Return to Arkham.
Versione testata PlayStation 4
I titoli su licenza si sono rivelati negli anni non essere particolarmente validi, in quanto risultavano incapaci di proporre qualcosa di concreto e di apprezzabile; sostanzialmente l’intento era quello di “accontentare” il videogiocatore, offrendo un prodotto dagli standard qualitativi che oscillavano fra il mediocre e qualcosa di a malapena sufficiente. La “situazione” è cambiata quando Warner Bros Interactive Entertainment ha siglato la partnership con i talentuosi ragazzi di Rocksteady, i quali sono riusciti finalmente a sfornare un prodotto su licenza che, salvo qualche difetto, ha saputo soddisfare anche i fan più accaniti dell’Uomo Pipistrello. Siamo nel 2009, anno in cui PS3 e Xbox 360 si contendono lo scettro come migliore console presente sul mercato; fra i vari Uncharted, Gears of War, Metal Gear Solid e via discorrendo, nell’agosto del 2009 compare sugli scaffali di tutto il mondo, Batman: Arkham Asylum, un gioco che (contemporaneamente alla trasposizione della ormai tanto acclamata trilogia de “Il Cavaliere Oscuro”) di lì a poco avrebbe finalmente dato all’Eroe di Gotham il successo che meritava.
La bravura di Rocksteady Studios, è stata quella di non essersi limitata ad attuare una trasposizione videoludica di uno dei film che vedevano come protagonista Batman, ma di creare, basandosi anche sul nuovo protagonista interpretato da Christian Bale, insieme a Paul Dini una sceneggiatura inedita, che da un lato praticamente sì rifaceva all’immensa letteratura della DC Comics a disposizione e dall’altro invece andava a rielaborare eventi e situazioni delle storie originali. Complice il buon successo di Arkham Asylum, nel 2011 è stato pubblicato il sequel Arkham City che ha praticamente consolidato il successo del lavoro svolto da Rocksteady e nel 2015 è stata la volta di Arkham Knight che non solo ha portato le avventure del Cavaliere Oscuro sull’attuale generazione di console ma ha dato anche la giusta conclusione alla trilogia.
La collezione che ci troviamo fra le mani, ribattezzata Return to Arkham, ci ripropone sostanzialmente intatta la meravigliosa esperienza videoludica presentataci dai talentuosi ragazzi di Rocksteady. Per l’occasione, Arkham Asylum e Arkham City sono tornati più scintillanti che mai, grazie ad un comparto tecnico tirato a lucido e infarciti inoltre di tutti i contenuti rilasciati nel corso del tempo come skin esclusive e DLC aggiuntivi. Segnaliamo che nella collection in questione manca il prequel della serie Origins (pubblicato anche su Nintendo Wii U) ma non sviluppato da Rocksteady. La mancanza (del capitolo meno riuscito della serie), è legata quasi sicuramente ad una questione di licenze, ma per quanti non abbiano avuto modo di giocare ad Arkham Asylum e Arkham City, questa collection rappresenta una ghiotta occasione per recuperare due dei giochi meglio riusciti nella passata generazione di home console.
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Da Arkham Asylum ad Arkham City
Batman ha appena risolto una crisi causata dalla sua storica nemesi, Joker, il quale ha preso in ostaggio il sindaco di Gotham, ma si è poi arreso al vigilante mascherato senza opporre praticamente alcuna resistenza. Inoltre un misterioso incendio è divampato nel Penitenziario di Blackgate, cosa che ha costretto la polizia a trasferire centinaia di detenuti, tra i quali molti ex uomini del Joker, proprio nell’Arkham Asylum. Batman, a bordo della Batmobile, raggiunge il manicomio con Joker come suo prigioniero e lo consegna alla polizia, ma qualcosa non quadra. L’eccessiva facilità con cui si è fatto catturare e il recente incidente di Blackgate potrebbero far parte di un piano più grande e così decide di scortare il super criminale fin nella sua cella assieme al Commissario James Gordon. Purtroppo i suoi sospetti si rivelano presto fondati. Grazie alla collaborazione di alcuni corrotti all’interno dello staff di Arkham, Joker ha reso possibile l’incidente di Blackgate e la penetrazione all’interno dei sistemi di sicurezza del manicomio della sua fidata assistente Harley Quinn.
