gioco al 100%.
Il mondo di gioco, dal punto di vista artistico e creativo, è estremamente ben curato e variegato, e presenta nemici e boss molto differenti fra loro, anche se in particolare per due tipi di nemici ci si riesca ad accorgere come livelli superiori dello stesso nemico siano semplicemente colorati in maniera differente e abbiano attacchi marginalmente diversi. La veste grafica in 2D fa di questo mondo quasi un’illustrazione in un libro di fiabe, e del resto la narrazione del gioco stessa è portata avanti per mezzo di illustrazioni in un libro, senza alcun tipo di intermezzi tradizionali in-game.
L’intera direzione artistica del gioco lo rende quindi un gioco estremamente adatto a un pubblico più giovane, considerando anche che l’intento dichiarato del CCO di Insomniac Brian Hastings, direttore del progetto, era quello di creare un gioco la cui protagonista fosse una ragazza che avesse delle qualità che la sua stessa figlia Fiona volesse imitare (aggiungerei anche che la figlia di Hastings è colei che ha dato l’idea al padre per la creazione del gioco). Da questo punto di vista si può dire con certezza che Hastings è riuscito nel proprio intento, considerando che le caratteristiche più evidenti di Merryn sono coraggio e intelligenza, da lei utilizzate per affrontare gli ostacoli che le si parano davanti nel corso del proprio viaggio.
Il suono del mare
Un’ultima osservazione si può fare riguardo la parte sonora del gioco: sia i rumori delle creature marine, delle armi e del sottomarino di Merryn, sia la colonna sonora del gioco sono estremamente ben fatti e curati. In particolare, la colonna sonora di Jonathan Wandag riesce a trasportare i giocatori all’interno delle profondità marine con dei suoni che richiamano quasi “La Sirenetta”, adattandosi a seconda dell’area in cui il giocatore si trova.
Ad esempio, se ci si trova nella “Prateria delle alghe lucenti”, la prima zona del gioco e anche quella più vicina al mare, la musica è misteriosa e al contempo estatica, dando una perfetta impressione dell’esperienza di una bambina che per la prima volta si trovi sott’acqua e vicino alle barriere coralline; se ci si trova invece nelle “Cripte”, una delle zone più abissali e buie della mappa, abitata da creature spaventose, la colonna sonora passerà a un tono più cupo e incalzante. Insomma, l’estrema cura riposta da Insomniac nelle proprie opere si nota anche nelle musiche, che catturano perfettamente l’atmosfera del gioco.
Requisiti di sistemaRequisiti minimi: Processore: 4 CPU, >=2.0 Ghz Memoria: 2 GB di RAM Scheda video: 1 GB VRAM o superiore Hard disk: 3 GB di spazio disponibile Sistema operativo: Windows XP a 32-bit o superiore Requisiti consigliati: Processore: 4 CPU, >=2.0 Ghz Memoria: 4 GB di RAM Scheda video: 1 GB VRAM o superiore Hard disk: 3 GB di spazio disponibile Sistema operativo: Windows 7 a 64-bit o superiore Configurazioni di prova: 1) Processore: AMD A10-7700K Memoria: 8 GB di RAM Scheda Video: ATI AMD Radeon R7 Graphics Sistema: Windows 10 a 64-bit |
Commento finaleSong of the Deep è un titolo divertente e interessante, che pur deviando da tutte le precedenti esperienze regalateci da Insomniac risulta essere un lavoro di qualità. Le poche imperfezioni che lo macchiano (principalmente i comandi e la difficoltà) nulla tolgono alla capacità di divertire per molte ore, grazie alla storia e alla narrazione, all’open world vasto e variegato, alla caratterizzazione dell’eroina, alla presenza di numerosi collezionabili e alla cura del reparto sonoro e artistico del gioco. Forse potrebbe risultare un po’ breve per chi, abituato ai precedenti titoli Insomniac, si aspetta un gioco con una longevità di 30 e più ore, ma rimane un prodotto ottimo. In particolare, se avete bambini e volete “iniziarli” al gioco con una storia leggera e un gameplay divertente, è un’ottima scelta, ma risulta una bella esperienza anche se si gioca ad un’età maggiore. Insomma, si può tranquillamente definire un gioco per tutte le età. |
Pro | Contro |
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– Storia appassionante e divertente
– Ottima colonna sonora
– Open world vasto e variegato
– Numerosi oggetti collezionabili
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– Controlli “scivolosi”
– Difficoltà non sempre ben bilanciata
– Potrebbe risultare breve per alcuni giocatori
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Voto Globale: 80 |