Un netcode degno di tale nome
Finalmente le magagne presenti in Gears of War 2 sembrano risolte del tutto. Nonostante i tanto decantati server dedicati non siano ancora stati presi d’assalto è un piacere notare che, anche se le partite di tipo Public sono gestite sfruttando come “host” le stesse console, il vantaggio di chi hosta è molto minore rispetto a Gears 2 (addio host power, ndr.). Una nota di merito va alle collisioni riviste in toto in questo terzo capitolo: noterete che sparando in svariate parti del corpo i vostri colpi avranno maggiore efficienza rispetto ad altre parti. Il gameplay è stato rivisitato aggiungendo alcune novità, tra le quali segnaliamo la possibilità di recuperare energia autonomamente una volta abbattuti, a patto di raggiungere prima una copertura e martellando il tasto A.
Sarà possibile mentre utilizziamo uno scudo umano lanciare il cadavere contro i nemici e contemporaneamente attaccare una granata per eseguire una kill multipla. E’ stata inserita una feature chiamata “mantle”, mentre scavalchiamo una copertura è possibile colpire con un calcio in faccia un avversario, stordendolo temporaneamente e renderlo inerme alla nostra mercé. Ora è possibile scambiarsi tra compagni di squadra munizioni ed armi, utile nel caso rimanessimo a corto di munizioni o fossimo in possesso di un’arma a noi non congeniale.
Il ritmo di gioco è martellante e molto frenetico e ciò giova a favore del gameplay stesso; anche le mappe sono state progettate in maniera eccellente in modo da evitare i troppi casi di camperaggio da parte di alcuni giocatori.