Alla scoperta della Grecia Classica!
Cuore pulsante della civiltà occidentale, la Grecia Classica ha rivestito un ruolo essenziale nello sviluppo delle nostre moderne nazioni, basate, oggi, sui concetti di Libertà, di Repubblica, di Democrazia che tanto brillantemente furono delineati dai filosofi dell’età classica. Con l’ultima incarnazione di Assassin’s Creed, la saga forse più longeva della storia moderna dei videogiochi, Ubisoft ci trasporta durante la guerra del Peloponneso, uno dei periodi più floridi dell’età classica, dominato dallo scontro tra due poleis, Atene e Sparta, all’apice della propria potenza. Lo scontro tra questi due modi di intendere il mondo e la società: aperta e democratica, ma anche corrotta e spregiudicata la prima; spietata e militarizzata ma anche efficiente ed organizzata, la seconda, avrebbero segnato per sempre lo sviluppo della civiltà.
Su detto epico scenario, nel quale giganteggiano le figure dei vari Erodoto, Socrate, Aspasia ed Ippocrate, si dipana la storia, o per meglio dire, la coinvolgente ”odissea” di un mercenario rinnegato che, perseguendo i propri interessi, scoprirà infine le proprie origini e la sua vera natura.
Con Asssassin’s Creed Odissey, Ubisoft ha quindi scelto di rappresentare un periodo storico cruciale per la storia della civiltà e lo ha fatto al compimento del decimo anno di età della serie, che con questo capitolo, dopo il preludio rappresentato da Origins, va incontro finalmente alla sua più naturale evoluzione in un vero e proprio RPG. Il periodo storico pre – credo dell’assassino, inoltre, permette agli sceneggiatori di offrire una visione più chiara dell’intera vicenda dei frutti dell’Eden, già intravista in Origins e ora posta alla base dello sviluppo della civiltà come la conosciamo.
“Conosci te stesso”. Iscrizione sul tempio di Apollo a Delfi
Sin dalle battute iniziali il gioco rende chiare le sue intenzioni: offrire al giocatore una esperienza personalizzata in grado di cambiare in base alle sue scelte, in una lore immensa come quella di Asssasin’s Creed. Lo fa inizialmente chiedendoci di scegliere tra un personaggio maschile ed uno femminile, Kassandra o Alexios e poi permettendoci di plasmare, attraverso dialoghi a scelta multipla, il carattere del nostro personaggio, scontroso e ribelle o eroico e gentile, fino alla scelta di campo finale: Atene o Sparta. Le scelte, mai fini a se stesse, influenzeranno il corso dell’avventura, anche se, a ben vedere, i reali effetti di queste saranno evidenti solo più in là nel gioco. Ogni bivio narrativo, insomma, contribuisce a delineare le caratteristiche di un protagonista credibile e realistico, mosso dalle passioni più naturali e basse, ma anche da improvvisi slanci di umanità.
La personalizzazione dell’esperienza viene amplificata da un sistema di progressione del personaggio chiaro ed efficace, suddiviso in tre “percorsi”: quello del Cacciatore, del Guerriero e dell’Assassino. Completando missioni primarie e secondarie, guadagneremo punti esperienza e, raggiungendo un nuovo livello personaggio, sbloccheremo un punto abilità spendibile in uno dei tre menzionati percorsi. La strada scelta influenzerà di conseguenza il nostro modo di approcciare alle battaglie, grazie alle abilità speciali proprie di ciascun percorso. La strada del Cacciatore, ad esempio, ci permetterà di sbloccare l’abilità speciale del colpo mirato che ci consentirà di guidare la freccia al bersaglio tenendo premuto il grilletto destro causando incredibili danni, o quella delle frecce multiple, per un approccio alla battaglie dalla distanza; quella del guerriero, ci permetterà di utilizzare il “calcio spartano”, versione videoludica del celeberrimo calcio reso celebre da Gerard Butler/Leonida in “300” e qui estremamente utile per far fuori rapidamente i nemici durante gli abbordaggi (aspetto sul quale torneremo tra un attimo) o per provocare danni da caduta a nemici troppo forti per un approccio diretto all’arma bianca. Infine le abilità dell’Assassino torneranno a dare giustizia alla vocazione principalmente stealth della saga, permettendoci di aumentare il danno degli attacchi furtivi, di avvelenare la punta delle nostre armi o di avanzare ancora più silenziosi in aree densamente popolate di nemici. Assassin’s Creed Odissey lascia libero il giocatore di combinare queste abilità nella maniera che ritiene più opportuna, in questo modo personalizzando ancora di più il nostro modo di giocare e addirittura di ricominciare da zero, spendendo qualche dracma, qualora la combinazione di abilità speciali non facesse più al caso nostro.
“Qui ad Atene noi facciamo così.” Pericle, discorso agli ateniesi. “Questa è Sparta!” Leonida incontra il messaggero persiano.
