L’impronta di DICE
Versione testata Playstation 3
Quando al Video Games Awards 2009 è stato presentato Medal of Honor, il primo pensiero è stato molto ottimistico, figlio di una esperienza ludica legata soprattutto al nome che ha fatto la storia dello sparatutto in prima persona (FPS) con ambientazione nei conflitti bellci mondiali. A pochi mesi dal suo lancio, Electronic Arts decide di far saggiare attraverso una Beta Chiusa il comparto multiplayer, realizzato e supportato nella sua struttura MatchMaking dal team DICE, ormai famosi per il loro Battlefield: Bad Company 2.
Dopo aver scaricato il pacchetto di installazione da 617MB, viene proposto un aggiornamento alla versione 1.01 del peso di circa 250MB, che va a risolvere alcuni problemi legati soprattutto al blocco durante la partita e relativo freeze della console. Il menu principale si presenta strutturato in modo molto semplice e intuitivo con la possibilità di creare una partita tra amici, entrare in una partita già inizializzata da un amico oppure entrare a caso in una partita libera. Le modalità di gioco sono essenzialmente due, Missioni e Team Assalto, selezionabili a priori oppure lasciare la scelta a caso selezionando la voce Ciascun Gioco.
Missioni prevede che le forze della Coalizione abbiano il sopravvento sull’altra fazione degli Insorti portando a termine cinque obiettivi consecutivi i quali vengono comunicati durante il caricamento della partita e che possono essere ad esempio la distruzione di un congegno ostile situato in territorio nemico. Team Assalto è un vero e proprio Deathmatch nel quale vince la squadra che ha bersagliato il maggior numero di avversari durante la sessione di gioco.
Le fazioni si dividono dunque in forze della Coalizione e Insorti, ognuna con il suo stile d’abbigliamento militare e di armamentario. La scelta della fazione è decisa a priori dal server durante l’inserimento della partita per evitare sbilanciamenti da una parte o dall’altra, e viene invertita automaticamente dopo ogni match, in modo da provarle entrambe. Le classi in questa versione dimostrativa di prova sono Fuciliere, Unità Speciali e Cecchino. Ogni classe ha un suo gruppo di armi e un livello di progressione, da 1 a 14, raggiunto il quale permette di accedere a nuovi armamenti e potenziamenti come munizioni più performanti, la richiesta di bombardamento aereo, mitragliatrici, fucili di precisione, varie tipologie di granate, e così via. Unica pecca forse è il non poter combinare i vari armamenti tra le classi.
Il teatro di battaglia è ospitato dalle mappe “rovine di Kabul” e “deserto di Helmand Valley” non eccessivamente grandi e sapientemente strutturate per permettere un approccio vario nel quale si affrontano al massimo 12 contro 12 giocatori. I punti di respawn (ritorno in partita) sono di norma prefissati per farvi rientrare al seguito di un altro giocatore meglio piazzato oppure si può scegliere il punto di partenza iniziale lontano da fuoco ostile.
La giocabilità è decisamente buona resa coinvolgente dal giusto mix tra alcuni ingredienti di Battlefield: Bad Company 2 e Modern Warfare 2, unendo agli aspetti spettacoladi di quest’ultimo un approccio meno arcade quasi simulativo dello scontro bellico del primo, e potendo contare sul colpo singolo in testa (headshot) per freddare il nemico nonchè sulla presenza di mezzi rendendo il piatto finale più saporito potendo contare su blindati e carri armati. Mancano al momento la possibilità di usare elicotteri, quad, e via dicendo dei quali non abbiamo al momento certezza di presenza nella versione finale. Il radar mostra da subito la posizione dei propri alleati con dei simboli di colore bianco mentre quella dei nemici viene evidenziata di colore arancione solo se lo abbiamo visivamente su schermo, mentre scompare se riesce a sfuggire e a sparire anche ai nostri occhi. Non si riesce a capire perchè manchi anche in Medal of Honor la posizione prona del giocatore utile soprattutto per chi usa il cecchino.
Essendo una versione ancora in fase di sviluppo è normale notare alcuni difetti nel codice come ad esempio alcune collisioni tra il giocatore e gli oggetti dello scenario che vi bloccano diventando facile preda per il nemico, oppure dopo aver usato una mitragliatrice da avamposto abbiamo riscontrato un forte lag nei comandi, od ancora pronti ad infierire alle spalle con una coltellata abbiamo notato a volte come questa non sortisse alcun effetto subendo la soppressione del nemico rimasto illeso. Il motore grafico, gestito da Unreal Engine 3, mette in mostra i suoi punti di forza nella fluidità dei 60fps, negli effetti particellari di fumo e detriti e una gestione della fisica abbastanza limitata solo nei personaggi e non negli oggetti ma comunque realistica. L’assenza di anti-aliasing, effetto pop-in della comparsa degli oggetti e una risoluzione non propriamente a 720p hanno abbassato il nostro appeal specie nella mappa di Kabul dove le strutture dei palazzi in rovina appaiono con un look da old-gen. I programmatori comunque hanno rassicurato che la versione finale sarà sicuramente migliore. La scelta di Electronic Arts di non sfruttare il Frostbite 2 di DICE è dettata forse dal voler avere un approccio più simile al concorrente numero uno, quel Modern Warfare 2 campione di incassi. Il comparto sonoro sembra preso in pieno dal titolo DICE comprese anche le musiche di sottofondo dei menu. Se può essere un beneficio avere nuovamente un ottimo numero di effetti sonori ben realizzati, ci saremmo aspettati una diversa playlist relative alle musiche. Ogni partita non dura più di dieci minuti risultando frenetica e veloce anche nella ricerca di altri utenti nel pre-partita.
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Commento finale
Questa prova del comparto multigiocatore di Medal of Honor lascia in definitiva ottime sensazioni per il prossimo futuro. DICE ha in pratica lasciato l’anima realistica del suo genere FPS già provato in Battlefield: Bad Company 2 potenziato con la fluidità dei 60fps e le killstreak tanto care ai fan di Modern Warfare 2. Qualche bug e un dettaglio grafico sicuramente da raffinare e abbellire sono solo le uniche perplessità che ci lasciano l’amaro in bocca, anche se crediamo che da qui all’uscita del gioco prevista per il 15 Ottobre 2010 il team di sviluppatori saprà occupare il tempo eliminando i difetti sopracitati. Condizione strettamente necessaria per voler tornare ad essere superiore alla serie Call of Duty.
Certezze
– 60fps solido in ogni situazione
– giusto mix tra arcade e simulazione, frenetico e veloce
– buon bilanciamento delle armi
– presenza di mezzi
– grande varietà sui personaggi e ambientazioni
Perplessità
– dettaglio grafico sub-HD minato anche dalla assenza di anti-aliasing e altri filtri
– effetti sonori ripresi da BBC2
– mancanza di distruttibilità anche parziale degli oggetti e strutture nell’ambientazione
– numero e varietà di mezzi
– mancanza posizione prona
– numero di classi a disposizione