Recensione Cultist Simulator: Initiate Edition, quando esoterismo fa rima con ermetismo

Dopo ben sei anni di attesa, Cultist Simulator arriva su console Xbox e PlayStation con tutto il suo particolarissimo fascino. Non è infatti affatto semplice raccontarvi cosa è il titolo sviluppato da Weather Factory e perché, al di là di un’accoglienza critica buona ma non unanime, è diventato tra una cerchia di player un vero e proprio… ehm, cult.

In questo gioco di carte narrativo roguelike, ciò che troverete potrebbe trasformarvi per sempre. Ogni scelta che fate, di momento in momento, non solo fa avanzare la narrazione, ma la modella. Questa la descrizione del titolo con le parole degli sviluppatori. Intrigati? Beh, pensate che l’obiettivo del gioco è mettere su un vero e proprio culto esoterico, con gli obiettivi più disparati. Ancora qui? Ok, ve ne parliamo ancora ma una cosa deve essere chiara: preparatevi ad un titolo estremamente lento ed a tratti ingiustificatamente pedante.

Cultist Simulator: Initiate Edition è disponibile dall’8 Agosto per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One ed Xbox Series. Tali piattaforme completano l’estensione della produzione, già disponibile da diversi anni per PC (via Steam), mobile e Nintendo Switch.


Versione testata: PlayStation 5


Sei tu un Dio?

Anni ’20 del Novecento. Il lavoro è opprimente, il senso di caducità della vita diventa sempre più asfissiante e l’intero mondo del Dopoguerra viaggia verso una crisi economica senza precedenti. Ma se esistesse qualcosa in cui rifugiarsi? Qualcosa di etereo, eppure concreto. Qualcosa che le ordinarie religioni trascurano. Qualcosa di segreto, occulto, nascosto. E se fossimo proprio noi a portare un gruppo di fanatici verso una grande e tremenda nuova rivelazione?

Lo studio sarà pietra angolare della vostra missione.

Con un pò di pathos vi abbiamo raccontato quella che è la premessa di Cultist Simulator, il titolo firmato da Alexis Kennedy, creatore di Fallen London e Sunless Sea. Se non ne avete mai sentito parlare, beh è piuttosto normale. Si tratta di titoli ambientati nello stesso universo narrativo, il primo un’avventura testuale free to play mentre il secondo un’avventura 2D roguelike a tinte gotiche, particolarmente apprezzati proprio per la ricca scrittura. Titoli di estrema nicchia, pesantemente autoriali e piuttosto complessi da consigliare al grande pubblico… un tratto evidentemente comune alle opere di Kennedy. Perché una cosa deve essere assolutamente trasparente e non possiamo nasconderla in alcun modo.

Sebbene Cultist Simulator abbia un indubbio fascino nella sua estetica finemente minimale, nonostante la scrittura sia incredibilmente profonda e sofisticata e benché il gameplay sia ricco di imprevedibili sfaccettature… potrete odiare questo titolo come pochi altri. Perché deve scontrarsi con la realtà dei fatti anche la prospettiva di evocare divinità uscite da un incubo lovecraftiano mentre si affrontano rivali e forze pubbliche.

Il lavoro nobilita il cultista.

Allora… fuori!

Il problema fondamentale di Cultist Simulator è determinato dalla stessa idea di base posta dal team di sviluppo.

Il gioco non prevede, per scelta esplicita, alcun tipo di tutorial o spiegazione. Ogni elemento dovrà essere carpito ed interpretato dal giocatore, che dovrà imparare a conoscere ogni lato del gameplay e del suo intricato funzionamento. Se detta così non vi sembra un grande ostacolo… lasciate che vi spieghiamo meglio.

Non vi verrà spiegato assolutamente nulla di tutto questo.

