Pubblicate online migliaia di mail ad uso interno in cui vengono alla luce le tecniche utilizzate da mediadefender, società al servizio delle major, per inquinare il p2p e tracciare gli utenti
Un vaso di Pandora
6621 mail ad uso interno inviate in poco più di 9 mesi dai capoccioni di Media Defender società che si occupa di contrastare il file sharing illegale al servizio delle major e di MPAA e RIAA, nelle quali si illustrano tecniche (poco legali) e strategie per contrastare il p2p, tracciare gli IP degli utenti e commenti sprezzanti, sono apparse raggruppate in un unico file di 700 mb nella giornata di ieri sulla rete bit torrent di Pirate bay. Il leak mette in luce come l’azione svolta a contrasto della pratica illegale del p2p venga condotta con tecniche altrettanto illegali, in violazione di qualsiasi norma riguardante la privacy degli utenti internet.
Si legge ad esempio del sito “miivi.com”, sito torrent dietro il quale si nascondevano quelli di media defender al fine di tracciare gli indirizzi ip degli utenti che vi accedevano: “Sembra che il trasferimento di dominio ci abbia fregato” “Questo è davvero fottuto, mettiamo miivi off-line”. Ancora si leggono direttive sul numero dei file traccianti da spacciare come musica o film sulle principali reti p2p o ancora i nomi dei server fasulli costruiti ad hoc per ingannare gli utenti. Inoltre sono presenti numeri di cellulare e indirizzi mail dei dirigenti della compagnia, un piccolo scherzetto che sicuramente li renderà felici…
Un insieme di dati che rischia di scatenare una tempesta nel già agitato mare del download via internet con ricadute legali che potrebbero far veramente male alla compagnia che da anni fa il lavoro sporco per le major.
Media Defender nei prossimi giorni sarà chiamata sicuramente a rispondere di queste mail, se poi sarà accertato che queste tecniche sono state approvate tacitamente dalle major (e come avrebbero potuto non sapere?) lo scandalo potrebbe estendersi e a quel punto i risarcimenti comincerebbero a fioccare.
Dopo aver subito passivamente per mesi l’attacco delle grandi compagnie, il mondo del p2p sembra abbia cominciato finalmente a rispondere e questa volta il gigante che dorme sembra essersi definitivamente svegliato.
Fonte Punto Informatico