Come stanno davvero le cose?
Nella giornata di ieri, un articolo di Kotaku ha portato alla luce l’esistenza di una pratica (Circle of Life) che spingerebbe i dipendenti di GameStop USA a puntare sulla vendita di giochi usati a discapito dei prodotti nuovi. Il COO della società ha inviato una lettera aperta agli store manager nella quale risponde alle accuse in questione.
Di seguito, il testo della missiva riportata da Kotaku:
“Messaggio speciale da Tony Bartel, 2 Febbraio 2017.
Famiglia GameStop. Voglio prendere del tempo per affrontare un articolo pubblicato recentemente da una nota testata, relativo al nostro programma Circle of Life. Nel pezzo in questione, viene spiegato come Circle of Life spinga i nostri collaboratori a trarre in inganno i clienti riguardo il reale valore di alcuni prodotti da noi venduti.
Questo è quanto di più lontano ci sia dalla verità e voglio dirlo chiaramente. La missione di GameStop è quella di aiutare i clienti a ottenere il miglior prezzo sui prodotti che vendiamo, tramite i pre-ordini, la tessera fedeltà e il trade-in dell’usato. Vogliamo soddisfare pienamente le esigenze dei consumatori, sia che stiano acquistando un gioco nuovo o usato, una console, un gioco digitale o qualsiasi altro prodotto. Circle of Life genera in realtà un grande valore per i clienti, se pensate che nel 2016 GameStop ha emesso circa un miliardo di dollari di credito ai clienti attraverso il trade-in, credito che nel 70% dei casi è stato subito speso per l’acquisto di altri prodotti nuovi.
So bene che molti di voi lavorano duramente per assicurarsi che i nostri clienti abbiano una piacevole esperienza all’interno dei negozi GameStop. Grazie! I comportamenti descritti nell’articolo sono deludenti ma so che i comportamenti descritti non rappresentano la maggior parte dei nostri dipendenti. Siete una grande squadra e la cura al cliente è la vostra prima missione.
Grazie per il duro lavoro e per il vostro impegno. La vostra passione, la conoscenza e l’impegno sono i fattori che contraddistinguono GameStop dalla concorrenza. Continuate così e Power to the Players!
Tony”
Bartel rispedisce dunque le accuse al mittente, anche se non nega che alcuni dipendenti possano agire in malafede, specificando come qualsiasi iniziativa in merito sia totalmente autonoma (e soggetta a punizioni) e non dipenda in alcun modo da direttive della società.