Lunga vita all’Imperatrice.
Versione testata: PlayStation 4.
Circa quattro anni fa, Arkane Studios pubblicò Dishonored, un titolo action-stealth dalle ambientazioni dieselpunk e dark fantasy; il gioco si svolgeva a Dunwall, una città immaginaria dove tecnologia retrofuturistica e paranormale coesistevano nell’ombra. La città era ormai in ginocchio a seguito di un’epidemia di peste e l’Imperatrice Jessamine Kaldwin, nel tentativo di porre rimedio al malefico morbo, inviò la sua fidata guardia del corpo Corvo Attano in altre nazioni. Purtroppo Corvo, al suo ritorno, non portò buone notizie: Dunwall era la prima città ad essere stata colpita dalla peste, quindi gli altri regni non sapevano come aiutarla. Mentre Corvo riferiva la cattiva notizia all’Imperatrice, un assassino si materializzava dinanzi a lei e la trafiggeva con la spada uccidendola, poi prendeva Emily, la figlia dell’Imperatrice, e svaniva nel nulla. Le guardie reali trovarono Corvo sul luogo del delitto, lo accusarono di regicidio, lo arrestarono e lo condannarono a morte.
È così che ebbe inizio il primo e indimenticabile Dishonored, che sebbene traesse diversi spunti da Thief: The Dark Project, riuscì a portare quella ventata di freschezza in un genere che all’epoca arrancava e non poco. Dopo la Definitive Edition di Dishonored (la cui recensione la potete leggere cliccando qui) e soprattutto in un mercato videoludico sempre più caratterizzato da rifacimenti e rimasterizzazioni in HD, senza titoli che si possano definire “memorabili”, ecco finalmente arrivare Dishonored 2, il quale poggia sulle medesime e solide basi del predecessore, mantenendo inalterata la struttura complessiva di gioco ma potendo naturalmente contare su tutta una serie di novità che faranno davvero felici i fan del genere. Non aspettatevi grossi stravolgimenti, in quanto la sensazione è che il lavoro di Arkane Studios sia stato maggiormente focalizzato sul migliorare quei pochi elementi che non avevano convinto pienamente.
Benvenuti a Karnaca
Dopo quindici anni dai fatti narrati in Dishonored, L’imperatrice Emily Kaldwin con la supervisione del Protettore Reale Corvo Attano, è ormai saldamente al comando del regno; tutto sembra andare per il meglio ma proprio nel giorno del ricordo della defunta Jessamine Kaldwin, un usurpatore “ultraterreno” ruba il trono dell’Impero delle Isole. Il colpo di stato è stato pensato dal Duca di Serkonos, in combutta con la strega Delilah la quale fa la propria comparsa presentandosi come la sorella segreta della defunta Jessamine. È così che si apre il prologo di Dishonored 2, in maniera nuda e cruda, riportandoci nuovamente in quell’universo oscuro e brutale che tanto abbiamo amato nel primo capitolo. La vera novità di questa nuova produzione targata Arkane Studios sta nel fatto di poter scegliere se impersonare Emily Kaldwin (fuorilegge e in fuga e molto più giovane) o Corvo Attano (ritornato per la prima volta a Serkonos, la sua città natale e ormai segnato inesorabilmente dal passare degli anni); la scelta sarà irreversibile e avrà naturalmente delle conseguenza sebbene esclusivamente dal punto di vista dei dialoghi e delle interazioni con i personaggi che incontreremo nel corso della nostra avventura; il filone narrativo risulterà essere pressoché identico indipendentemente dalla scelta del personaggio con cui giocheremo e il raggiungimento di un epilogo più crudo e negativo o di un finale più a “lieto fine” e ottimistico, dipenderà da quanto caos avremo generato con le nostre azioni e dalle nostre decisioni.
Inoltre, grazie al ritorno dell’Esterno, potremo contare su una serie di nuovi poteri (nel caso in cui deciderete di utilizzare Corvo i poteri saranno i medesimi del primo capitolo ma in versione potenziata), liberamente utilizzabili o disattivabili del tutto a seconda delle proprie preferenze. Raccogliere Rune e Amuleti d’Osso ci darà la possibilità innanzitutto di aggiungere e potenziare le nostre abilità e al contempo di incontrare l’Esterno che grazie ai suoi interventi riuscirà a darci qualche informazione in più e qualche sfaccettature più particolareggiata sulla trama di gioco. Nulla di particolarmente rilevante sia chiaro ma, sommato alla raccolta di documenti, giornali, appunti e quant’altro potrebbe fornire dei dettagli altrimenti inaccessibili. Più volte il gioco ci ricorderà che potremo approcciare i vari capitoli a proprio piacimento, ricercare un approccio più tranquillo e senza scontri diretti, nascondendoci nell’ombra e muovendoci al momento giusto, ridurrà la componente di caos, mentre scontrandoci direttamente con i nemici, ad armi spianate (si fa per dire in quanto i colpi a nostra disposizione risulteranno essere praticamente limitati) e avvalendoci dei vari poteri per far strage di nemici nei modi più cruenti possibili porterà ad aumentare la componente di caos. Se a tutto questo aggiungiamo la possibilità di giocare intere sessioni senza ammazzare alcun nemico, di rinunciare, come detto in precedenza, persino ai poteri dell’Estraneo con evidenti ripercussioni sulla difficoltà (più elevata del primo capitolo della serie) e considerando la questione della doppia scelta del protagonista da utilizzare è facile capire come l’intento di Arkane Studios sia stato quello di permettere una rigiocabilità più elevata, in quanto per ovvi motivi, molti giocatori saranno praticamente obbligati a giocare la storia due volte.
