Il ministro delle Industrie Creative e del Turismo Britannico, Shaun Woodward, dichiara che c’è bisogno di una “scuola per geni del videogioco”
L’Università dei Videogames
Era ora, qualcuno si è accorto che i Videogames non sono solo un inutile passatempo che fa diventare violenti e svogliati i bambini, ma una vera e propria arte da “coltivare”. In una intervista al Financial Time, infatti, il ministro delle Industrie Creative e del Turismo Inglese, Shaun Woodward, ha posto l’accento sulla necessità della creazione di una Università dei Videogames, volano delle piccole genialità sparse nel paese.
Il ministro, con una perspicacia non comune tra i politici della sua età, ha centrato il problema in poche battute: “C’è bisogno di una scuola per geni del videogioco” e “Il modo migliore per l’industria dei videogames di reclutare i talenti di cui ha bisogno è finanziare autonomamente un’accademia in cui questi possano affinarsi e svilupparsi”.
Inoltre il ministro, mostrando una profonda conoscenza delle dinamiche giovanili e delle inclinazioni di questi ultimi si è lasciato andare in considerazioni piene di pragmatismo politico dichiarando :”Potrebbero iscriversi ragazzi che fanno fatica a continuare gli studi normali, ma per esempio sono dei fantastici giocatori di videogames e dispongono di altre qualità. Si tratta di cercare talento in modo creativo e differente da quello richiesto da un tradizionale background accademico”.
L’idea di Woodward è quella di creare una possibilità di impiego per i ragazzi che amano il settore dei videogames e dell’entertainment in genere, lo stesso ministro si chiede come mai, nonostante il settore dei videogames abbia un fatturato multimiliardario, non sia ancora nata una “scuola dei videogames” a fronte delle tante accademie di cinema, teatro e musica.
L’Augurio di 4news è che “qualcuno”, anche in Italia, si accorga della necessità dello sviluppo dei settori chiave dell’ “Industria Creativa” quali quello dei Videogames e delle “tecnologie del tempo libero”: il ministro Woodward ha disegnato una strada ben definita con una “scuola” affidata alle grandi industrie del settore. L’auspicio è quindi quello di mettere in pratica questa idea anche in Italia, ma non all’Italiana, non affidando cioè l’arte dei videogames a corsi di laurea statici e tradizionali dove insegnano i baroni della conservazione, i quali pensano (nel migliore dei casi) che videogame sia sinonimo di “Pac-Man” o “Arkanoid”. Quella di 4News è naturalmente una ricercata provocazione, ma qualcuno tra i grandi “addetti” alle politiche giovanili di questo Paese dovrebbe prendere esempio dal ministro Woodward e cominciare a rimodulare i vari corsi di laurea dove si insegna qualcosa che rappresenteva “il nuovo” due decenni fa.