Recensione FIFA 12


La sfida delle sfide

David Rutter, Capo Produttore del brand FIFA, lo aveva annunciato già in alcune interviste. FIFA migliora ogni anno perchè la visione che il team ha del progetto è chiara: portare agli utenti la simulazione calcistica per eccellenza e quindi avremo un gioco rivoluzionato. In barba a quanti, me compreso, pensavano che sarebbe stato solo un aggiornamento di rose di giocatori, squadre e stadi, FIFA 12 riesce nell’ardua impresa di superare se stesso, ovvero il precedente capitolo che aveva osannato milioni di giocatori. Quali sono gli ingredienti di tale ricetta? Eccoli in dettaglio.

Partiamo subito con l’aspetto più immediato, quello che colpisce l’utente: il comparto grafico unito al rinnovato sistema di gioco. E’ incredibile notare come la pulizia di ogni oggetto che compone il quadro visivo sia stato raffinato, dettagliato, e reso ancora più credibile grazie a nuove sfumature di colori. Ancora più interessante è il numero di animazioni maggiore aggiunto ai calciatori per renderli simili alla loro controparte reale, specie nei contrasti e nei dribbling. Il motore degli impatti, propriamente detto Impact Engine, è stato sviluppano in due anni e le sue qualità sono sotto gli occhi di ogni giocatore. Dopo ogni contatto si nota un diverso comportamento tra i giocatori in modo da farli apparire reali e credibili. Anche nella gestione della sfera si nota più padronanza nei movimenti sia per chi la difende che per chi cerca di rubarla: eclatante vedere l’arbitro richiamare un giocatore perché eccede nelle spinte o tira a lungo la maglia avversaria, mentre in caso di contatti lievi i giocatori si rialzano facilmente al contrario di quelli duri che provocano a volte infortuni anche gravi.

Pad alla mano, effettuato un pò di allenamento, si viene pervasi da un senso tattico e simulativo maggiore, più ragionato, più dettato da una costruzione di gioco meno istintiva. A ciò si aggiunge la nuova combinazione di tasti nel momento in cui bisogna difendere, eliminata la pressione asfissiante uomo a uomo a favore di una marcatura a zona, prima quasi assente, che ne aumenta la difficoltà generale.

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Anche la CPU reagisce in modo più reattivo. Ora non bisogna attendere 4 o 5 partite per vedere la Intelligenza Artificiale prendere le contro misure ai nostri affondi. Ogni squadra avversaria, in base al suo livello di skill, mette in atto già nel corso della partita nuovi moduli tattici per mettere in difficoltà anche il giocatore più abile. Resta sempre marcata la differenza tra la selezione Principiante, Normale e Esperto, con quest’ultima ora più abile che mai. Il decantato Pro Player Intelligence fa sempre la sua degna parte non lasciando mai le partite dal finale scontato.

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