Recensione Deus Ex: Human Revolution


Piccole falle nel sistema

Deus Ex: Human Revolution graficamente è un titolo con molti alti e bassi. Se durante l’avventura il titolo presenterà animazioni ambientali ben realizzate, texture di ottima fattura, non si può dire lo stesso nelle sequenze scriptate dove si noteranno animazioni facciali di poca credibilità e qualità. Sopratutto le prime sequenze sono le più fastidiose, a causa probabilmente della loro troppa enfasi.

Nel corso dell’avventura, Adam potrà eliminare i propri nemici con sezioni stealth. In realtà ad un occhio più attento si nota come queste sezioni hanno ben poco di silenzioso, visto che il protagonista, portato da un’eccessiva enfasi, agirà semplicemente in modo rapido e troppo irruente.
Di sicuro queste azioni risulteranno spettacolari all’occhio del giocatore, ma decisamente contrarie a qualsiasi principio del genere steath. Oltretutto queste scene non faranno altro che sottolineare la stupidità dei nemici nei dintorni, creature con i timpani bucati che non si accorgono di un tonfo, nemmeno di un loro “compagno” a terra a poca distanza da loro.

Parentesi aperta sull’intelligenza artificiale che sarà approfondita in seguito, torniamo a valutare il comparto grafico, quello che alla fine i giocatori di questa generazione tengono molto in considerazione per acquistare un titolo.

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Altra nota dolente delle sequenze video, ad un occhio attento queste andranno in “corto circuito” con lo scenario; ci ritroverà a stendere un avversario con i piedi infossati nel pavimento, ci ritroveremo ad eliminare un nemico e ritrovarlo incastrato con metà corpo nel muro, spesso alcuni nemici non saranno in grado di eliminarvi o muoversi perchè saranno incastrati nelle texture di gioco.

Insomma Deus Ex: Human Revolution non brilla certo per un codice esente da bug nel suo motore grafico. D’altro canto se il giocatore sorvola su alcune magagne tecniche, si renderà conto che la direzione artistica è davvero sorprendente, gli sviluppatori hanno prodotto una città “Cyberpunk” incredibilmente viva e allo stesso tempo sporca, con un uso dei colori perfetto per la creazioni di alcuni scorci cittadini.
L’utilizzo del “giallo” è stata una mossa perfetta per rendere il senso di livido decadimento di ogni elemento formante delle città.

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