Alla conquista del titolo iridato
Versione testata PlayStation 4.
Codemasters, dopo il tanto chiacchierato debutto di F1 2015 su “next gen” avvenuto esattamente 13 mesi fa, fra critiche, delusioni e aspettative infrante soprattutto in merito alla mancanza di vari contenuti (la modalità Carriera su tutti), sembra aver metabolizzato al meglio i feedback negativi ricevuti dall’utenza, ritornando con il nuovo capitolo del racing game con uno spirito e un approccio diametralmente diverso rispetto al passato.
Ora la software house britannica non può più sbagliare, dopo ben 6 anni dal debutto, con qualche buona idea e qualche decisione discutibile, è chiamata alla cosiddetta prova del 9. Le novità in F1 2016 ci sono e si vedono e sicuramente rappresentano la naturale evoluzione di questi “duri” anni di sviluppo. Sarà riuscita Codemasters ad offrire un prodotto all’altezza delle aspettative, raggiungendo quindi la maturità, oppure sarà un ennesimo buco nell’acqua?
Scopritelo con noi, nella nostra recensione di F1 2016.
Una carriera da Pilota
F1 2016 simula la stagione 2016 in corso, che al momento vede Lewis Hamilton al comando della classifica piloti con 9 punti di vantaggio sul compagno di scuderia Nico Rosberg, con l’aggiunta del tracciato dell’Azerbaijan di Baku, l’introduzione di Hockenheim che va a sostituire il Nurburgring per il Gran Premio in Germania, aggiungendo inoltre al parco macchine la nuova scuderia Haas, rappresentata dai piloti Romain Grosjean ed Esteban Gutiérrez e aggiornando i piloti ai movimenti di mercato dello scorso inverno, seppur scarsi (ricordiamo che Max Verstappen ha preso il posto di Daniil Kvyat alla Red Bull soltanto a campionato in corso).
Sostanzialmente, rispetto al predecessore, dal punto di vista meramente tecnico, cambia pochissimo, gran parte delle texture sono state praticamente “riciclate” e reinserite in F1 2016, con qualche aggiunta di poco conto e qualche comando in più, soprattutto per quanto riguarda le comunicazioni Radio e la gestione a schermo della propria vettura. Ma il vero punto di forza di questo capitolo, è rappresentato dalle modalità che Codemasters ha deciso di inserire per rendere l’esperienza di gioco più realistica e immersiva possibile.
Infatti dal menu principale è possibile scegliere in quale modalità cimentarsi, dalla gara veloce, per una scappata e via, al campionato mondiale nei panni di uno dei vostri beniamini, settando a proprio piacimento il livello di difficoltà, la presenza o meno di aiuti alla guida, l’intervento della Safety Car in caso di incidente, il Warm Up per preparare la macchina e le gomme prima della partenza, passando poi per le classiche prove a tempo (eventualmente scaricando il rivale “ghost”) su una delle 21 piste disponibili.
La chicca di questa nuova edizione di Formula 1 è rappresentata dal ritorno della tanto amata e apprezzata modalità carriera, la quale, come ormai saputo e risaputo dagli appassionati del genere, era stata praticamente tagliata in tronco da F1 2015, causando feroci critiche e soprattutto una forte delusione che per giunta ha portato ad una netta riduzione circa la longevità del titolo stesso, che non prevedendo sostanziali cambiamenti, stagione dopo stagione, portava il videogiocatore ad accantonarlo dopo un singolo campionato disputato.
Ora invece la musica è cambiata, la modalità carriera permette, attraverso il proprio alter ego virtuale, di simulare ben dieci stagioni di fila, fra evoluzioni tecniche ed eventuali cambi di scuderia legati alle prestazioni in gara. Sostanzialmente, tale modalità, è giocabile in due distinti modi ovvero: quello completamente personalizzabile, in termini di livello di difficoltà (dal molto semplice al livello professionista), agli aiuti al pilota (dal controllo di trazione disattivato, medio o completo, alla frenata assistita o meno, al cambio manuale e ad altri parametri personalizzabili a proprio piacimento), passando poi alla progressione del week-end di gara, nel quale è possibile decidere se disputare o meno il 100% dei giri e di decidere inoltre su come e soprattutto per quanto tempo svolgere le prove libere e le qualifiche.
