Il Caso Mastella, la Magistratura, il rapporto tra politica e cittadino e la traballante poltrona del Presidente del Consiglio Prodi
Quando il Presidente se le merita
Lo scossone politico e mediatico che da inizio d’anno ha attraversato l’Italia tra il “munnezza affair”, la questione del Papa alla Sapienza e il caso Mastella (per non dire il caso UDEUR), sembra portare alla nostra mente in modo dirompente l’interrogativo se il nostro Presidente del Consiglio sia ancora idoneo a governare il Paese oppure no.
Per non scatenare bagarre politiche e di parte cercherò di lasciare al di fuori la Persona Presidente e valutare il Presidente Politico (che sottile distinzione eh?! , ma è quella che hanno operato tutti gli esponenti politici in merito alla vicenda Mastella) e utilizzerò un ragionamento chirurgico volto alla valutazione degli ultimi accadimenti slegati da qualsiasi idea di un ritorno di Berlusconi al potere, unico vero collante che tiene ancora insieme il governo, e di altre questioni pure importanti per il paese.
Il “munnezza affair” è una vecchia rogna di famiglia in Campania, negli ultimi giorni assistiamo anche al teatrino di dirigenti scolastici e sindaci che non mandano i ragazzi a scuola per motivi di igiene, sanità pubblica o pubblica sicurezza che dir si voglia, ma che non hanno mosso un dito, quando da quattordici anni a questa parte quegli stessi bambini continuano a nascere in una discarica a cielo aperto, spesso con malattie gravissime o una vera “sentenza di morte ereditaria” (per l’altissima probabilità di contrarre malattie mortali).
Ma a questo punto è inutile ricordare la barbarie di un popolo, quello campano, e di uno Stato quello Italiano, capaci di mostrarsi un tantino colpiti solo quando a guardarci con disprezzo e un senso di pena sono i “Paesi Civili” dell’Europa e del Mondo. La situazione avviatasi con la giunta regionale campana che circa undici anni fa, dopo quasi tre anni di emergenza, cercava di adottare un provvedimento definitivo con il piano regionale per lo smaltimento rifiuti firmato dal presidente della regione Antonio Rastrelli di Alleanza Nazionale è stata aggravata in modo vergognoso dalle forze politiche di centro-sinistra che con il ribaltone della giunta Rastrelli sul finire del 1998 vollero a capo della stessa, prima Losco e poi l’attuale governatore Antonio Bassolino. Responsabilità diffuse, dunque, ma pure innegabili di un’ampia parte della sinistra campana che, miope e condizionata dalle alleanze più strane con i più piccoli partiti e uomini politici, ha subordinato l’interesse generale all’interesse elettorale (o per meglio dire della poltrona). Le responsabilità a questo punto non servono (almento nell’immediato), è inutile fare dietrologia, è inutile anche mettere sotto accusa un intero popolo, per il momento una sola cosa era necessaria e tutti i cittadini l’attendevano, un intervento diretto del Presidente del Consiglio, che non importa con quali mezzi o in quali modi, avesse reso Napoli e la Provincia almeno accettabile dal punto di vista della minima pulizia che è anche come dire delle minime condizioni igienico sanitarie. Solo questo ci si attendeva, ma evidentemente per non creare altri problemi alla maggioranza risicata, il Professore ha pensato bene di soprassedere alla strigliata a Bassolino, di chiudere gli occhi dinanzi allo scempio continuo di una città in ginocchio e nominare l’ennesimo commissario, certo stavolta con pieni poteri e con l’esercito, ma che da più di una settimana non è stato in grado di fronteggiare ancora l’emergenza pur essendo uomo di spiccata professionalità e senso dello Stato.
L’altra mazzata l’Italia l’ha ricevuta per la vicenda dell’invito a Papa Benedetto XVI all’inaugurazione dell’anno accademico all’Università La Sapienza. Non c’è bisogno di narrare i fatti che hanno portato alla rinuncia del Pontefice a tenere il discorso, ma c’è bisogno di sottolineare due aspetti, la reazione della stampa internazionale, con i tedeschi che rievocano un “KulturKampf” di bismarckiana memoria e il comportamento del Governo che all’inizio, ha gestito male l’intera vicenda disinteressandosene e dopo che l’inevitabile era accaduto, con poche centinaia di persone che avevano letteralmente zittito il Papa, si è affrettato a solidarizzare con la Chiesa. Anche in questo caso il Professore non si è sentito abbastanza, nè si è mosso con la tempestività che ci si sarebbe attesi dal capo del governo, tralasciando ovviamente la parte riguardante gli attestati di stima (che servono alla perfezione per non perdere voti).
Ma la ciliegina sulla torta, divenuta ormai un pasticcio in quest’Italia allo sbando, l’ha messa l’ormai ex-Ministro della Giustizia Clemente Mastella, il quale, il 16 Gennaio scorso alla Camera dei Deputati, ha espresso un giudizio pesante contro “le frangie estreme della magistratura” (che è come far intendere la magistratura di questi tempi), presentando contemporaneamente, però, una relazione sullo stato della giustizia che potremmo definire di ordinaria amministrazione. Alla sfuriata di Mastella (che teniamolo a mente esprime ben 3 Senatori determinanti per la maggioranza di governo) sono seguiti sempre i soliti attestati di solidarietà umana e politica di qualcuno, mentre per qualche altro solo umana (sempre la stessa sottile distinzione che ho usato all’inizio) e se da una parte si dice che è inaccettabile l’attacco alla magistratura, dall’altro lo stesso Presidente del Consiglio invita il ministro Mastella, ormai pluri-indagato in compagnia di buona parte del suo partito in Campania, a rimanere al suo posto per quello che si potrebbe definire l’ultimo atto di restistenza del suo governo. A Prodi non importa far luce sulle verità della giustizia italiana, benintesi entrambe le posizioni potrebbero essere vere e non interessa in questa sede parteggiare per il Sen. Mastella oppure optare per l’intigrità dell’intero corpo magistrati, ma in realtà egli preferisce piuttosto rimanere con due piedi in una scarpa e tirare a campare il più possibile.
Tutto ciò è inaccettabile in una democrazia e sarebbe filato tutto liscio, se non fosse che il Sen. Mastella in queste ore non stesse facendo quello che tutti indicavano come una pura follia, mettere il governo di fronte ad una scelta netta: o con l’Udeur o l’Udeur va fuori dalla Maggioranza. E’ di poche ore fa infatti la notizia che Mauro Fabris, capogruppo Udeur alla Camera, ha rilasciato la seguente dichiarazione “Noi lunedì presenteremo un documento che sostenga quanto ha detto il ministro Mastella alla Camera. Chi non lo voterà si assumerà la responsabilità di metterci totalmente fuori dalla maggioranza”.
Insomma ancora una volta il Governo di questo paese trema e non si è stancato di essere messo sotto scacco da questa o quella frangia politica che quotidianamente si presenta a chiedere il conto di qualcosa o a tirare per la giacca l’onorevole Presidente del Consiglio, un presidente del Consiglio che a quanto pare dunque se l’è meritate tutte fin’ora, cosa? Decidete voi.