Joker smette di fingere e aggredisce le guardie che lo stanno scortando in cella uccidendole; liberatosi quindi, può dare inizio al suo folle piano, il quale, grazie all’aiuto di altri super criminali come: Bane, Killer Croc, Harley Quinn, Poison Ivy, Spaventapasseri e l’Enigmista, dovrebbe portare all’uccisione del vigilante di Gotham. In poco tempo Joker riesce a creare un caos totale: genera il panico a Gotham diffondendo la notizia di aver disseminato la città di bombe che farà esplodere se qualcun altro penetrerà nell’isola di Arkham, rilascia per il manicomio ogni sorta di pazzi e trappole falcidiando guardie e staff medico, distrugge ascensori ed accessi principali alle varie sezioni del manicomio e fa rapire il Commissario Gordon da Frank Boles, una guardia corrotta. Tutto questo sembra volto unicamente ad isolare il territorio dell’Arkham Asylum e a distrarre Batman, tenendolo occupato e distraendolo dal vero fulcro del piano. Il finale del primo capitolo (che naturalmente non vi riveleremo) ha fatto sostanzialmente da apripista al sequel ambientato stavolta in una location più vasta.
Diciotto mesi dopo gli eventi di Batman: Arkham Asylum il nuovo direttore del manicomio criminale, Quincy Sharp, per avere maggiore visibilità, sfruttò gli avvenimenti di quella notte per prendersi parte del merito delle eroiche azioni di Batman. Alle successive elezioni venne eletto sindaco di Gotham, dando il via al suo ambizioso e controverso progetto di costruire Arkham City: l’idea era quella di abolire le strutture penitenziarie di Arkham e Blackgate, dimostratesi negli anni inadeguate a contenere la pericolosissima fauna criminale di Gotham, e di riversare tutti i detenuti in una città-prigione dove lasciarli abbandonati a loro stessi. Per far questo, Sharp sgomberò il quartiere della vecchia Gotham innalzando altissime mura di cinta attorno ad essa, separandoli così dal resto della popolazione di Gotham. In breve tempo la prigione fu completata con il nome di Arkham City, e, tutti i più pericolosi criminali della città vi furono rinchiusi. Un provvedimento del genere creò ovviamente molta discordia nell’opinione pubblica, soprattutto quando, come supervisore della città-manicomio, venne nominato Hugo Strange, uno psicologo con segreti trascorsi criminali e vecchia conoscenza di Batman. Strange negli anni aveva maturato una vera e propria ossessione per la figura del Cavaliere Oscuro e ne aveva anche scoperto la vera identità. Questa volta il buon Batman dovrà vedersela con altri e agguerriti super cattivi come: Il Pinguino, Due Facce, Ra’s Al Ghul e molti altri.
Più di un semplice lavoro di rimasterizzazione
Il lavoro di rimasterizzazione del titolo è stato svolto dal team Virtuos, un team di sviluppatori che già ha lavorato su titoli di una certa importanza (Heavy Rain in versione PS4), è risultato nel complesso davvero curato e ben realizzato. Come detto all’inizio di questa recensione, Arkham Asylum e Arkham City si presentano in una veste scintillante, sebbene c’è da dire che la base di partenza, ancora oggi, si presenta molto solida. Inoltre il passaggio dall’Unreal Engine 3 all’Unreal Engine 4, ha portato dei benefici enormi alla veste grafica del titolo e le differenze rispetto alle versioni PS3 e Xbox 360 sono evidentissime sin dalle prime fasi di gioco. Il rinnovamento grafico ha portato giovamento alle texture le quali risultano essere più rifinite rispetto al passato, permettendo inoltre una migliore gestione degli effetti particellari (ora il sistema di illuminazione risulta essere più convincente) e delle ombre. Considerando che si tratta di titoli usciti rispettivamente sette e 5 anni fa, l’impatto grafico complessivo è davvero sorprendente.
