Nove compagnie petrolifere nel mirino dell’Antitrust per un presunto cartello sulle tariffe
Presunto cartello tra le compagnie petrolifere
Nove compagnie petrolifere sarebbero sotto inchiesta da parte dell’Antitrust per presunti accordi sul prezzo dei carburanti. I militari della Guardia di Finanza, infatti, nella giornata di ieri hanno compiuto diverse perquisizioni nelle sedi amministrative delle società segnalate loro dall’Antitrust. Le nove compagnie che farebbero parte di questo cartello sono: Eni, Esso Italia, Kuwait Petroleum Italia, Shell Italia, Tamoil Italia, Total Italia, Erg, Ip e Api.
Di continuo si sente dire che il prezzo dei carburanti seguirebbe un doppio binario: uno per i rincari (veloce e ben lubrificato), l’altro per i ribassi (lento e in “disuso”), ma per troppo tempo si è rimasti con le mani in mano senza far nulla. Stavolta invece il garante della Concorrenza e del Mercato, Antonio Catricalà, a capo dell’Antitrust, sembra aver afferrato il toro per le corna e ha disposto indagini volte ad accertare se le compagnie petrolifere hanno “posto in essere meccanismi collusivi nella determinazione del prezzo consigliato dei carburanti alla distribuzione, attraverso continui scambi di informazioni”.
L’indagine sarebbe stata avviata il 18 Gennaio in seguito alla pressione delle associazioni dei consumatori e degli automomobilisti che hanno da sempre denunciato il fatto che in Italia ci sono prezzi dei carburanti tra i più alti d’Europa e soprattutto un pò troppo “allineati” tra i diversi distributori. Dalle prime indagini che si concluderanno purtroppo a lungo termine, nel Marzo 2008, l’Antitrust ha rivelato una serie di pratiche che avrebbero creato un mercato “caratterizzato da un equilibrio non concorrenziale, con rilevanti barriere all’ingresso che occorre rimuovere”.
Ma l’Antitrust sarebbe andata più in là nelle dichiarazioni, precisando che tra le diverse compagnie si sarebbe riscontrata una certa gerarchia con un “punto di riferimento” che fissa i prezzi e gli altri che si adeguerebbeto a tali prezzi, adeguamenti verificabili attraverso un efficiente sistema di controllo interno (che permetterebbe di verificare se il cartello viene rispettato da tutti). E in vero secondo l’Autorità Garante “l’Eni rappresenta il price-leader, al quale si adeguano i concorrenti”, a sostegno di tale tesi l’Antitrust avrebbe citato un’atto posto in essere nell’ottobre 2004 dall’Eni, quando quest’ultima ha deciso di cambiare il metodo di fissazione del prezzo dei carburanti, per sceglierne uno meno legato al costo della materia prima ed è stata seguita a ruota dalle diverse compagnie petrolifere.
Il presunto cartello attuato dalle compagnie, però, non sarebbe l’unico responsabile di questo problema: l’Authorità Garante, infatti, punta il dito anche contro il Ministero per lo Sviluppo Economico, che avrebbe “la colpa” di pubblicare i prezzi consigliati dalle singole società sul proprio sito Internet, garantendo “una certa trasparenza dei prezzi consigliati che favorisce la collusione” tra gli operatori .
Le Associazioni dei Consumatori chiedono che gli le anomalie vengano segnalate alla Procura della Repubblica, mentre le Associazioni dei Distributori sottolineano come anche in passato si sia proceduto in questa direzione e a sostegno della loro estraneità ai fatti hanno ricordato come le salatissime multe già comminate siano state poi annullate dal Consiglio di Stato.
Speriamo non si risolva tutto nella solita bolla di sapone….