In alternativa, c’è la Modalità Elite, molto impegnativa, in cui bisognerà essere dei veri pro per raggiungere i risultati migliori, nella quale sarà necessario svolgere tutte le stagioni, con gli aiuti disattivati e percorrendo il 100% dei giri presenti in ogni singolo Gran Premio. Sicuramente non sarà affatto semplice, ma la possibilità di scegliere fra due distinti possibili approcci, rappresenta sicuramente una cosa gradita.
Fatto sta che a seconda di cosa si decida di fare, il gioco si adatterà perfettamente alle proprie esigenze di guida (sicuramente il consiglio che possiamo darvi, qualora decidiate di rimuovere qualsiasi aiuto alla guida, è quello di acquistare un buon volante, in quanto il joypad non sarà più adatto all’esperienza). Comunque in entrambe le modalità carriera disponibili, sarà necessario selezionare il proprio avatar (purtroppo selezionare e non creare) fra quelli disponibili, inserendo il proprio nome e cognome, casco e relativa livrea personalizzabile almeno nei colori, nazionalità e in quale squadra esordire; per la felicità di chi in passato era costretto a fare una noiosa gavetta per poi arrivare ad uno dei top team, stavolta nessuna limitazione è stata posta nella scelta della scuderia.
La selezione della scuderia sarà però cruciale in quanto qualora andaste a selezionare i team più importanti quali Mercedes AMG Petronas, Ferrari, Red Bull e Williams, sarete chiamati a vincere il campionato sin da subito, mentre se invece, siete alla ricerca di un approccio più “soft” potrete quindi scegliere team minori, quali: Force India, Toro Rosso e perché no Haas o Sauber per avere come target di riferimento più anni per raggiungere il titolo iridato, che passerà necessariamente attraverso sviluppi e chiacchierate con gli ingegneri per migliorare la propria monoposto.
L‘hub di gestione della modalità carriera è costituito dal classico paddock, dove, saranno a disposizione diversi strumenti quali: il proprio smartphone, che ci permetterà di conoscere gli obiettivi che la scuderia si è prefissata per un determinato week-end di gara, il laptop che invece servirà per gestire la sezione Ricerca e Sviluppo e tener d’occhio anche la propria progressione come pilota e i risultati raggiunti, colloqui diretti con ingegneri e il Manager Sportivo, che ci daranno una grossa mano per il prosieguo della carriera.
Alla base del tutto c’è la sezione R&S, ben implementat
a e caratterizzata da tutta una serie di sezioni nelle quali potremo spendere i punti risorse guadagnati per sviluppare la Power Unit (potenza motore – sistema di iniezione), efficienza carburante, peso telaio, la deportanza e infine la resistenza aerodinamica della macchina. Per farlo ci sono due modi possibili da perseguire: portare a termine i programmi di sviluppo durante le prove libere (che vanno dal gestire al meglio le mescole, al toccare i punti di corda durante un giro lanciato fino ad arrivare a mantenere il ritmo da qualifica) oppure ottenere, a seconda degli obiettivi stabiliti dal team, piazzamenti minimi in qualifica e naturalmente in gara.
Sebbene non rappresenti il veritiero sviluppo di una macchina da F1, il che comunque dipende da quante risorse (non soltanto economiche) siano a disposizione del team, aggiunge quel qualcosa in più (in una sorta di evoluzione GDR, seppur minima) che nel passato era stata soltanto abbozzata e nulla più. Inoltre, sempre nell’ottica di progressione carriera, l’agente ci ricorderà con precisione gli obiettivi che il team fisserà di volta in volta per noi, come una posizione minima sulla griglia di partenza o un piazzamento davanti al proprio compagno di squadra.
Ed è qui che subentra la rivalità con altri piloti, innanzitutto con il proprio compagno di scuderia, il che rappresenta un fattore fondamentale per la crescita del nostro pilota, andando di conseguenza ad influenzare il piazzamento nel mercato dello stesso. In definitiva, la modalità Carriera appare ben strutturata, variegata, divertente e impegnativa quanto basta e da sola, rappresenta un’aggiunta che fa si che F1 2016 sia un bel passo avanti rispetto allo scorso capitolo.
