Recensione Catherine


L’Anima di Catherine

La struttura di gioco è la vera propria anima di Catherine, infatti si articola in due distinte sezioni: quella in stile visual novel e gli incubi in cui il gioco si trasforma in un vero e proprio puzzle game.

Nella prima sezione, Vincent vive la vita di tutti i giorni, il tutto viene raccontato con brevi sequenze video e altre con sezioni giocabili spesso questi intermezzi giocabili sono concentrate nelle ore serali, dove Vincent frequenta gli amici al bar.
Queste sezioni giocabili, si potrà controllare Vincent parlando con le persone e interagendo con quelle non direttamente presenti al bar utilizzando il suo cellulare per poter ricevere messaggi, email e scrivere alcuni messaggi di testo alle due ragazze.

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I dialoghi di Vincent sono strutturati come brevi scambi di battute, con alcune possibilità di intervenire scegliendo tra due risposte, in modo da indirizzare la conversazione. Questa possibilità di “variare” la conversazione andrà influire grazie i molteplici finali di gioco.
Vincent inoltre potrà muoversi liberamente per il bar, chiedendo di essere servito al tavolo con alcune bevande, utilizzare alcune feature extra rilasciare da Atlus come alcune “console” da gioco presenti nel locale.

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Una volta terminata questa sezione di gioco (sarà il giocatore scegliere quando e come), giunti a casa, il gioco muterà pelle improvvisamente mostrando il suo vero volto e in base allo stato di salute di Vincent (se del tutto alcolizzato o meno) il giocatore dovrà affrontare diverse insidie che possono variare difficoltà in base agli effetti dell’alcool del nostro protagonista.

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