La Crysis Remastered Trilogy contiene tre titoli innegabilmente solidi, ma purtroppo mancano nuove (e significative) aggiunte ad esclusione del supporto 4K e a 60 fotogrammi al secondo su PlayStation 5.
Lo scorso anno, Crytek ha pubblicato la “remastered” (sostanzialmente nella sua versione originale) di Crysis. Un gioco che (nel lontano 2007) ha messo a dura prova la pazienza di ogni PC gamer o amante di prestazioni. Un’esperienza grafica che è stata rapidamente cementata nei libri di storia e ha dato origine alla iconica frase “will it run Crysis?” Oltre alla superba resa grafica, c’era anche dell’altro. Infatti, i giocatori rimasero estasiati dalla libertà di movimento, dai nemici impegnativi, l’atmosfera e l’azione che all’epoca era praticamente senza compromessi.
Tredici anni dopo il lancio, l’occasione di tornare a far parlare di sé c’era eccome se c’era e lo sviluppatore tedesco avrebbe potuto, una volta per tutte, rimarcare ulteriormente lo status di pioniere del genere. Come è noto, questo non è accaduto. È stato invece rilasciato un remake che differiva a malapena dall’originale. Certo, trame leggermente migliori, colori più nitidi e un frame rate migliorato, insomma, niente di particolarmente esaltante. Un anno dopo l’intera trilogia ha ricevuto un ulteriore restyling. Scopriamo insieme se vale oppure no la pensa di rituffarsi in questa Crysis Trilogy remastered oppure no!
Versione testata: PlayStation 5
Che caldo ai Tropici!
C’è un motivo per cui Crysis è ricordato principalmente per i suoi straordinari risultati grafici. Praticamente tutto il resto è assolutamente dimenticabile specialmente la sua scrittura. Il gameplay però non era malaccio. La nanotuta è stata un’idea straordinaria per l’epoca. Il personaggio del giocatore, Nomad, può infatti potenziare la sua armatura o diventare invisibile in cambio di punti energia ricaricabili – un qualcosa che oggigiorno non avrebbe così successo. I punti di forza – dal punto di vista del gameplay – del primo capitolo risiedono in alcune chicche perlopiù comiche. Colpire un nemico in testa con una scatola non stanca mai, anzi, mentre gli edifici distruttibili portano a combattimenti caotici soprattutto quando di mezzo ci sono gli esplosivi. Sfortunatamente, la libertà di movimento era ed è ancora limitata (quasi come se Crytek volesse guidare il giocatore nel mondo di gioco), il che diventa piuttosto noioso, considerando anche che i nemici possono individuarci nella foresta più fitta e che manca completamente un’opzione per le uccisioni furtive in mischia.
Su PS5, il primo Crysis sembra, almeno all’apparenza, mantenere una consistente resa grafica. La luce filtra in modo spettacolare attraverso le foglie delle palma sulle isole immaginarie di Lingshan, mentre l’acqua cristallina, per un gioco di 14 anni fa, sembra ancora piuttosto realistica. Le cose peggiorano se analizziamo i dettagli più da vicino: le trame a volte sono di bassa qualità e i personaggi sembrano troppo strani per essere presi sul serio.
Inoltre, abbiamo riscontrato qualche lieve problema tecnico, soprattutto di pop-in e pop-out ma che sembra essere stato risolto con la patch del D1. Anche l’intelligenza artificiale è piuttosto discutibile. Infatti i nemici passano dall’avere capacità quasi sensitive, individuando come anticipato poco fa, il giocatore da incredibili distanze a non notare nemmeno se abbiamo sparato ad uno dei loro compagni nelle vicinanze con un sonoro fucile da caccia.
Detto questo, Crysis non si presenta certamente benissimo, almeno non nei primi istanti di gioco. Dopo circa tre/quattro missioni, quando la foresta soffocante lascia il posto a sezioni in stile sandbox, è qui che le cose prendono una svolta interessante e anche piuttosto strana, con un’affascinante missione a gravità zero ambientata all’interno di un’inquietante nave Ceph prima che il gioco porti ad una missione finale fatta di sparatorie roboanti e disorientanti combattimenti contro i boss.
La più grande maledizione del primo gioco è che fa trascorrere al giocatore le sue prime ore a ricordare che si trattava di un gioco migliore. Tutto, dall’ambientazione tropicale alle barre nere in salsa cinematografica, sembrano essere state concepite per ricordare o onorare il primo Halo. Insomma, a nostro modestissimo parere, Crysis sembrava e sembra ancora tutt’oggi una tech demo con qualche buona idea mai realmente sviluppata.
Battaglie adrenaliniche, nanotuta migliorata e altro ancora: Ecco Crysis 2!
Crysis 2, a giudizio di chi vi scrive, è il miglior gioco della serie, anche in questa versione rivisitata. Undici anni dopo la sua uscita, è ancora sbalorditivo dal punto di vista grafico il che dimostra come Crytek fosse in grado agevolmente di anticipare i tempi. E sostanzialmente lo si evince in ogni località giocabile all’interno del titolo: dalle calde latitudini tropicali a una fredda New York, rovinata e piena di monumenti distrutti. La furtività è stata migliorata consentendo al nuovo protagonista Alcatraz di evidenziare i nemici con il suo binocolo ed eseguire uccisioni furtive. Purtroppo si diventa momentaneamente visibili quando si pugnala un nemico ignaro, quindi è necessario cronometrare correttamente gli attacchi per evitare di essere rilevati.