Per quanto riguarda invece il frame-rate, purtroppo rappresenta il vero tallone d’Achille di entrambi i titoli (sicuramente più marcatamente su Arkham Asylum), in quanto risulta essere fin troppo ballerino; in particolar modo, son evidentissimi i cali di frame rate, non soltanto nelle azioni più concitate, ma anche nei semplici movimenti del nostro Eroe (ad esempio durante la corsa si notano dei micro scatti) e considerando che nelle precedenti versioni, i 30fps risultavano essere quasi granitici, il lavoro svolto, almeno sotto questo punto di vista è praticamente da rivedere. Diverso il discorso per i personaggi, i quali, già all’epoca, da un punto di vista prettamente estetico, risultavano essere ben fatti e ancora oggi, il risultato complessivo è piuttosto buono (soprattutto per il più recente Arkham City); certo i dettagli facciali sentono il peso dell’età e aggiungendo che il nuovo sistema di illuminazione sembra far perdere alcuni dettagli facciali che invece erano più marcati ed evidenti nelle edizioni originali ci porta a dire che forse (dato anche il tempo dedicato al lavoro di conversione), poteva essere fatto sicuramente di più.
Discreta l’intelligenza artificiale, la quale risulta essere pressoché la stessa; certo dover affrontare dozzine di nemici alla volta non è sempre semplice, ma grazie all’ottimo sistema di combattimento riusciremo a sbarazzarcene in una manciata di secondi. Ancora molto affascinanti risultano essere le Boss Fight, (in particolar modo quelle contro Poison Ivy e Ra’s Al Ghul). Ottimo il comparto audio, rimasto immutato ed egregiamente doppiato in Italiano e meravigliose le due soundtrack che ci accompagneranno nel corso delle nostre due avventure.
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Contenuti aggiuntivi
In questa collection sono presenti tutti i contenuti resi disponibili nel corso dei mesi successivi al lancio; c’è da dire che tali DLC, presi singolarmente non aggiungono niente di particolare all’esperienza complessiva e sicuramente non rappresentano una valida motivazione per acquistare (per quanti abbiano già giocato ai due titoli) Batman: Return To Arkham, ma nell’insieme sicuramente ne aumentano la longevità e il divertimento. Per quanto riguarda Arkham Asylum i DLC riguardano le quattro mappe Sfida aggiuntive (Crime Alley, Incubo Criminale, Completamente Pazzo e Cacciatore Notturno), più corposo appare il numero di contenuti extra di Arkham City. Anche in questo caso sono presenti alcune sfide inedite, in cui avrete la possibilità di utilizzare Robin, Nightwing e l’affascinante Catwoman e di equipaggiare uno dei costumi alternativi al nostro Batman. Infine, è presente l’episodio Harley Quinn’s Revenge, che cercadi dare qualche piccolo approfondimento rispetto a quanto già narrato nel corso della trama principale.
Commento finale Batma: Return to Arkham – Rappresenta in definitiva un buon prodotto di rimasterizzazione; in particolar modo, il lavoro svolto dal team Virtuos è stato più che soddisfacente e salvo qualche piccola imperfezione, ci sentiamo di dire che questa rappresenta davvero l’edizione “definitiva” dell’Uomo Pipistrello e delle sue avventure in quel di Arkham. Per quanti non hanno avuto modo di giocare ad Arkham Asylum e Arkham City, nel corso della passata generazione di console, questa collection rappresenta il miglior modo per recuperare due dei titoli meglio riusciti su PS3 e Xbox 360. Per quanti invece hanno già avuto modo di cimentarsi nelle avventure del Cavaliere Oscuro, ci sentiamo di consigliarvi l’acquisto solo se siete fan sfegatati dell’Universo DC Comics, in quanto i contenuti presenti sono pressoché gli stessi di quelli già visti nelle edizioni originali dei due titoli. |
Pro | Contro |
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– Ottimo il passaggio dall’Unreal Engine 3 all’Unreal Engine 4
– Trama profonda e immersiva
– Sistema di combattimento ancora valido e divertente
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– Qualche calo di frame rate di troppo
– Intelligenza Artificiale non sempre brillante
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Voto Globale: 82 |