Così come nella trama, non c’è un modo giusto o sbagliato di giocare ad Assassin’s Creed Odissey, ci si può dedicare all’esplorazione dell’immenso open world, o al completamento dei contratti da mercenario, esposti in apposite bacheche in giro per la Grecia, in maniera simile a quanto visto in The Witcher 3: Wild Hunt. Ci si può persino dedicare a completare le missioni di romance con alcuni dei personaggi incontrati dell’avventura, ancora una volta, in assoluta libertà: spazio dunque ad amori saffici e fuggevoli o a relazioni più “complicate”. Il nocciolo principale dell’avventura, tuttavia, ruota attorno alle vicende del mercenario da noi interpretato e dal percorso che decideremo di intraprendere, in favore di Atene o di Sparta. Le missioni principali infatti ci chiederanno di uccidere determinati personaggi, capi militari o politici, di indebolire il potere di una determinata nazione sabotandone gli approvvigionamenti militari, o prendendo il controllo dei mari.
Proprio come in Black Flag, uno dei capitoli meglio riusciti dell’intero franchise, il nostro eroe, potrà mettersi alla guida di una nave da guerra per seminare il terrore tra le flotte di mercantili o per ristabilire la supremazia dei mari, con alcune battaglie davvero memorabili e divertenti, o anche semplicemente per esplorare luoghi nascosti. Durante questi frangenti potrete addirittura apprezzare alcune canzoni marinaresche in lingua greca intonate dai rematori. Anche la nave, così come il personaggio, potrà essere potenziata spendendo risorse e completando determinati obiettivi. Sarà possibile ad esempio potenziare rostri e polene, migliorare la resistenza agli speronamenti di altre imbarcazioni, potenziare i tempi di ricarica e il danno degli arcieri. Sarà anche possibile affidare a luogotenenti arruolati in giro per la mappa specifici compiti, ottenendo un bonus alla velocità, alla resistenza o alla precisione e al danno degli arcieri e dei lanciatori di giavellotto. Restando in tema di battaglie navali abbiamo trovato, invece, un po’ deludenti le fasi di abbordaggio nelle quali avremmo gradito un maggior grado di spettacolarità.
“L’inizio è la metà di ogni cosa”. Pitagora
Il mondo di gioco, fatte salve alcune eccezioni è interamente esplorabile sin dall’inizio e i vincoli posti all’esplorazione sono abilmente nascosti con alcuni escamotage come l’assenza di un particolare potere o di un particolare strumento, ad esempio una nave e il suo equipaggio per poter lasciare finalmente le coste di Cefalonia. Anche le missioni in cui potrete imbarcarvi, sia principali che secondarie, non hanno limiti, ma come in ogni RPG che si rispetti scordatevi di procedere “dritti alla meta”: alcuni nemici saranno semplicemente troppo forti da affrontare e vi costringeranno ad effettuare un po’ di grinding in giro per il mondo di gioco. Neanche provare ad agire di nascosto vi esimerà dal far progredire il personaggio al livello giusto per affrontare determinati nemici. L’assassinio furtivo infatti, per i personaggi più forti del gioco, non è sufficiente ad eliminarli azzerando la loro barra della salute ed in poco tempo vi trovereste accerchiati da nemici troppo forti per essere battuti.
Dal punto di vista del gameplay vero e proprio e del combat system, Assassin’s Creed Odissey riprende e migliora quanto di buono si era visto in Origins. I tasti dorsali sono deputati all’attacco leggero e alla parata, mentre il trigger sinistro all’arco e quello destro per l’attacco pesante. La combinazione dei tasti dorsali e di un pulsante specifico del pad da noi scelto, serviranno poi all’attivazione dell’abilità speciale equipaggiata. Altra novità consiste, inoltre, nella possibilità di attivare, effettuando una schivata con il giusto tempismo, una modalità bullet time (una vera e propria costante negli ultimi action adventure da Bayonetta a God Of War) che rallentando il tempo ci permette di attaccare il nemico inerme.
Anche dal punto di vista della gestione dell’inventario Ubisoft ha ripreso il sistema che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare in Origins. Le armi sono divise in categorie: lance, spade, asce, daghe e bastoni, tutte potenziabili con incisioni o con materiali migliori presso i fabbri. Stesso discorso per corazze e pezzi di armatura: spallacci, guanti e scarselle. La varietà è buona, anche se più in là nell’avventura ci ritroveremo con le medesime armi già viste ma con DPS maggiori. Diverso invece il discorso per quanto riguarda la gestione dell’arco: non più appannaggio esclusivo di alcune categorie specifiche di archi, le abilità speciali come quella che permette di scoccare frecce multiple saranno disponibili con tutti i tipi di arco e dovranno essere sbloccate tramite il path del cacciatore.