Inoltre, le battaglie sono ancora più adrenaliniche e la nanotuta assume ancora più rilevanza potendo fare la differenza tra la vita e la morte, grazie ad aggiunte come la nanovisione a infrarossi. La storia è un caposaldo della produzione, una storia di tradimento, cospirazione e corruzione. Al centro, troviamo le origini del nano-costume e la sopravvivenza dell’uomo. È una “sceneggiatura” ricca di azione che potrebbe adattarsi a qualsiasi film made in Hollywood. Qualcuno parlerebbe di cliché, certamente, ma funziona davvero bene. L’unico problema è che questa volta, proprio come l’anno scorso, ci sono troppe poche differenze rispetto al gioco originale.
Crytek sembra comunque aver fatto un lavoro migliore nel rimasterizzare Crysis 2 rispetto al primo capitolo; New York City è a tratti spacca mascella, specialmente di notte, anche se, ancora una volta, i dettagli risultano essere un po’ granulosi se osservati da vicino. Sfortunatamente, abbiamo riscontrato una serie di problemi piuttosto gravi, tra cui una inspiegabile caduta attraverso i pavimenti e l’essere freezati, incapaci di attaccare i nemici, ma ancora una volta, si sono verificati prima del rilascio della patch.
La fine di tutto
Avanziamo velocemente di altri due anni e la grafica ha fatto un ulteriore passo in avanti. Già quando fu pubblicato il trailer di Crysis 3, molti addetti ai lavori (e non), rimasero estremamente colpiti. Crytek avrebbe avuto nuovamente successo per la terza volta consecutiva? La risposta è chiaramente sì. Graficamente, era un altro titolo straordinario, ma considerando il già incredibile secondo capitolo la differenza sembrava più striminzita. Crysis 3 era buono ma non eccellente. A chi vi scrive è piaciuto quasi quanto Crysis 2, ma paradossalmente è invecchiato peggio.
Il terzo gioco è però quello che maggiormente mette in campo le idee dello sviluppatore teutonico. Bilanciando in modo intelligente i primi due giochi e facendoci vivere nuovamente una New York invasa e post-apocalittica due decenni dopo Crysis 2, ma sentendoci molto più soli.
Questa volta il protagonista è Prophet, il pilastro della serie. È l’ultimo soldato al mondo dotato di nanotuta, suscitando sospetti tra gli alleati e la gelosia di Psycho, il suo ex compagno del primo gioco che è stato brutalmente “privato” della sua stessa nanotuta. Entrambi i personaggi sono caratterizzati piuttosto bene: Prophet lotta con la sua mancanza di umanità, mentre Psycho sembra sinceramente turbato dalla propria vulnerabilità. Le missioni di Crysis 3 sono molto più lunghe rispetto ai giochi precedenti, dando al gameplay un po’ di respiro e scandendo meglio il tempo per sviluppare il plot narrativo. Il nuovo arco di Prophet sembra un po’ troppo potente, infatti gli permette di uccidere con un solo colpo e non consuma energia quando viene utilizzato in modalità furtiva, ma queste aggiunte rendono lo stealth ancora più solido e attraente da sperimentare. I campi di battaglia sono più grandi e i nemici ora possono chiamare rinforzi.
È molto meno impegnativo rispetto ai precedenti giochi di Crysis, ma l’ambientazione straordinaria – la verdeggiante New York è a dir poco bellissima e il gioco scorre senza intoppi – e la storia interessante compensano la mancanza di sfide che si possano definire tali.
Il paradosso della Crysis Remastered Trilogy è che la serie migliora man mano che va avanti, ma gettarsi a capofitto direttamente in Crysis 3 è il modo meno gratificante (e che vivamente sconsigliamo) di giocarci. Vedere come il personaggio di Prophet si evolve nel corso della serie e come Crytek abbia perfezionato il gameplay è un esempio interessante delle prove, dei sacrifici e delle tribolazioni che richiede una IP che parte completamente da zero. Se questa trilogia vale o meno l’acquisto, dipende esclusivamente da voi. Il prezzo è di 49,99 €.
Commento finale
Crysis Trilogy Remastered include tre giochi davvero buoni, con una trentina di ore di intrattenimento al prezzo sostanzialmente di uno. Si tratta però di giochi che hanno alle spalle dieci anni o poco più e ciò va tenuto bene a mente prima di procedere all’acquisto. Non ci sono nuove espansioni o modalità storia inedite incluse in questa trilogia, quindi in termini contenutistici è esattamente lo stesso di prima e anche se a noi son piaciuti tutti e tre i titoli, a conti fatti questa trilogia sembra un po’ pigra. Sono stati apportati alcuni miglioramenti tecnici, principalmente tramite il supporto 4K e HDR. Se non avete mai giocato a questa serie, non c’è opportunità migliore se non quella di viverla attraverso la Crysis Trilogy Remastered. Se, d’altra parte, possedete già Crysis 1-3, non c’è alcun motivo per buttare via i soldi su quello che alla fine è soprattutto un aggiornamento della risoluzione.