Recensione Styx: Shards of Darkness

Silenzioso, letale, velenoso: Styx è tornato.

Versione testata PC.

A due anni di distanza dal primo Styx: Master of Shadows, il nostro ladro goblin preferito torna ancora una volta ad annidarsi nelle nostre console casalinghe e su PC. Apparso per la prima volta come spalla del compagno Orco in Of Orcs and Men, il carisma del personaggio è stato sufficiente perché il ladro si guadagnasse un ruolo di protagonista assoluto in Master of Shadows. Il gioco fu acclamato come uno dei pochi stealth puri sopravvissuti alla morìa degli anni 2000, vendendo un discreto numero di copie negli ultimi tre anni. Ed eccoci qui a parlare del sequel: Shards of Darkness. Sequel in cui Cyanide ha ripreso tutti gli elementi del capitolo precedente, li ha rivisti, li ha perfezionati, e ha ottenuto un gioco interessante e solido.

Se amate il genere degli stealth game ma non riuscite a trovarne uno in grado di mettervi davvero alla prova, e vi piace il fantasy alla Tolkien, il violento e irriverente Styx è quello che fa per voi.

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STRAGE di goblin

La trama del nuovo Styx è gradevole, interessante e ben delineata, almeno fino alla metà della storia raccontata: di lì in poi la narrazione si complica smisuratamente, arrivando fino ad alcuni picchi davvero oscuri, e in genere pur mirando verso l’alto si sfilaccia, lascia un’impressione di cura approssimativa. Per chi non ha giocato Master of Shadows alcune dinamiche potrebbero inizialmente apparire oscure, ma la narrazione sarà comunque comprensibile e apprezzabile. Dopo gli eventi del primo capitolo, i goblin si sono moltiplicati esponenzialmente, arrivando ad occupare, dopo averle invase, le terre appartenenti alle altre creature del mondo immaginato da Cyanide (mondo fantasy che include, oltre ai goblin, anche Elfi, nani e uomini). Proprio per arginare la marea di goblin che hanno ripopolato il mondo, gli uomini si sono fatti promotori di un’organizzazione dall’inquietante nome di STRAGE. Un acronimo, naturalmente, ma un acronimo minaccioso.

In tutto ciò, ci finisce in mezzo Styx, come sempre. Ovviamente il nostro goblin non è interessato alla sorte dei suoi simili, che tra l’altro disprezza perché li reputa stupidi e incapaci persino di parlare. Anzi, è persino disposto ad allearsi con uno dei luogotenenti degli squadroni della morte anti-goblin per amore del denaro. Un altro personaggio importante, oltre al classico cattivone di turno cui accenneremo tra poco, è Helledryn, fiera combattente che stringe un momentaneo sodalizio col protagonista e che brama il potere racchiuso in uno scettro, custodito gelosamente in un’aeronave tenuta sotto stretta vigilanza notte e giorno. Ovviamente, indovinate un po’ chi può essere tanto folle da andarsi a ficcare in una simile impresa? Esatto, Styx. Ma la faccenda si rivela più ardua del previsto: giunto nella cabina del capitano, dove è nascosto il misterioso manufatto, Styx si imbatte in un nemico furbo e pericoloso, in grado persino di sventare il suo astuto piano. Sconfitto ed umiliato, il piccolo ladruncolo giura vendetta, ed intraprende così un viaggio alla ricerca della sua nemesi, che lo porterà a scoprire delle macchinazioni sconvolgenti.

Come il precedente, ma molto più solido

Styx: Shards of Darkness torna alla ribalta carico di tutti gli elementi che avevano resto interessante e famoso il primo capitolo, che per l’occasione sono stati rivisti e potenziati. Non manca neppure qualche nuova aggiunta in grado di alzare l’asticella della difficoltà verso l’alto, per offrire una sfida degna di questo nome anche ai giocatori rodati. La storia di Styx si snoderà in una serie di livelli dal level design studiato ed efficace, dei piccoli “mondi” chiusi in sé stessi ma notevolmente ampliati rispetto all’avventura precedente. Il gioco è completamente fondato sull’esplorazione dell’ambiente circostanze e sulle meccaniche stealth dell’astuto goblin.

