La Confederazione Generale Italiana del Lavoro (Cgil) e Federconsumatori hanno condiviso un nuovo studio dedicato al fenomeno del gioco d’azzardo online, tracciando un quadro della situazione nei comuni italiani.
Il report, denominato “Non così piccoli. La diffusione dell’azzardo online nei piccoli comuni italiani” (scaricabile qui), si propone di fare un passo avanti nel tentare di “mappare l’evoluzione del gioco d’azzardo nel nostro paese”. Nella fattispecie, l’obiettivo è stato quello di censire i dati dei 3.232 comuni italiani tra 2000 e 9.999 abitanti, corrispondenti ad un quarto della popolazione italiana ed al 41% dei comuni.
La segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi ha sottolineato che la conoscenza dei dati è un passaggio fondamentale per comprendere la reale entità del fenomeno, al fine di evitarne gli eccessi e gli annessi pericoli anche per la salute dei cittadini. Il dito viene puntato anche nei confronti del Governo, accusato di andare in una direzione che rischia di incentivare (direttamente o meno) il gioco d’azzardo, citando la proposta di destinare il 5% dei proventi ai Comuni, o l’ipotesi di riportare la pubblicità nel calcio, aggirando i divieti esistenti.
Dello stesso avviso anche Michele Carrus, presidente Federconsumatori, che evidenzia come “nessuno chiede di vietare l’azzardo: oltre che impossibile sarebbe anche controproducente, e alimenterebbe il canale illegale. Chiediamo, invece, di contenerlo, esaminando la materia attraverso un bilancio sociale, che metta a fianco delle entrate per la collettività, sotto forma di tasse, anche le uscite, in termini di costi sanitari e sociali, gli effetti sui bilanci personali, sulla disgregazione delle famiglie”.
Il paradosso del Veneto
Dal report, emerge che la regione che spende meno nel gioco online è il Veneto.
Un dato che viene ancor più esplicitato se si pensa che Treviso, Padova, Vicenza, Belluno e Rovigo occupano gli ultimi cinque posti nella classifica delle province italiane per dimensioni dell’azzardo online, tutte al di sotto dei 1.000 euro pro capite (fascia 18-74 anni). Proprio Padova, con 960 euro giocati nel 2023, si distanzia molto dagli oltre 3.200 euro di Messina, Palermo e Siracusa (tra le province del Sud in cui si spende di più in assoluto).
Tuttavia, il paradosso è che proprio in provincia di Padova si è giocato di più online nel 2023.
Un caso emblematico, in questo senso, è quello di Anguillara Veneta, comune lievemente al di sopra dei quattromila abitanti. Nel 2022 si registrava un dato di poco superiore a quello provinciale, 1.231 euro. Nel 2023 è inaspettatamente spuntata la somma enorme di 40 milioni di euro, che ha portato il piccolo comune all’incredibile media pro capite di 13.073 euro per ogni abitante tra 18 e 74 anni, quasi 14 volte la media provinciale. Ogni abitante di Anguillara ha così investito nell’azzardo online quasi 1.100 euro mensili.
Pressoché identica la condizione di Calliano, provincia di Trento con 2.038 abitanti, che passa dai 1.196 euro del 2022 ai 12.749 euro del 2023, 12 volte la media provinciale.
Il podio della classifica viene dunque dominato dal Nord, con il terzetto completato dalla lombarda Moniga del Garda (terzo posto con 11.402 euro), in provincia di Brescia.
Nei primi dieci comuni della classifica, ben sei sono del Nord. Un dato in escalation, se si pensa che il dato sui comuni sopra i 10.000 abitanti parla di cinque presenze ma nei primi cento posti.
Un nesso tra turismo e gioco d’azzardo?
Un dato interessante è poi quello emerso dai riscontri su Capri, al punto da aver fatto ipotizzare un possibile nesso tra turismo e gioco d’azzardo.
Lo stesso report ricorda che non ci sono nessi sulla “tipologia” di persona che gioca e la localizzazione geografica, ma non ha potuto non segnalare una anomala presenza di piccole città ad economia turistica.
L’isola situata nel golfo di Napoli, che nel 2022 era già nella parte alta della classifica con 7.913 euro pro capite, vede un incremento a 9.503 nel 2023. Anche il limitrofo comune di Anacapri è nella classifica, con quasi 5.000 euro. Ma sono tante le città di mare presenti, come Portovenere (Sp), Lacco Ameno (Ischia, Na), Amalfi (Na), Peschici (Fg) ed Otranto (Le), come anche i paesi che si affacciano sul Lago di Garda (Moniga, Brenzone, Malcesine) e sul Lago di Como (Gravedona e Uniti, Dubino).
L’ipotesi che viene avanzata nel documento è che una parte del ricavato dell’economia turistica, in particolare la vasta area di irregolarità connaturata al settore, venga riciclata nell’azzardo online. In alternativa, questi numeri potrebbero corrispondere a giocatori di alto potenziale, ma di bassa densità numerica. Non ci sono particolari indizi sul tipo di gioco preferito, sebbene ad esempio non manchino siti sicuri e responsabilizzati dove giocare a slot online con soldi veri in Italia.
Sud Italia: lo spettro della malavita
Al di là degli esempi significativi riscontrati nelle zone citate, sono tuttavia le Regioni del Sud a registrare il colore nero nella mappa della diffusione dell’azzardo.
Nell’elenco sono presenti molti comuni che registrano oltre il doppio della media nazionale, tra cui dieci palermitani, nove di Messina e Lecce, otto di Cosenza, sette di Napoli, sei di Salerno e cinque di Vibo Valentia.
Intrecciando i dati emersi da questa indagine con le risultanze del Libro nero, arriva la conferma che l’azzardo online registra i numeri più elevati nelle aree a maggiore concentrazione della malavita organizzata. Sembra pienamente ipotizzabile che proprio il gioco online possa aver assorbito una parte del riciclaggio esercitato nel passato attraverso AWP e VLT.