Recensione Assassin’s Creed Revelations

AssassinsCreedRevelations_thumbDifendere il credo, ancora una volta.

Versione testata Playstation 3, Xbox 360.

Assassin’s Creed a suo modo ha cambiato la maniera d’intendere l’action adventure accostandogli il genere free-roaming, un sistema d’esplorazione verticale a cui molti titoli si sono poi ispirati. Nel corso dei diversi capitoli, il team ha inoltre cercato di porre rimedio all’estrema ripetitività del primo episodio, riuscendo a limare questo problema in buona parte con Assassin’s Creed 2 inserendo una serie di quest secondarie e mini-game, strumenti che sono riusciti a rendere solo meno ripetitivo il gioco.

Se con Assassin’s Creed Brotherhood, primo spin-off dedicato ad Ezio Auditore abbiamo avuto modo di sperimentare la gilda degli assassini, i restauri e una modalità multiplayer mai vista prima, in Assassin’s Creed Revelations (secondo spin-off dedicato ad Ezio ed opera conclusiva del secondo capitolo della serie) gli sviluppatori hanno voluto potenziare l’esperienza di gioco di Brotherhood e puntare sulla spettacolarità grazie ad una sceneggiatura mai vista prima.

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Nei panni di un Ezio oramai quarantenne ci recheremo a Costantinopoli, dove i Templari hanno trovato alcune tracce di antichi manufatti: cinque chiavi che conducono nientemeno che alla segreta biblioteca di Masyaf, dov’è custodito il sapere di Altair.

A grandi linee questa sarà la trama di Assassin’s Creed Revelations e da come suggerisce il titolo, questo sarà il capitolo delle “Rivelazioni”, sostenute da una regia e da una sceneggiatura di assoluto valore, che passano prima da un’evoluta caratterizzazione dei personaggi e poi alla spettacolarità e ai colpi di scena.

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