Siamo andati per voi alla inaugurazione della nuova ala del Museo del Cinema di Torino dedicata ai videogiochi e siamo rimasti… elettrizzati.
Figli di un dio minore, adottati da un dio maggiore
Nel mondo sono rari i musei dedicati all’arte videoludica, sintomo ancora della scarsa considerazione di cui i videogiochi soffrono in ambito accademico e culturale.
Fortunatamente non sembra pensarla così il Museo del Cinema di Torino, che ha inaugurato ieri, 2 Luglio 2024, una nuova ala dedicata esclusivamente ai giochi elettronici, all’interno della Mole Antonelliana. Già da qualche anno era stata introdotta un’area VR in collaborazione con RAI Cinema e pensata sia per i giochi, sia per la fruizione di titoli filmici in realtà virtuale o 360°, ora, con questa nuova apertura, viene sottolineato l’impegno del Museo di occuparsi a tutto tondo delle opere di intrattenimento, siano esse cinematografiche o videoludiche.
“Dopo le salette dedicate al VR, il Museo Nazionale del Cinema si apre a nuovi linguaggi che possano
dialogare in maniera trasversale e indirizzarsi a un pubblico sempre più ampio – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino – Stiamo attraversando un momento di grandi e rapide trasformazioni, sta anche a noi, come museo, saperle intercettare per tempo e metterle a disposizione dei nostri tantissimi visitatori”.
“Il cinema e il videogioco hanno caratteristiche, strutture, personalità e metodi di fruizione totalmente diversi, ma le intersezioni e le influenze reciproche sono innumerevoli e sempre più evidenti – dichiara Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema e co-curatore dell’allestimento – Abbiamo creato uno spazio unico nel suo genere, perfettamente inserito nel percorso museale, che racconta il legame sempre più forte tra videogioco e cinema.
Inizia così un percorso di acquisizione di opere, di studio e ricerca, il tutto volto alla realizzazione di una mostra che vedrà la luce nei prossimi anni”.
“Se il cinema con la sua immagine in movimento ha plasmato l’immaginario collettivo attraverso la
narrazione visiva, i videogiochi hanno esteso questo immaginario, offrendo non solo storie da guardare, ma anche da vivere e influenzare direttamente grazie alla loro natura di immagine interattiva – sottolinea Fabio Viola, co-curatore dell’allestimento – L’introduzione dei videogiochi al Museo Nazionale del Cinema non solo è un passaggio formale nel riconoscimento come forma d’arte a pieno titolo ma vuole sottolinearne e stimolare il dialogo tra forme d’arte diverse ma assolutamente complementari, mostrando le intersezioni, le influenze reciproche e le potenzialità espressive uniche di questi due medium che hanno segnato il XX e XXI secolo”.
“Da anni l’Università di Torino ha avviato ricerca e didattica sui temi legati alla gaming culture –
sottolinea Giulia Carluccio, prorettrice dell’Università di Torino – Il nuovo progetto che vede il nostro Ateneo partner del Museo Nazionale del Cinema conferma la vivacità della ricerca universitaria sempre più attenta ai bisogni e alle trasformazioni della società contemporanea”.
“L’apertura al videogioco di un’istituzione autorevole e prestigiosa come il Museo Nazionale del Cinema è un segnale positivo di grande importanza – commenta Riccardo Fassone, Professore associato di Storia e teoria delle forme ludiche presso l’Università di Torino e game designer – Un mezzo di comunicazione popolare e autoriale, a cavallo tra arte e industria, tra narrazione e design, trova un luogo privilegiato di esposizione e analisi in un contesto che si è sempre dimostrato ricettivo ai cambiamenti e alle innovazioni”.
La nuova area viene introdotta dalla sezione centrale da due pannelli agganciati alla cupola della Mole, che mostrano “a ripetizione” scene di film ispirati al mondo dei videogiochi o che, a loro volta, ne sono stati fonte di ispirazione. Le immagini di Tron (1982) di Steven Lisberger, War Games – Giochi di Guerra (1983) di John Badham, Kung-Fu Master (1988) di Agnès Varda, Super Mario Bros.
(1993) di Annabel Jankel e Rocky Morton, EXistenZ (1999) di David Cronenberg, Lara Kroft: Tomb Raider (2001) di Simon West, Pixels (2015) di Chris Columbus, Stranger Things (episodio 1, stagione 2) (2017) dei Fratelli Duffer, Ready Player One (2018) di Steven Spielberg e The Last of Us (stagione 1, episodio 1) (2023) di Craig Mazin e Neil Druckmann e Avalon (2001) di Mamoru Oshii si susseguono senza sosta, immergendo il visitatore in una atmosfera capace di omaggiare contemporaneamente sia il cinema che i giochi elettronici.
All’interno della saletta della Video Game Zone, al momento limitata, ma in rapida espansione grazie alle donazioni e agli acquisti che il Museo del Cinema di Torino sta ricevendo direttamente dai publishers e sviluppatori di oggettistica e attrezzatura tecnica, si possono ammirare numerosi oggetti tra cui alcuni layout disegnati a mano di Broken Sword (1996), la pagina del copione per la voce fuori campo di Gone Home (2013), diversi oggetti di scena usati per i segmenti di live action di Alan Wake II (2023), la telecamera Vicon T160 e quattro maschere utilizzate per riprese motion-capture e numerose pagine di sceneggiatura di Detroit: Become Human (2018) e la figura da collezione a grandezza naturale di “BBPOD” in Death Stranding Director’s Cut (2021).
InTO Cinema: ovunque siate
Una selezione di contenuti è disponibile e fruibile anche a distanza su InTO Cinema, la piattaforma streaming del Museo Nazionale del Cinema sulla quale, dato il ricco materiale digitale ricevuto per ogni acquisizione, è stata creata una nuova area dedicata. Accedendo alla sezione, si potrà osservare la linea del tempo dei titoli acquisiti e cliccando sul nome del videogioco sarà possibile accedere a contenuti di approfondimento. La piattaforma ospiterà, infatti, interviste inedite ai creators, gallerie di immagini con concept art e sketches, sceneggiature sfogliabili.
InTO Cinema, ideata e realizzata per espandere l’offerta culturale e cinematografica del museo e
attrarre e coinvolgere le scuole e nuovi pubblici, è uno strumento che ha reso possibile l’ampliamento
dei materiali accessibili al pubblico oltre allo spazio espositivo.
Insomma, la Mole sembra aver abbracciato pienamente l’intenzione di condividere la cultura videoludica esattamente come quella cinematografica.
Un anno promettente
Con la premiazione di David Cage con la Stella Blu della Mole e la sua masterclass (che trovate raccontata qui) in occasione dell’inaugurazione dell’ala Video Game Zone, e la promessa di molti altri eventi e masterclass dedicate ai videogiochi, il Museo del Cinema di Torino prospetta un futuro interessante per noi amanti dell’intrattenimento elettronico e per tutti coloro che non intendono solamente fruire i giochi, ma anche crearli.
Non ci resta che aspettare le novità promesse dai ragazzi della Mole Antonelliana e invitare voi lettori, se doveste passare da Torino, a fare un salto al Museo del Cinema.