Da sparattutto a scorrimento a dungeon crawler.
Versione testata: PlayStation 4.
Qualche giorno fa, nel corso della nostra recensione dedicata a Toukiden 2, riflettevamo su come ultimamente parecchi titoli legati al Giappone stiano arrivando prepotentemente nel nostro mercato occidentale, rendendolo più interessante e variegato. Nel caso di Toukiden ciò riguardava un titolo piuttosto famoso nel paese del Sol Levante, ma NIS America ha avuto ancora più coraggio: ha portato in occidente un’altra serie di nicchia, che più di nicchia non si può.
Parliamo di quello che è noto agli appassionati come Progetto Touhou (“Touhou Project”), ovvero una serie di sparattutto a scorrimento bidimensionale che in patria sono noti anche con l’appellativo di “Danmaku Shooters” (sorvoliamo sulle etimologie, ve ne prego): si tratta in breve di un genere in cui il giocatore schiva seimila proiettili che gli vengono lanciati contro, e al tempo stesso deve rispondere, ovviamente senza morire. Ora, non è detto che un gioco che nasce come un certo genere non possa cambiare nel tempo la sua categoria di appartenenza. E a Touhou è successo proprio questo: si è andati a finire nella più vasta categoria RPG, in grado di inglobare un po’ tutto senza snaturare quasi nulla alla base.
Quello che è successo a Touhou Genso Wanderer appunto, ora disponibile anche in Europa su PlayStation 4 e PS Vita. Il titolo si presenta adesso come un dungeon crawler di stampo roguelike, un genere particolarmente cattivo e soprattutto molto punitivo che ad ogni eventuale fallimento costringe il malcapitato a ripartire dal livello iniziale. Equipaggiati di tanta pazienza, abbiamo provato la versione PlayStation 4, abbiamo rischiato di essere cacciati dall’appartamento dove abitiamo a causa delle molteplici parolacce lanciate ad alto volume nel corso della giornata, e adesso vi raccontiamo un po’ quello che ne pensiamo.
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Minaccia per il villaggio
La protagonista di Touhou Genso Wanderer è Reimu Hakurei, una graziosa sciamana a cui spetta il compito di proteggere la Grande Barriera del Gensokyo affrontando e sconfiggendo i potenti demoni che costantemente cercano di abbatterla. Se vi siete già persi, vi consigliamo di darvela a gambe finchè siete in tempo.
Tutto cambia quanto un giorno la protagonista scopre che il suo amico Rinnosuke Morichika per colpa di una forza oscura, si è trasformato diventando una minaccia per l’intero villaggio. Reimu scopre che l’amico vuole replicare tutta la popolazione di Gensokyo e gli si scaglia contro nel tentativo di farlo ritornare in se stesso, ma per via della sua grande potenza è costretta a fuggire. È così che ci ritroviamo in un luogo sconosciuto con il compito di tornare al più presto in città per sconfiggere il nostro amico prima che possa far danni ai nostri concittadini.
Diciamocelo apertamente: con queste premesse la storia messa in piedi degli sviluppatori di Aqua Style si rivela piuttosto inconsistente, incapace di dare il giusto spessore ai vari personaggi che spesso di perdono in dialoghi prolissi e completamente marginali. Ed è un peccato, perchè gli stessi protagonisti sono dei tipetti particolarmente interessanti, e non solo dal punto di vista caratteriale e narrativo, ma ad esempio anche a livello di design.
Difficile è dire poco
Nella struttura di gioco e nel gameplay Touhou Genso Wanderer mostra diverse cose positive. Dopo un lungo tutorial, ha inizio il nostro viaggio di ritorno che ci porterà nei vari luoghi del Gensokyo attraverso la scalata di numerosi dungeon, ognuno dei quali nasconde un sigillo necessario per passare a quello successivo. In ogni occasione troveremo tanti nemici ad attenderci così come numerosi oggetti e collezionabili da raccogliere e utilizzare nei momenti opportuni. I movimenti sono i classici in otto direzioni, mentre per quanto riguarda il combattimento oltre agli immancabili punti vita, ha grande importanza la barra Tummy che indica il livello di sazietà della protagonista e una volta esauritasi porta al progressivo diminuire di punti vita fino a farle perdere coscienza. È quindi importante esplorare ogni anfratto dei dungeon per scovare quanti più oggetti possibili e assicurarsi di non rimanere mai sforniti di pozioni e bevande.
