Sono Ezio Auditore da Firenze. E sono un assassino
Si va in Italia dunque, con immensa gioia da parte nostra e sicuramente vostra, Ubisoft ci da infatti la possibilità di ammirare – tra un omicidio e l’altro – i panorami artistici del Bel Paese quattrocentesco, persi tra le vie di Firenze, Venezia ed altre affascinanti cittadine toscane, come quella di S. Gimignano, un gioiello medievale ancora ai giorni nostri. Protagonista dell’avventura è sempre Desmond, lo sfortunato barista che durante il prequel si trovò suo malgrado a vivere in prima persona le avventure dei suoi antenati, attraverso la sofisticata tecnologia dell’Animus. L’incipit è subito caldo: accompagnato (o forzato) dalla solita ed affascinante dottoressa Lucy, Desmond fugge infatti dalla struttura dell’Abstergo – in realtà una copertura dei Templari, nemici giurati da secoli degli Assassini – e viene convinto dalla dottoressa e dai suoi colleghi a ritornare nell’Animus e recuperare i ricordi di Ezio Auditore, suo antenato (e assassino) vissuto appunto nell’Italia Rinascimentale. L’obiettivo, come nel primo capitolo, è racimolare le maggiori informazioni possibili sui Frutti dell’Eden, cercati da secoli dai Templari.
Passando nei panni di Ezio Auditore, noterete immediatamente la grandissima differenzia caratteriale con Altair, l’assassino del prequel. Se quest’ultimo era silenzioso, freddo e forse anche un pizzico più spietato, Ezio invece è il classico ragazzo cresciuto in una focoltosa famiglia di Firenze che passa la vita tra una zuffa con coetanei e fughe romantiche notturne con belle figliole. Il ragazzo è ovviamente inconsapevole di ciò che lo aspetta, perché le cose prenderanno subito una brutta piega. Un misterioso complotto mirato a rovesciare il trono della famiglia dei Medici, porterà infatti alla morte del padre e di tutti i suoi fratelli, lasciando a lui l’ingrato compito di portar avanti il nome degli Auditore.
Giovanni, questo il nome del genitore, ha lasciato però al figlio degli oggetti misteriosi: una affascinante tunica bianca, una spada ed una pagina di uno sconosciuto codice. Quest’ultima sarà decifrata da Leonardo da Vinci (si proprio lui), che diventerà presto amico fedele dell’impavido Ezio, desideroso di avere la sua vendetta. Ma la sua strada verso la vendetta sarà destinata ad incrociarsi con quella molto più tortuosa dei Templari ed Assassini da sempre in lotta tra loro. Per la cronaca, quella pagina era semplicemente il progetto della famosa lama celata di Altair. Vi ricorda qualcosa?
Sulla trama ci fermiamo qui. Sarebbe ingiusto rovinare quella che abbiamo trovato una sceneggiatura ancora più matura rispetto al prequel, ricca di colpi di scena e in grado di saper coinvolgere dal primo all’ultimo secondo. Il finale lascia naturalmente spazio a Assassin’s Creed 3, e vi assicuriamo che una volta finito questo non vedrete l’ora esca l’ultimo seguito.