Attenzione alle false partenze
Le novità introdotte, non si limitano alle modalità, ma anche dal punto di vista degli elementi di gara, il gameplay è stato arricchito ulteriormente; in primis, la partenza è stata completamente rivista (anche in riferimento alle nuove regole presenti nel circus), in quanto ora il gioco permetterà di simulare lo stacco frizione, ovvero prima marcia già inserita (tenendo premuto il tasto x) e piede sul gas (ricordando di lasciare il tasto x), il che comporterà, qualora si parta anticipatamente, una bella penalità da scontare ai box o nel caso in cui la marcia non dovesse essere inserita di vedersi sfilare dalle altre vetture. Tale sistema, rappresenta un bel passo in avanti rispetto al passato, in quanto le partenze erano piuttosto standardizzate e risultava praticamente impossibile sbagliarle.
Altra aggiunta, a patto di selezionare l’entrata manuale nella corsia dei box, è stata l’introduzione del drive-trough quando la velocità di ingresso nella pitlane è troppo elevata. Inoltre, per gli amanti della “perfezione”, c’è stato il grande ritorno della Safety Car e l’aggiunta della Virtual Safety Car, che sebbene non funzioni proprio al meglio, rappresenta sicuramente una bella aggiunta (o meglio un ritorno al passato), che rende ancora più reale l’atmosfera e l’esperienza in pista.
Rivisto il sistema delle strategie, che non si limitano soltanto all’undercut (anticipando esclusivamente la sosta per avvantaggiarsi in pista per l’ottenimento della posizione o per consolidare il proprio vantaggio sugli avversari) ma, il tutto si fa ancora più interessante in quanto sarà necessario, prima di ogni gara, scegliere tra tre diverse strategie, aggressiva, equilibrata e conservativa, in relazione ai treni di gomme disponibili. L’aggiunta quindi è veramente importante, in quanto fa si che ci sia quel pizzico di imprevedibilità in più, soprattutto se si va a disputare il 100% dei giri possibili, eliminando quel sistema di obblighi e di situazioni scontate viste in passato.
Discorso diverso invece, per quanto riguarda il sistema dei danni, il quale purtroppo risulta essere ancora ben lontano dalla realtà, soprattutto perché il buon Bernie Ecclestone non autorizza Codemasters a ricreare i danni in maniera del tutto veritiera; il tutto si limita a qualche piccolo danno sulle pance laterali, alla classica rottura dell’alettone anteriore, che inficerà negativamente sulle prestazioni complessive della monoposto costringendoci ad una sosta forza ai box, qualche sospensione danneggiata ma nella maggior parte dei casi senza alcun distacco dello pneumatico.
Sebbene complessivamente il sistema funzioni, c’è da dire che risulta essere ancora un po’ “vecchio” ma questo non dipende dalla software house britannica ma come detto da questioni legate alla FOM, che cerca di evitare che nel gioco possano esserci danni rilevanti e di conseguenza incidenti drammatici che possano mettere in discussione la sicurezza delle monoposto. Indubbiamente rappresenta un bel limite alle potenzialità di un titolo del genere, ma purtroppo i ragazzi della software house britannica, per quanto abbiano migliorato il tutto, non possono farci granché.
Codemasters può quindi essere soltanto elogiata per il semplice fatto di aver ascoltato le richieste degli appassionati, aggiungendo modalità e apportando migliorie qua e la, che sicuramente non stravolgono l’esperienza di gioco complessiva e che a conti fatti rappresentano il giusto mix fra passato e presente. Anche il modello di guida è rimasto pressoché invariato, non che sia un male, anzi ma forse si poteva osare un tantino in più, soprattutto per quanto riguarda eventuali errori nel dosare l’accelerazione all’uscita da una curva o sul bagnato, che dovrebbero rappresentare situazioni in cui la propria monoposto può andare in testacoda e che invece accadono soltanto di rado.