Affronteremo una grande marea di dungeon, sostanzialmente praticamente identici gli uni agli altri, massacrando nemici su nemici (travestiti da abitanti del villaggio d’origine della protagonista). Avvistato un nemico sulla mappa, questo ci si avvicinerà aggredendoci con attacchi fisici o magici, ai quali poteremmo rispondere con l’utilizzo di armi bianche o con la abilità della nostra protagonista che però per essere attivate richiedono particolari carte reperibili nei dungeon o comunque acquistabili presso i negozi. Sconfiggendo i nemici verremo premiati con denaro e punti esperienza a cui si aggiungono i particolari “P Item”, che permettono di ricaricare la Barra Danmaku, al fine di utilizzare gli iconici proiettili scegliendo tra quattro diversi tipi di attacchi che però richiedono una considerevole quantità di energia per essere attivati.
Ma ecco un dettaglio da non dimenticare mai: il gioco è cattivo. Cattivissimo. Il livello di sfida è alto e il game over sempre in agguato, con tutte le conseguenze: gli sviluppatori ci sono andati giù pesante e ogni morte costringe a ritornare al dungeon di partenza, con tutti i personaggi al livello base, e rifare tutto da capo. Inoltre l’impossibilità di ritornare sui propri passi affrontando nuovamente i dungeon precedenti preclude a qualsivoglia possibilità di “grindare” costringendo il giocatore ad esplorare sempre ogni anfratto degli scenari e a sconfiggere ogni nemico per sviluppare al massimo le proprie abilità e guadagnare punti esperienza. Insomma, vi abbiamo avvisati.
Dungeon in HD, ma neanche tanto
Non sarà uno di quei titoli spaccamascella che fa del comparto grafico il suo punto di forza, ma sul fronte tecnico Touhou Genso Wander si presenta piuttosto misero ed essenziale, per non dire mediocre, soprattutto su PlayStation 4. Le texture ripetute all’infinito nei vari livelli sono scarne e prive di dettagli, in netto contrasto coi graziosi e simpatici sprite bidimensionali delle eroine principali e dei loro avversari.
La colonna sonora appare noiosa e poco ispirata, uno dopo l’altro vengono riproposti costantemente gli stessi quattro brani in croce, fino alla noia vera e propria. Interamente doppiato, il titolo presenta la sola traccia in lingua originale, mentre i testi e il menu di gioco sono unicamente in inglese. Per qualche strana ragione, poi, il filmato iniziale con protagonisti Reimu e lo sventurato Rinnosuke presenta sottotitoli solo in giapponese, impedendo la comprensione dello stesso a chiunque non mastichi un
minimo dell’idioma del Sol Levante. Un errore grossolano da parte del publisher, e che quindi speriamo venga corretto al più presto.
Commento finaleTouhou Genso Wanderer è un titolo per soli appassionati, ma mai come questa volta crediamo che gli appassionati (a parte noi) ammontino a circa dieci persone su tutto il pianeta. Il difficilissimo Dungeon Crawler ripensato e pubblicato da NIS America ha indubbiamente qualche freccia al proprio arco: le premesse narrative, la caratterizzazione e gli sprites dei personaggi, anche qualche elemento del gamplay tra combattimenti ed esplorazione dei dungeon. Ma da tutto il restante punto di vista appare povero, soprattutto sul fronte tecnico e su quello della varietà. Se vi piace il genere, bene. Se amate la serie, benissimo. Se nessuno di questi due punti vi attira: fuggite. |
Pro | Contro |
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– Personaggi interessanti
– Buona sperimentazione sullo shooter originario
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– Difficile va bene, frustrante no
– Alla lunga ripetitivo
– Tecnicamente mediocre
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Voto Globale: 65 |