Tornano le fanciulle alchimiste
Versione testata PlayStation 4.
Serie fortunata quella di Atelier, pubblicata da Koei Tecmo in collaborazione con Sony, fortunata a tal punto da essere arrivata al suo diciottesimo appuntamento (quasi) annuale, segnato appunto da Atelier Firis: The Alchemist of the Mysterios Journey. Nome impronunciabile a parte, marchio di fabbrica della maggior parte degli RPG giapponesi, il titolo è il sequel ufficiale della trilogia apertasi negli scorsi mesi con Atelier: The Mysterios Book, che raccolse buoni consensi da parte del pubblico. Consensi che si tirerà dietro anche il nuovo capitolo, dal momento che il risultato degli sforzi del team di sviluppo sembra piuttosto gradevole, con tutti i limiti del brand e qualche nuovo intoppo. Ma andiamo con ordine.
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Da grande farò l’Alchimista
Protagonista di Atelier Firis: The Alchemist of the Mysterios Journey è, come si evince dal nome, la giovane Firis Mistlud. La ragazza vive nel piccolo villaggio minerario di Ertona, costruito nelle viscere di una montagna i cui abitanti sono tutti dediti all’estrazione di minerari. Firis però non è una ragazza come tutte le altre, possiede un potere particolare che le permette di individuare dove sono localizzati i minerali, rivelandosi quindi una risorsa fondamentale per i propri concittadini, che mai potrebbero fare a meno di lei.
Va da sè che Firis ha tutt’altre ambizioni per la propria vita, e il piccolo centro in cui vive le sta particolarmente stretto. I genitori sono ovviamente contrari a tale impulso ad esplorare il mondo, impauriti per tutti i pericoli che la attendono là fuori, ma un giorno Firis incontra una nostra vecchia conoscenza del mondo di Atelier, destinata a sconvolgere le carte in tavola. Non passa infatti tanto tempo dall’inizio del gioco che Sophie Neuenmuller, la protagonista del precedente capitolo, irrompa sulla scena offrendo alla ragazza un biglietto di sola andata per il mondo esterno: l’Alchimia. Imparare a mescolare i giusti ingredienti per creare medicine curative oppure esplosivi per difendersi dai mostri pericolosi che potrebbero attaccarla. Tuttavia il viaggio verso l’alchimia non è una passeggiata e Firis dovrà riuscire entro un anno a superare l’esame di alchimista per avere finalmente la sua libertà. Se non ci riuscirà, la sorella Liane, abile combattente con molta esperienza del mondo al di fuori del villaggio di Ertona, la riporterà a casa scrivendo la parola fine a qualsiasi sogno di cambiare le cose.
Tick Tock, il tempo scorre
Ecco, a proposito della necessità di svolgere la missione di Firis prima che trascorra un anno… il gioco presenterà un timer a schermo, trascorso il quale, se non riuscirete a superare l’esame da Alchimista, sarà Game Over. Sul serio. E questo apparentemente è un bel salto indietro rispetto ai precedenti capitoli, che avevano rimosso ansia e vincoli temporali. L’incertezza, tuttavia, dura soltanto per le prime 4-5 ore di gioco, trascorse le quali appare evidente come il tempo concessoci sia decisamente sufficiente, se non eccessivo, per portare a termine come si deve la nostra missione. Da un certo momento in poi metterete semplicemente il timer da parte, e giocherete come se niente fosse. Potrete quindi dedicarvi con tranquillità all’esplorazione del mondo di gioco, alla raccolta delle ricette alchemiche di Firis ed anche alle battaglie contro mostri di tutti i tipi, in salsa RPG (scontri a turni con tanker e squadra di eroi attaccanti).
Un altro cambiamento rispetto al passato è la possibilità di montare in prossimità dei vari focolai sparsi per il mondo di gioco la tenda alchemica di Firis nella quale riposare e riprendere le forze, riorganizzare l’inventario e, ovviamente, praticare l’alchimia senza bisogno di tornare necessariamente alla città d’origine come invece accadeva in Atelier Sophie. Si tratta di un’ottima introduzione visto e considerato che gran parte dell’esperienza di gioco ruota attorno proprio all’esplorazione e alla raccolta di quanti più materiali possibile. La raccolta però consuma stamina e quindi si rende necessario riposare di tanto in tanto o in prossimità dei pratici focolai oppure in una locanda per evitare di perdere tutto il bottino faticosamente accumulato. La varie formule alchemiche sono racchiuse all’interno del libro di ricette, un manuale che, di fatto, va a scandire le nostre azioni all’interno del mondo di gioco. Vi sono riportati non solo le ricette, ma anche gli obiettivi da portare a termine per sbloccarle come ad esempio completare uno specifico compito, sconfiggere un mostro raro o raccogliere un oggetto.
Qualche parola anche sui limiti di Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey. Le quest presenti sono davvero troppo ripetitive le une con le altre e i compiti da svolgere si assomigliano sfidando i limiti accettabili della monotonia. La sintesi degli ingredienti è affidata inoltre al nostro fido pentolone che, a differenza di quanto visto in passato, è uno solo e ci accompagnerà per tutto il corso dell’avventura. Da qui usciranno pozioni curative, bombe, parti di equipaggiamento per Firis e i suoi compagni e oggetti necessari per procedere nella trama principale: tutto accessorio, dal momento che lo sforzo strategico è tendente allo zero.
Gli Alchimisti si intendono di grafica
Le cose che non ti aspetti da un titolo di nicchia sono quelle che ti spingono a parlare di sè in fase di recensione: e non possiamo non dirvi che il titolo Koei Tecmo sfoggia un eccellente 1080p con 60 frames al secondo su PlayStation 4 Standard, arricchiti da una grafica in cel shading particolarmente azzeccata. Facendo 1+1 e aggiungendo questi dettagli ai bei modelli poligonali dei personaggi principali otteniamo un nuovo capitolo per la serie non solo divertente da giocare, ma anche bello da vedere e solido nelle meccaniche, anche nelle più concitate.
Peccato per i personaggi non giocanti, relegati a mero riempitivo: decorano le varie location e come da tradizione sono tutti molto simili tra di loro dando talvolta la sensazione di parlare con la stessa persona dopo essersi mossi da una parte all’altra del mondo di gioco. Sul fronte delle ambientazioni le più riuscite sono indubbiamente le foreste verdi, lussureggianti e piene di dettagli, l’esatto contrario dei dungeon chiusi che per la maggior parte sono caverne spoglie sempre uguali sparse un po’ ovunque. Ottimo anche il comparto audio con una colonna sonora che ci accompagnerà costantemente lungo l’avventura senza risultare mai troppo invasiva, mentre per il doppiaggio sono disponibili, come da tradizione, solamente l’inglese e il giapponese. Testi e menu di gioco sono tutti completamente scritti in inglese.
Commento finaleAtelier Firis: The Alchemist of the Mysterious Journey porta avanti in modo interessante il nuovo filone narrativo apertosi con il precedente capitolo. Dotato di meccaniche interessanti, buona caratterizzazione dei personaggi e un ottimo comparto tecnico, il nuovo JRPG sarà sicuramente apprezzato da tutti gli amanti della saga (e del genere). Peccato per la mancata varietà delle missioni di gioco: dopo poche ore i non addetti ai lavori potrebbero perdere ogni interesse nel proseguire nell’avventura, lasciando da sole le nostre alchimiste. |
Pro | Contro |
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– Graficamente quasi eccellente
– Storia interessante
– Buona varietà nelle meccaniche del gameplay
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– Timer ansiogeno
– Quest ripetitive
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Voto Globale: 75 |