A voi fra 2000 anni…
Versione testata: PlayStation 4
Uscito lo scorso febbraio nel Sol Levante ecco giungere anche da noi Attack on Titan Wings of Freedom, trasposizione videoludica dell’omonima opera di Hajime Isayama. La domanda per quei pochi che ancora non conoscono questa opera sarà sicuramente: Cos’è Attacco dei Giganti? Per riassumere drasticamente una risposta che rischierebbe di occupare metà articolo (non sto scherzando), si potrebbe dire che Shingeki no Kyojin è un manga shonen con tratti seinen e fortemente basato su un’impronta horror/psicologico. Per ora rimandiamo l’analisi narrativa ad una sezione che affronteremo in seguito, e inotriamoci nella vera recensione partendo dal gameplay… cominciamo.
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Dinamico e… ripetitivo(?)
Uno se non il punto di forza di A.O.T. Wings of Freedom è proprio il proprio gameplay, che senza girarci troppo intorno rispecchia molto i movimenti e i combattimenti dell’opera originale. A prima vista i movimenti visti in Wings of Freedom potranno sembrare molto complessi e meccanici, ma in realtà risulteranno piuttosto fluidi; le funi infatti si agganceranno automaticamente ad una parete (nel momento che si troverà nelle prossimità) permettendo movimeti di slancio molto rapidi o manovre improvvise solamente contando sull’ausilio di uno o massimo due tasti. La mobilità si potrebbe dire che sia stata resa in modo eccellente, coniugando quasi perfettamente la difficolta di movimento data dal muoversi sospesi in aria grazie a delle funi e l’immediatezza di controllo che il gioco permette al giocatore di sfruttare, non si può dire altro che questo sia stato un tiro quasi perfettamente centrato.
Tuttavia vi è quel “quasi centrato” che non permette a Wings of Freedom di prendere un voto pieno su questo frangente, mi sto riferendo all’ambiente ed i poligoni che lo compongono, dal momento che questa mobilità è fortemente influenzata da ciò che vi circonda. Dove voglio arrivare con questo? Semplicemente all’imprecisione data da alcuni spostameti che causano spiacevoli interruzzioni con pareti, case, alberi e quant’altro. Questi indesiderati scontri vi costringeranno a risalire un edificio per poter ripartire con la propria corsa, un difetto sgradevole ma non così grande. Passando ai combattimeti si può tranquillamente dire che siano stati concepiti piuttosto bene ma non perfettamente, nonostante questa inperfezione si possono comunque definire sorprendentemente unici e semplicemente “belli”. Ma entrando più nello specifico il feeling contreller alla mano è ben più che soddisfacente, azzerderei persino a definirlo eccelso poichè risulta realmente arduo definire le distinzioni tra i combattimeti dell’opera da cui il gioco ha avuto origine e gli scontri che effettivamente possiamo vivere in Wings of Freedom.
La possibilità di tagliare gli arti ai titani per renderli più “morbidi” da abbattere, i vari consumabili che andranno ad interagire nello scontro e le skill specifiche di ogni personaggio giocabile sono i perfetti ingredienti per un cocktail ben riuscito e originale… che purtroppo come in molti si aspettavano è sfociato nel baratro della ripetitività che da sempre contraddistingue i musou. Ebbene sì, anche Wings of Freedom nonostante il generale positivo riscontro non riesce a scavalcare questa insommortabile barriera che è la ripetitività, e la domanda a questo punto è: questo quanto enficia sulla valutazione globale del prodotto?
Personalemente penso che la sua gravità sia non troppo rilevante e al contempo grave poichè in una dinamicità di questo gameplay la si percepisce poco, ma alla lunga si nota in modo piuttosto marcato.
Il solito musou?
Dal punto di vista tecnico non c’è molto da dire, gli unici due punti su cui ci soffermeremo sono la stabilità degli fps ed i problemi di compenetrazione. Partendo dai frame il gioco è settato a 60 fps, che escludendo alcuni che tra poco affronteremo sono stabili e fluidi, i casi in cui si verificano consistenti cali di fps sono principalmente due e strettamente collegati tra loro: la sovrabbondanza di poligoni e particellari su schermo che causeranno inevitabilmente dei drastici picchi di fps che fortunatamete si stabilizzano da lì a poco, e nel secondo caso quando troppi giganti si concetrassero su schermo, causando naturalmente fps drop consistenti.
Parlando di geodata la situazione cambia, se infatti i rari casi di fps drop non inficiavano pesantemente sulla valutazione generale, lo stesso non si può dire delle compenetrazioni che così preponderatamente contaminano la robusta radice centrale di questo albero che è Wings of Freedom. Senza usare ulteriori giochi di parole mi riferisco alla radice come gameplay, contaminato appunto da queste compenetrazioni del tutto imprecisi, fautori di molti problemi al gioco, il peggiore problema (a mio parere) legato ai titani ed ai loro bizzarri movimeti dovuti a questa imprecisione. Inutile dire quindi quanto queste movenze inusuali risultino di impedimento nell’interazione con i titani e specificando che il gioco è INTERAMENTE basato sull’abbattimento di queste giganti creature è normale che il peso di questa mancanza tecnica sia più marcato che mai.
Disperazione e speranza.
Una delle domande che più emerge nella confusione generale è: a chi è principalmente indirizzatto A.O.T. Wings of Freedom? Fortunatamete a diffenrenza di molti altri musou A.O.T. può essere tranquillamente giocato ancha da chi non ha mai letto o visto l’opera originale. Uno dei più grandi pregi (a mio parere) di Wings of Freedom è proprio l’innaspettata accessibilità alla trama che offre al giocatore. Che sia chiaro, non sto dicendo che sia in grado di esplicare la storia bene a tal punto da non costringere ad un approfondimento esterno tramite l’anime o il manga, ma riesce dignitosamente ad esplicare più o meno bene la porzione di storia in cui è ambientato, che per specificare tratta gli avvenimenti dell’anime fino al volume 8 del manga. Discreta resa anche per quanto riguarda il contesto di disperazione ed oppressione che da sempre caratterizza l’opera, naturalmente non reso perfettamente quanto il manga ma comunque riesce a difendersi più che bene. L’unica vera critica che si può muovere su questo frangente è rivolta alla drastica censura di scene di estrema violenza che come detto pocanzi condiscono l’opera dandole un sapore piuttosto peculiare.
Commento finale
Attack on Titan Wings of Freedom è un musou diverso dagli altri, riuscendo persino a spostare la direzione tipica del genere nell’annientare enormi quantità di nemici a eliminazioni singole e soddisfacenti, in grado di compensare anche questa differenza, come si suol dire in questi casi “pochi ma buoni”. A scanso di equivoci potremo trovarci dinnanzi una delle trasposizioni videoludiche da matrice manga/anime migliori degli ultimi tempi, o addirittura di sempre. La curata similitudine all’opera origninale, la ventata d’aria fresca portata al genere musou e il coinvolgimento dato dalla trama, ambiente e suoni fanno di Attack on Titan Wings of Freedom un’esperienza difficilmente dimenticabile dagli amanti dell’opera e una bella e una bella novità per gli amanti del genere. Sfortunatamente tutto questo viene tenuto a freno da una realizzazione tecnica per nulla eccelsa ed una ripetitività che alla lunga distrugge la giocabilità del titolo. |
Pro |
Contro |
– Gameplay innovativo ed intelligente
– Trama e contesto chiaramente ben riusciti
– Musou diverso dal solito, riuscito sotto molti punti di vista
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– Comparto tecnico non ottimo
– Estrema ripetitività delle azioni
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Voto Globale: 80 |
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