Dishonored 2 resta comunque un gioco stealth a tutti gli effetti, sicuramente il fatto di voler offrire quella libertà di scelta al giocatore è da premiare, ma purtroppo tutti i limiti legati al primo capitolo della serie risultano esserci ancora; in particolar modo sentiremo sempre la mancanza di armi di un certo peso, abbiamo sicuramente dei poteri a tratti devastanti, ma se decidessimo di disattivarli completamente, con l’armamentario a disposizione difficilmente riusciremmo a fuggire o ad affrontare più di due nemici in contemporanea. Potremo scegliere fra un paio di armi dalla distanza, rese più varie grazie alle differenti tipologie di munizioni (personalmente ho trovato molto utili quelle incendiare, sebbene davvero limitate), qualche arma per lanciare granate e mine che non sempre funzionano a dovere e infine l’immancabile sciabola. Proprio l’utilizzo di quest’ultima sinceramente mi ha lasciato piuttosto perplesso; praticamente nulla è cambiato da Dishonored, in quanto in una sorta di Skyrim dieselpunk dovremo parare e colpire al momento giusto e proprio queste azioni, così come la visuale complessiva durante lo scontro, sembrano essere piuttosto legnose.
Sicuramente grazie anche ad un’intelligenza artificiale molto buona (ma a tratti altalenante soprattutto in relazione al sistema di ronde le quali risultano essere troppo semplici da capire e da “rompere”), che risalterà ulteriormente se ad affrontarci saranno 3 o 4 nemici alla volta o più, soprattutto se armati di pistole e di granate, dovremo ponderare al meglio le nostre azioni, in quanto sarà praticamente impossibile sopravvivere, complice anche il fatto che quasi tutti i nemici, una volta che ci avranno scoperto, tenderanno a correrci incontro, a scavalcare gli ostacoli e a richiamare i rinforzi pur di farci fuori. Uno dei problemi più rilevanti duranti gli scontri (soprattutto se giochiamo nei panni di Emily) è dato dal fatto che molto spesso ci capiterà di essere colpiti da un fendente anche se il nemico si trova lontano da noi o di non riuscire a parare il colpo alla perfezione; speriamo che questo glitch venga prontamente risolto da Bethesda in quanto più si andrà avanti nella storia e più le cose si complicheranno e non è affatto bello trovarsi quasi del tutto inermi agli attacchi avversari.
Bisogna poi segnalare che talvolta la componente casuale la fa da padrona; sostanzialmente a situazioni in cui i nemici risulteranno praticamente ostici, si alterneranno altre situazioni in cui questi sembreranno ben poca cosa e questa imprevedibilità di fondo spesso potrebbe portarci a fallire se ad esempio stiamo cercando di completare il livello senza farci scoprire o senza voler fare alcuna vittima. La reattività dei nemici inoltre è basata su due differenti stati di allerta indicati da un’ icona a forma di fulmine che se riempita una prima volta, metterà il nemico in allerta portandolo a controllare la zona circostante; con il secondo riempimento saremo stati scoperti e da quel momento in poi è meglio prestare attenzione, in quanto la guardia inizierà ad inseguirci e a suonare l’allarme e come detto, affrontare due nemici è cosa possibile, più di due è meglio darsela a gambe, sebbene non risulterà essere sempre possibile proprio per la legnosità dei comandi.
