In arrivo il prossimo 9 Aprile per Nintendo Switch (con una versione PC a seguire), Star Overdrive è un progetto con un fascino molto particolare. Non solo per motivi patriottici, visto che Caracal Games è una software house con sede a Roma. Ma anche e soprattutto perché gli sviluppatori si erano già fatti notare ai tempi di OkunoKA, un pregevole ed impegnativo platformer capace di raccogliere i favori della critica.
Star Overdrive tuttavia si pone un obiettivo molto più ambizioso. Proporre un action adventure ispirato al successo di The Legend of Zelda Breath of the Wild, tendando al contempo di ritagliarsi una propria identità specifica.
Abbiamo avuto l’occasione di testare la demo del titolo, attualmente disponibile dall’eShop Nintendo, e vi raccontiamo le nostre prime impressioni.
Versione testata: Nintendo Switch
Ooga-Chaka Ooga-Ooga
La demo si apre con una sequenza cinematica, che lascia già trasparire le innumerevoli fonti di ispirazione di Star Overdrive.
Il giovane Bios, appassionato di musica e tecnologia, intercetta con la propria astronave una richiesta di soccorso da un vicino pianeta desertico. Il messaggio è di Nous, una biologa scomparsa anni prima che sembra legata in qualche modo al protagonista. Neanche il tempo di organizzare una missione di soccorso che Bios precipita sul corpo celeste. Salvatosi grazie ad un hoverboard inviato provvidenzialmente dalla stessa Nous, dovrà iniziare l’esplorazione per comprendere dove si trova e che fine ha fatto la giovane.
Prendendo spunti da produzioni cinematografiche come Guardiani della Galassia e Dune, i primi passi (fluttuanti) sul pianeta desertico ci hanno condotto a delle misteriose ed immense strutture hi-tech per carpire le prime informazioni sul territorio circostante e sulla direzione verso cui indirizzare la ricerca.

Puoi tenerlo, io ho un Pit Bull adesso
Il primo impatto con il mondo di Star Overdrive passa per una delle star del titolo: l’hoverboard di Bios.
Si tratta di un mezzo di locomozione fondamentale per percorrere le dune del mondo desertico e, da quanto abbiamo potuto constatare dalla demo, il sistema di controllo sembra intuitivo e molto divertente. Inanellando salti, evoluzioni aeree e boost di velocità è stato possibile raggiungere praticamente ogni posto sfrecciando da un punto all’altro della mappa. Siamo molto curiosi, da questo punto di vista, di capire se il mondo di gioco riuscirà a proporre un valido (e contenutisticamente vario) level design che possa mettere a frutto tutte le potenzialità che abbiam intravisto nell’implementazione dell’hoverboard.
Quello che abbiamo visto ci ha tuttavia meravigliato. Non solo il mondo sembra ampio, ma anche tecnicamente ben realizzato ed artisticamente ispirato. Soprattutto il primo non è un traguardo di poco conto, considerando che Nintendo Switch è oramai a poche settimane dalla fine del suo ciclo vitale e non sono pochi gli sviluppatori (anche molto blasonati) ad aver avuto qualche imbarazzo con materiale open world.

Santuari… e musicassette
Al di là dello scorrazzare tra le dune di sabbia, nel corso della demo c’è stato anche spazio per combattimenti ed enigmi.
Grazie alla nostra fida Keytar, ci siamo difesi dagli avversari menando fendenti e schivando le rappresaglie aliene. Il sistema di combattimento sembra, ad onor del vero, piuttosto semplicistico ed il feedback generale non ci ha colpito particolarmente. Tuttavia, trattandosi solo di un impatto iniziale, crediamo che Star Overdrive abbia margine per poter nascondere qualche chicca interessante.
La conferma al riguardo ce l’hanno data le musicassette anni ’80, degli strumenti da equipaggiare assieme alla Keytar e capaci di sbloccare nuove abilità. Ad esempio, una ci ha permesso di far levitare oggetti per spostarli e lanciarli. Un’altra ci ha attribuito un colpo a distanza, impiegabile sia in fase offensiva sia nel corso degli enigmi ambientali. Se avete avvertito un déjà vu zeldiano, non vi state sbagliando anche perché Star Overdrive sembra offrire anche dei gran bei dungeon.
Similmente ai Santuari di Breath of the Wild, Bios dovrà affrontare sezioni appositamente studiate nelle quali dover spremere la materia grigia, impiegando al meglio tutte le proprie abilità. Nella demo abbiamo affrontato complessivamente due dungeon, che ci hanno colpito per il solido design ma anche per l’attenzione riposta in sede di bilanciamento. Ovviamente speriamo che questo non sia che un piccolo assaggio di quello che gli sviluppatori hanno preparato per il prodotto finale.
Sinceramente, non vediamo l’ora di mettere le mani sul codice definitivo di Star Overdrive, per comprendere se i talentuosi sviluppatori di Caracal Games abbiano fatto di nuovo centro. Lo scopriremo presto: al 9 Aprile non manca molto.