Un comparto Multiplayer finalmente migliorato
Il multiplayer è praticamente rimasto invariato, è possibile scegliere fra una pluralità di sessioni che naturalmente permetteranno all’utente di selezionare il grado di difficoltà, la lunghezza della gara, gli aiuti alla guida disponibili e tante altre cose che faranno sì che il giocatore possa immergersi al meglio nell’esperienza di gioco (ricordiamo che l’aggiunta più significativa è rappresentata dal supporto multiplayer fino a 22 piloti, che permette ai giocatori di formare una griglia completa attraverso i 21 circuiti della FIA FORMULA ONE WORLD CHAMPIONSHIP 2016).
Il sistema di matchmaking è nettamente migliorato rispetto ad F1 2015, e i frustranti caricamenti visti in passato sembrano ora essere più contenuti. Purtroppo, c’è comunque un difetto persistente, qualora si abilitino le collisioni, l’esperienza si andrà a trasformare in un gioco di scontri e incidenti che porterà il giocatore ad abbandonarlo subito. Sicuramente è molto meglio cimentarsi nel campionato in cooperativa che risulterà essere molto divertente e appagante oppure nella modalità campionato online fino a 22 giocatori.
EGO Engine 3.0 ottimizzato al meglio
Il motore grafico
utilizzato è il medesimo dello scorso anno, ovvero l’EGO Engine 3.0, naturalmente ottimizzato, ma che inizia a sentire il pesò dell’età; chiariamoci, l’impatto visivo è veramente straordinario (a tratti sembrerà di guardare la gara in TV) e rappresenta un leggero passo in avanti rispetto al predecessore ma rispetto ad altri titoli, quali Project Cars è sicuramente inferiore almeno graficamente parlando. Il filtro antialiasing utilizzato è davvero ottimo, sebbene, il difetto dello scorso anno continua a persistere, ovvero problemi di texture e cali di frame rate negli specchietti.
Il gioco inoltre gira a 60 fotogrammi al secondo e a 1080p, senza particolari rallentamenti se non in alcuni piccoli frangenti. Gli elementi circostanti, rispetto a quanto vistosi l’anno scorso, come il pubblico sulle tribune e gli edifici, risultano essere finalmente ben riprodotti, così come il paddock e gli effetti meteo, questi ultimi ormai ben fatti da F1 2012; meno curati risultano essere i modelli poligonali dei piloti, degli ingegneri e dei meccanici che ormai risultano essere gli stessi da almeno 3 anni, ma che in definitiva, sebbene storcendo un po’ il naso, risultano essere accettabili.
L’Intelligenza Artificiale dei piloti avversari, così come la gestione complessiva durante la gara, sono state migliorate e non di poco; naturalmente dipende molto dal livello di difficoltà prescelto, ma nel complesso le prestazioni della CPU sono molto solide e poco incerte. Promosso, se non a pieni voti, anche il sistema di penalizzazioni qualora si vada a tagliare una curva ripetutamente o sia stato cagionato un danno ad una monoposto avversaria.
Chiudiamo parlando del commento in italiano, che in F1 2015 era qualcosa di improponibile e che invece quest’anno è riuscito perfettamente grazie alla combo di commentatori ufficiali SKY, Carlo Vanzini e Luca Filippi, che dimostrano di essere a proprio agio anche nel racing game di Codemasters.
Commento finaleF1 2016 – Dopo essere tornata in pista con Dirt Rally, Codemasters, anche grazie alle pesanti critiche ricevute lo scorso anno, è riuscita a rimettersi in carreggiata, proponendo un gioco sulla Formula 1 davvero solido e ben fatto. L’aggiunta della modalità carriera e tutta una serie di accorgimenti (alcuni prettamente estetici, come la Safety Car e la Virtual Safety Car), fanno si che il giocatore si senta parte integrante del “circus”. Per tutti gli amanti del genere è un acquisto obbligato senza neanche pensarci, mentre per chi non apprezza particolarmente la Formula 1 ma comunque si cimenta nei giochi di guida, il consiglio è quello di volgere l’attenzione ad altri racing game presenti sul mercato. |
Pro | Contro |
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– Modalità carriera ben strutturata e coinvolgente
– Si adatta a qualsiasi giocatore amante dei racing game
– Diverse modalità in cui cimentarsi
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– L’EGO Engine 3.0 inizia a sentire il pesò dell’età
– Safety Car e Virtual Safety car non funzionano al meglio
– Danni alle monoposto ancora poco realistici
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Voto Globale: 86 |