Considerando invece i poteri a disposizione, le novità sono presenti soltanto se utilizzeremo Emily; certo quelli di Corvo sono stati potenziati ma risultano essere gli stessi già visti in Dishonored; grazie alla Visione Oscura potremo individuare la posizione dei nemici e il loro campo visivo, mentre Possessione permetterà di prendere il controllo di piccoli animali, di nasconderci nei cadaveri (utilizzandoli come veri e propri punti di interesse), oppure di entrare nella mente di un nemico. Il potere Distorsione ci aiuterà e non poco, in quanto potremo rallentare il tempo, fermarlo e decidere al meglio la mossa da compiere, mentre Traslazione ci sarà utile per proiettarci in alto, sui tetti della città, oppure oltre un manipolo di guardie. Branco Famelico evoca un branco di ratti che attacca e divora il nemico, Ciclone utilizzabile per spazzare via nemici, rompere porte o rimandare al mittente frecce o proiettili leggeri. Per quanto riguarda Emily, ha vari poteri che le permettono di dominare la volontà altrui, fra questi abbiamo: l’Ipnosi, che evoca un’entità dell’Oblio in grado di ammaliare i nemici, consentendole di eliminarli con facilità o di passare oltre senza essere vista, Domino, che collega fino a quattro avversari in modo che ogni azione abbia effetto su tutti i bersagli collegati, Mesmerize che le permette di stordire temporaneamente le guardie e Doppelganger permette di creare un clone da fare esplodere vicino a una guardia. Il nostro consiglio è quello di affrontare il gioco utilizzando i poteri e soprattutto Emily, in quanto se sceglierete Corvo, sembrerà di giocare in una sorta di déjà vu e di prediligere un approccio stealth piuttosto che ricercare un scontro diretto con i nemici, soprattutto considerando la scarsità di armi a disposizione.
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Nascosta come un segreto, silenziosa come un tramonto
Dal punto di vista tecnico, Dishonored 2, come detto in apertura di questa recensione, mantiene pressoché immutato il sistema vistosi nel suo predecessore; Arkane Studios ha aumentato le dimensioni delle mappe e ha arricchito il tutto con una serie di passaggi, nascondigli, strade alternative e una maggiore esplorazione degli ambienti (soprattutto quelli interni). Potendo poi contare sul motore grafico “Void Engine” (basato su Id tech 5, lo stesso utilizzato per Wolfenstein – The New Order), diversamente dal predecessore che utilizzava Unreal Engine 3, si noterà sin da subito una maggiore cura nei dettagli e nelle texture di gioco, che sicuramente non ricercano il fotorealismo, ma trovarsi su un tetto e ammirare il panorama intorno Karnaca fa sicuramente un certo effetto. Buono il sistema di illuminazione complessivo, leggere incertezze per quanto riguarda le ombre, non sempre perfette. Per quanto riguarda le espressioni facciali, i miglioramenti rispetto a Dishonored ci sono e sono evidenti, ma ci attestiamo comunque su livelli ben lontani dagli standard attuali. Da segnalare qualche bug e glitch e piccoli cali di frame rate soprattutto nelle azioni più concitate.
Per poter portare a compimento il gioco, ci vorranno circa 30 ore complessive a patto che si dia un certo peso alla componente esplorativa, concentrandosi sulla ricerca dei vari collezionabili presenti: rune, amuleti d’osso, giornali, registrazioni, documenti, appunti e non contando monete e oggetti di vario tipo che potremo liberamente cercare per acquistare oggetti dai mercanti. Inoltre ci capiterà di affrontare piuttosto spesso le missioni secondarie, le quali ci permetteranno di scoprire nuovi segreti e ottenere ricompense utili.
Chiudiamo parlando del comparto audio che risulta essere ben curato e della colonna sonora sopra la media; il doppiaggio è interamente in italiano e sembra funzionare piuttosto bene sia per quanto riguarda i personaggi principali (anche se alcune voci non sembrano proprio azzeccate) e sia nei dialoghi che ci capiterà di ascoltare nel corso dell’avventura.
Commento finaleCon Dishonored 2, Arkane Studios ha scelto di non rischiare troppo, mantenendo quindi intatta la formula “vincente” proposta dal predecessore; questa scelta piuttosto conservativa porta con sé tanti pro ma anche qualche contro, primo fra tutti un’intelligenza artificiale buona ma “troppo spesso” altalenante e un gameplay non particolarmente innovativo ma che mantiene intatto il suo fascino. La giocabilità risulta comunque essere profonda e abbastanza differenziata, grazie ai diversi approcci con cui potremo portare a compimento i livelli di gioco e alla possibilità di scegliere fra ben due personaggi con sfaccettature e poteri diametralmente differenti. Data anche la carenza di titoli FPS/Stealth ci sentiamo comunque di consigliare Dishonored 2 a quanti hanno amato il primo capitolo della serie.
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Pro | Contro |
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– Storia affascinante
– Nuovi poteri a disposizione se giochiamo nei panni di Emily Kaldwin
– Longevità elevata
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– Intelligenza Artificiale buona ma a tratti altalenante
– Combat System un po’ legnoso
– Qualche incertezza nel frame rate
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Voto Globale: 85 |