La conclusione di una saga indimenticabile.
Versione testata: PlayStation 4.
A volte ritornano, quando meno te lo aspetti. È accaduto anche per la serie del fumettista Benoit Sokal, direttore artistico di uno dei videogiochi che ha segnato l’adolescenza di tantissimi giocatori dei nostri tempi. Parliamo di Syberia, naturalmente, il cui primo capitolo è arrivato su PC nel 2002. E, diciamocelo, dopo quel bel Syberia 2 la storia della nostra eroina (e avvocatessa) Kate Walker si era conclusa.
Lo stesso Benoit Sokal, a dire il vero, era stato piuttosto chiaro sulla faccenda: la miniserie era conclusa, arrivederci a tutti. Si sarebbe dedicato invece a due nuove avventure grafiche: Paradise e Sinking Island. Ve le ricordate? No di certo, e infatti non hanno avuto praticamente alcun successo. Ora, noi non vogliamo insinuare che un terzo Syberia sia arrivato in fretta e furia per tornare ad avere un po’ di successo, saremmo troppo maliziosi. Vero è, però, che nonostante le frecce al proprio arco, questa volta Kate Walker stenta un po’ a farsi riconoscere sia su PC che su console di nuova generazione.
Abbiamo provato la versione per PlayStation 4 di Syberia 3, e tornare ad aiutare Kate nella sua nuova avventura investigativa è stato bello come sempre. Ma, nostalgia a parte, le nuove avventure tra i ghiacci non hanno il sapore dei tempi andati e stentano ad eccellere come i due antenati. Vediamo insieme cos’è accaduto in quel di Microids.
Dove eravamo rimasti?
Syberia 3 si apre con una Kate Walker svenuta in mezzo alla neve che viene salvata dalla tribù degli youkol. Se non li conoscete non è un problema, farete le presentazioni a breve. L’avvocatessa, già protagonista del viaggio nel sogno di Hans Voralberg (narrato nei primi due episodi), è in punto di morte e viene portata in una clinica dove, quando riprende conoscenza, si trova prigioniera di alcuni loschi figuri le cui mire all’inizio non sono chiare. Da qui inizia dapprima il suo viaggio per la libertà, quindi per aiutare gli youkol con la migrazione degli struzzi delle nevi (poi diventerà anche altro, ma naturalmente se ve lo dicessimo saremmo davvero cattivi.).
Se considerassimo Syberia 3 solo dal punto di vista narrativo ci sarebbe solo da convenire che ci troviamo di fronte a un ottimo titolo. Sokal non ha perso la sua capacità di descrivere mondi affascinati e riccamente caratterizzati (ad esempio il mercato degli youkol è un piccolo capolavoro) e ha diretto l’intero titolo con grande sapienza, nonostante alcuni cali nella qualità della sceneggiatura, in particolare con alcuni personaggi secondari, e nonostante gli evidenti limiti tecnici, figli questi ultimi di una produzione non certo da tripla A (non che ci importi particolarmente). Kate Walker è ancora un personaggio credibile e affascinante, tormentata ma forte e capace di cavarsela usando la sua intelligenza anche nelle situazioni più complicate.
Insomma: dal punto di vista della storia la promozione a Syberia 3 non gliela toglie nessuno. I problemi arrivano più avanti, con un sistema di controllo un po’ su di giri e meccaniche non perfettamente riuscite, prescindendo naturalmente dai limiti tecnici della produzione.
Puzzle e indovinelli accessibili, ma pessima interfaccia
Facciamo un gioco: descriviamo Syberia 3 nei suoi lati positivi utilizzando tre parole. Le parole sono: puzzle, combinazioni e fascino. I primi sono necessari per proseguire, e lungi dall’essere insormontabili il più della volte potrete superarli aguzzando appena l’ingegno. È un difetto? No di certo: il livello di difficoltà eccessivamente elevato non gioca a favore di un’avventura grafica. Poi, come ogni avventura grafica che si rispetti, ci sono oggetti da raccogliere e da usare con altri oggetti.