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Ogni livello andrà completato studiando accuratamente i nemici, gli anfratti e gli oggetti presenti, per raggiungere il completamento di un determinato obiettivo, di solito quello di recuperare un oggetto particolare: il tutto restando nascosti e senza causare il benchè minimo rumore. In caso contrario le sentinelle suoneranno le campane accumulando orde di nemici agguerriti. Non mancano le missioni secondarie, che consistono nell’eliminare un certo numero di nemici in un determinato modo, oppure completare certi percorsi senza allertare nessuno e via dicendo.

Il goblin possiede alcune armi e abilità che lo rendono particolarmente letale: avvicinandosi di soppiatto da dietro, ad esempio, è in grado di eliminare qualsiasi nemico. Le cose si fanno più interessanti, però, quando Styx sfodera i suoi poteri “soprannaturali”, che gli consentono la capacità di creare cloni di se stesso con cui attirare e adescare le guardie, ma anche di individuare immediatamente in ogni livello la posizione di tutti i punti di interesse (oggetti utilizzabili, nemici, potenziali problemi). Nel nuovo capitolo è stato persino aggiunto un sistema di crafting che permette al protagonista di creare da sé armi e oggetti del proprio equipaggiamento, come ad esempio gli utilissimi dardi soporiferi e velenosi. Ogni livello può essere affrontato sfruttando uno dei molteplici percorsi presenti, nessuno dei quali è necessariamente migliore dell’altro. Alcuni tipi di approcci più irti di pericoli, tuttavia, saranno indicati soprattutto per chi cerca una sfida più elevata. Il tutto è stato pensato per favorire un’elevata rigiocabilità, fattore che non sempre si sposa perfettamente con un titolo apertamente difficile come Styx (sono ben quattro le difficoltà di gioco presenti, ma tutte comunque impegnative).

Imbarazzante il sistema di combattimento ravvicinato: è chiaro che Shards of Darkness non è stato pensato per offrire scontri all’arma bianca troppo frequenti. Le meccaniche dei combattimenti sono banali e la loro realizzazione estremamente grezza, il tutto richiama evidentemente un progetto appena abbozzato ma che non è stato poi sviluppato fino in fondo.

Fantasy oscuro

Styx dà il meglio di sé non tanto nelle meccaniche di gioco, ormai bene o male già consolidate dal prequel, e neanche nel comparto narrativo, quanto piuttosto nel carisma della scenografia e del level design. Le piccole cittadine costruite su palafitte, le scoscese e rocciose città elfiche e persino le areonavi sono tutte curate nei minimi dettagli e pur non trattandosi di un open-world spingono il giocatore, per forza di cose, ad esplorarle in ogni anfratto. Gli sviluppatori sono riusciti a tirare fuori almeno metà delle potenzialità che aveva loro da offrire l’Unreal Engine 4 e a livello tecnico su PC Styx non cede neppure a un tentennamento. Non abbiamo avuto la possibilità di testare con mano le versioni per Xbox One e PlayStation 4, ma è plausibile credere che il lavoro svolto dal team sia stato più che soddisfacente anche su console.

Commento finale

Styx: Shards of Darkness è un titolo che ha carattere e grinta da vendere. Per di più, rientra in un genere che conta pochi appassionati, ma difficili da soddisfare, e si presente con tutte le carte in regola per lasciare loro estremamente felici dell’acquisto. Che sia la prima volta che incontrate il goblin ladro o piuttosto (si spera) la seconda, vi ritroverete tra le mani un gioco sufficientemente difficile, interessante, dalle ottime atmosfere ma, soprattutto, appagante se portato a termine. E fidatevi, riuscire a portarlo a termine non è propriamente una passeggiata.

Pro Contro 
– Difficile al punto giusto
– Trama interessante
– Meccaniche solide
– Qualche bug/glitch di troppo
– Intelligenza artificiale limitata
 
  Voto Globale: 75 
 
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