Molto apprezzabile inoltre il sistema che riduce al minimo l’hud (è lo stesso gioco a consigliarvi di scegliere questa modalità, definita “Esplorazione”), costringendovi a cercare da soli gli obiettivi verso cui dirigersi. In nostro aiuto arriva sempre la nostra fedele aquila Icaro, capace di individuare obiettivi e nemici dall’alto con l’abilità “volo stazionario”, ma l’assenza di un percorso obbligato rende meno guidati gli spostamenti, permettendoci di apprezzare la vastità dell’open world creato da Ubisoft Quebec. Questa modalità rende inoltre praticamente obbligatorio prestare attenzione ai dialoghi e, più in generale, fare le domande giuste per la corretta individuazione di un bersaglio o di un oggetto. Il sistema è comunque liberamente riattivabile a piacimento, anche solo per una missione.
Non mancano le note negative e queste sono rintracciabili principalmente in una intelligenza artificiale davvero basilare e in un sistema stealth semplificato sin troppo. Vi basterà infatti allontarvi leggermente dall’area di gioco, o nascondervi in piena vista dopo aver compiuto un attacco perché i vostri nemici passino dallo stato di allerta a quello di tranquillità in men che non si dica.
“La bellezza è nei dettagli” . Platone.
Ubisoft è riuscita a ricreare un mondo di gioco vasto e credibile, capace di offrire scorci davvero suggestivi che fanno da contorno ad una trama che, sebbene non profondissima, riesce a trattenere il giocatore per le quasi 40 ore necessarie al completamento del gioco.
Dal punto di vista tecnico il gioco si comporta più che bene su PS4 Pro e l’enorme open world appare ben caratterizzato e sufficientemente dettagliato. Certo la direzione artistica non è particolarmente ispirata e, complice anche i colori un po’ troppo accesi delle poleis greche, spesso l’atmosfera ne risente, spingendovi ad affrontare anche le missioni più seriose un po’ troppo all’acqua di rosa. Il gioco comunque gira a 1440p e 30fps su PS4 pro in maniera piuttosto costante, con cali di frame rate davvero sporadici e mai in grado di influire sull’esperienza. Certo alcuni problemi non sembrano all’altezza di una produzione come questa, come un sistema meteorologico davvero basilare, le animazioni dei personaggi durante i dialoghi, un po’ troppo artificiose, e qualche effetto particellare davvero basico (a parte le texture dell’acqua, che meritano un applauso). Pessimi e assolutamente da rivedere, invece, i caricamenti ogni tre per due. Alcuni di questi sono talmente lunghi da rendere davvero fastidiosa l’attesa, come quelli dopo un game over o ancora peggio, quelli che si presentano quando si switcha dal volo di Icaro al nostro eroe se la nostra aquila si è spinta leggermente più in là rispetto al punto in cui ci si trova.
Come in ogni Assassin’s Creed, inoltre, non mancano bug e glitch ma siamo ben lontani dagli orrori grossolani di Unity. Nel nostro walktrough solo in un paio di casi ci siamo trovati costretti a riavviare la partita dall’ultimo checkpoint. Abbiamo però riscontrato in alcuni momenti l’impossibilità di attivare con la pressione dello stick destro lo stordimento.
Mirabile il doppiaggio in italiano, con alcune interpretazioni che non sfigurerebbero in una serie tv Netflix o HBO; certo doversi scaricare 2Gb aggiuntivi dopo la “classica” patch day one da ben 18Gb non è una cosa facile a digerirsi, ma l’attesa è decisamente ben ricompensata.
“Panta rhei”. Eraclito
Assassin’s Creed Odissey restituisce ai fan una produzione davvero in linea con quello che era stato il franchise sino a Black Flag e conclude un percorso di ammodernamento iniziato con Origins. Assassin’s Creed è ora finalmente un vero Action RPG, caratterizzato da un open world davvero enorme e ricco di cose da fare e da vedere e da un sistema di scelte capace di influenzare davvero il corso della vostra avventura. Accompagnato com’è da una lore che attinge alla tradizione classica e all’enormità di miti e leggende che ci sono state tramandate di questo straordinario periodo per la civiltà occidentale, Assassin’s Creed Odissey è un viaggio che vale davvero la pena di intraprendere. Certo le atmosfere non sono così ispirate come nella saga di Bayek, ma il numero e la qualità delle quest, sia primarie che secondarie, vi faranno presto superare anche questa mancanza. Peccato solo per quei caricamenti davvero anacronistici anche per un Assassin’s Creed…
- - Lore del gioco davvero incredibile
- - Le nostre scelte avranno delle conseguenze notevoli
- - Componente GDR ulteriormente rifinita rispetto ad Origins
- - Mondo di gioco vastissimo...
- - ...forse anche troppo
- - Caricamenti davvero eccessivi
- - L'IA avversaria necessita di ulteriori rifiniture