Ci sono anche numerosi puzzle meccanici: ad esempio in una circostanza bisogna allineare una chiave con una serratura girando delle rotelle, mentre in un’altra bisogna manipolare delle chiuse per filtrare l’acqua di un fiume. Da ultimo il fascino di una buona storia. Insomma, ottima narrazione, dei puzzle non difficili ma interessanti e una protagonista affascinante, cosa può volere di più un appassionato del genere? Ma questi sono i lati positivi.
L’interfaccia risulta uno dei punti deboli principali di questo terzo capitolo. Tanto per dirne una, il sistema di selezione degli elementi di interesse non funziona a dovere: gli oggetti con cui interagire non vengono sempre evidenziati automaticamente quando Kate si avvicina a un elemento attivo. Altro nostro acerrimo nemico è l’utilizzo della telecamera: dovremo lottare contro di essa per cercare la giusta distanza e la corretta angolazione. Per quel che riguarda la progressione, in ogni caso, molto spazio viene riservato alle conversazioni con i personaggi non giocanti, dotati di un sistema che integra risposte a scelta multipla, le quali, tuttavia non hanno alcuna influenza sullo svolgimento della trama ma solo sul “mood” del personaggio con cui Kate si relaziona.
Durante l’avanzamento, infine, si alternano sia sezioni di gioco più “aperte” (in cui esplorare gli scenari alla ricerca di oggetti e indizi) sia segmenti dal ritmo più serrato, in cui Kate è chiamata a svolgere compiti specifici che si susseguono uno dopo l’altro, tra l’altro senza molta verve. Una simile scelta rende il titolo una sorta di ibrido, che né riesce a riesumare il valore dei primi due capitoli, né consente di spingersi verso un nuovo orizzonte chiaramente definito.
Un po’ alla Tomb Raider
Dal punto di vista grafico Syberia 3 subisce un evidente aggiornamento rispetto ai primi due capitoli, se non altro dal punto di vista puramente estetico. La nuova Kate Walker presenta un profilo ovviamente più gentile e definito, ma anche un aspetto che (scommettiamo che vi avete già pensato da soli) in un qualche modo potrebbe ricordare anche la nuova Lara Croft dei due recenti Tomb Raider. In generale, la resa grafica non è proprio quella cui i grandi distributori ci hanno abituati ultimamente, specie in alcuni particolari come le texture, l’acqua e gli elementi di sfondo.
Il comparto audio, invece, rappresenta un motivo di disappunto. Per prima cosa, dimenticate la voce di Stefania Patruno: il doppiaggio in italiano non è contemplato, e l’unica traccia della nostra lingua è rappresentata dai sottotitoli, peraltro non sempre di chiara lettura. Persiste poi dall’inizio alla fine una cronica mancanza di sincronizzazione tra l’audio e i movimenti delle labbra di tutti personaggi. Un difetto abbastanza evidente e che, fin da subito, farà svanire un po’ l’immersività nella narrativa.
Va meglio con le espressioni facciali di quasi tutti i personaggi, mentre invece le animazioni del corpo delle varie figure (specie di Kate) si ripeteranno fin troppo spesso. Almeno, per quanto riguarda le musiche di sottofondo, vero e proprio vanto dei primi due atti, l’impatto è positivo durante tutta la narrazione, con una nota di merito per la composizione ascoltabile durante i titoli di coda e i continui rimandi, durante tutto il gioco, al tema principale.
Commento finale
Syberia 3 potrebbe essere la degna conclusione della saga che avete sempre amato, o una profonda delusione. Certo, al di là di tutti i problemi che abbiamo elencato è impossibile non apprezzare almeno un po’ il ritorno di Kate, assente da così tanto tempo. Il nostro consiglio, pertanto, è questo: se avete giocato i primi due capitoli, fate un bel respiro e procedete anche con questo. Glielo dovete, a Kate. Se invece non avete mai sentito parlare prima della serie, non saltate le tappe e godetevi i primi due episodi. Poi, col tempo, deciderete il da farsi. Sicuramente non è saggio iniziare con un titolo che presenta il numero 3 nel nome.