Recensione Assassin’s Creed 2


Ragioniere nel tempo libero, gli strani hobby dell’assassino

Assassin’s Creed 2 non è in fondo solo lame, scontri e sangue. Nel corso dell’avventura, Ezio si troverà infatti a possedere il palazzo di Monteriggioni, cosa che comporta la scelta di qualsiasi cosa debba accadere nella piccola cittadina, quasi come fosse un gioco nel gioco, un gestionale di semplice fattura. Avrete infatti la possibilità di “arredare” come volete la città: finanziare un certo tipo di attività, favorirne delle nuove e così via. Questo naturalmente è tutto finalizzato a migliorare le vostre finanze, e giornalmente un messaggio a schermo vi indicherà quanto avrete guadagnato, in modo da poter tornare quando volete per recuperare dallo scrigno i fiorini ottenuti.

assassins_creed_2_ss_011La vostra dimora diverrà luogo anche di altre importanti caratteristiche: presso l’armeria avrete l’occasione infatti di ammirare tutte le armi a vostra disposizione e fare eventualmente un piccolo cambio. Da un’altra parte invece troverete raccolte tutte le pagine finora raccolte del codice, con la possibilità di riconsultarle. I sotterranei ospitano invece l’affascinante armatura di Altair, che è possibile ottenere solo dopo aver visitato tutte le cripte degli Assassini, disseminate per le località di gioco disponibili. In totale, dovrete raccogliere infatti sei sigilli, dopo una intensa ricerca a base di platforming game, che vi permetteranno poi di sbloccare lo scrigno contenente il cimelio.

Questa fa parte delle cosiddette missioni secondarie del titolo, atte ovviamente ad allungare ulteriormente la già buona longevità della campagna principale. Troverete infatti missioni di assassinio, ricerca, consegne e i soliti punti di osservazione che vi permetteranno di ottenere un campo visivo della mappa ancora più ampio, utile specialmente per uscire dalle città più intricate. Nulla di eccezionale, escluso il giudizio sulle cripte dell’assassino, accompagnate come detto da sezioni platform davvero ispirate, ma utili nel caso non si voglia arrivare in fretta e furia ai titoli di coda (anche se potrete continuare a giocare anche dopo la fine della storia).

Il tutto, amalgamato con il gioco vero e proprio funziona, forse anche troppo. Si ha infatti l’impressione ad un certo punto di divenire onnipotenti. Le finanze guadagnate da MonteRiggioni diverranno addirittura esageratamente alte e vi troverete con un bel gruzzolo di denaro ormai non spendibile, perché il meglio lo avrete già acquistato. I combattimenti rimangono semplici, e l’incremento di nuove azioni serve più che altro a dare la falsa sensazione di aver fatto qualcosa in più, quando invece la sostanza è rimasta sempre quella di basso profilo del primo episodio. Tutto sommato comunque il gioco è ben fatto, e questi difetti sono solo delle postille che siamo sicuri gli sviluppatori proveranno a limare ancora di più nel terzo capitolo.

Capitolo città. Nei panni di Ezio Auditore vivrete letteralmente il fiorir dell’Italia del Rinascimento. Gli sviluppatori sono stati abili non solo nel realizzare una perfetta riproduzione artistica dei centri abitati, ma anche nel donar loro una popolazione viva e non artificiale, che da realmente l’impressione di trovarsi all’interno di una città italiana del 1400. Mercanti, messaggeri, annunciatori, eventuali commenti degli abitanti con annesso razzismo verso il sud o città rivali e altro rendono il tutto, sia nel bene che nel male, tremendamente realistico ed eleva ancora di più la già ottima atmosfera della produzione. Non mancano peraltro i tocchi di classe come il Carnevale di Venezia, periodo nel quale Ezio si troverà a compiere uno dei suoi più importanti omicidi, e quale occasione migliore come un evento affollato di questo tipo?


 

Rispondi

Ultimi Articoli