Cultist Simulator pone il giocatore davanti ad una vera e propria gestione schematica della vita di un individuo, alle prese con i problemi quotidiani ma al contempo affascinato dal proibito. Ciascuna azione deve essere intrapresa tramite l’uso di specifiche carte, da impiegare in altrettante esatte situazioni, tali da portare a conseguenze capaci di farvi progredire nel vostro cammino di conoscenza. Vi sembra facile? Tendenzialmente lo è, se non fosse che ciascuna carta può essere impiegata solo in circostanze ben determinate. Inoltre, ogni vostra azione è soggetta allo scorrere ed all’impiego di tempo (sotto forma di cooldown tra una scelta e l’altra) e dovrete sempre tenere in considerazione i bisogni primari come il riposo e le necessità economiche. Tutto questo è solo la punta di un iceberg fatto di interazioni estremamente capillari, senza uno straccio di spiegazione se non fumose descrizioni su ciascuna carta, perlopiù in un inglese non esattamente scolastico.

Insomma, strutturalmente il titolo richiama concetti ludici espressi in titoli che avrete sicuramente giocato come Doodle God… peccato che lo faccia senza alcun tipo di sconto e senza il benché minimo compromesso. Spesso ci troviamo a comprendere le scelte degli sviluppatori, anche quelle più particolari ed impopolari. Ma stavolta non ci troviamo affatto sulla medesima lunghezza d’onda. Va bene rendere complesso un titolo al punto da far percepire al player l’ebrezza di ogni scoperta, ma quando si esagera creando evidenti difficoltà alla fruibilità e comprensione del gameplay… beh, a quel punto c’è un problema.

L’ermetismo è affascinante ma non è per tutti.

Quando qualcuno ti chiede se sei un Dio, tu gli devi dire si!

Se sarete tra i pochi stoici a sbattere la testa sulla voluta reticenza di Cultist Simulator, beh, troverete molto da apprezzare.

Non solo ogni scelta è capace di plasmare l’evoluzione del gameplay, ma altresì l’andamento della storia stessa. Diventare uno studioso delle arti invisibili vi permetterà di aprire le porte a possibilità incredibili.

La gestione del tempo è fondamentale.

A partire dallo studio di grimori misteriosi, vi ritroverete a fondare un culto (tra diversi disponibili), indottrinare a vostra volta gli innocenti nel perseguire i vostri fini abominevoli. Rituali capaci di stravolgere la sanità mentale, evocazione di spiriti, rivali da superare ed autorità da tenere in scacco. Potreste ritrovarvi a sporcarvi le mani con le ritualità più oscure o corrompere le anime dei vostri amici consumando quelle dei vostri avversari. E se qualcosa va male?

La genialità del titolo traspare anche in queste occasioni, visto che la vostra missione non termina con voi. Potreste essere vittima degli eventi, morire di stenti o mille altri tristi epiloghi. Ma la ricerca della verità non si concluderà mai realmente. Ecco infatti che sarà uno dei vostri discepoli a raccogliere l’eredità del maestro e far evolvere la storia. Un modo magistrale di fondere narrativa e caratteristiche roguelike.

Tutto questo si traduce non solo in una formula terribilmente fascinosa, ma altresì estremamente rigiocabile. Un fattore ulteriormente esaltato dalle caratteristiche della Initiate Edition che, lungi dal fornire non solo una rielaborazione visiva per la fruizione su home console, ospita i tre DLC (The DANCER, The PRIEST e The GHOUL) contenenti ulteriori meccaniche, personaggi e finali.

La morte è contestualizzata ottimamente nella produzione.

Commento finale

Cultist Simulator: Initiate Edition è una produzione molto particolare. Da un lato, sperimenta con ardore mettendo insieme deckbuilding, roguelike e narrativa sullo sfondo di una storia che vi mette nei panni di un aspirante fondatore di un culto esoterico negli anni 20 del Novecento. Dall’altro lato, decide di intraprendere ogni sua scelta con un ermetismo esasperante al punto da non spiegare volutamente alcuna dinamica di gameplay. Il risultato finale è indubbiamente affascinante, ma anche così criptico da allontanare la stragrande maggioranza del pubblico se non chi ha voglia di calarsi con estrema dedizione nella proposta di Weather Factory. Uomo avvisato…

7.0

Cultist Simulator: Initiate Edition


Cultist Simulator: Initiate Edition è una produzione molto particolare. Da un lato, sperimenta con ardore mettendo insieme deckbuilding, roguelike e narrativa sullo sfondo di una storia che vi mette nei panni di un aspirante fondatore di un culto esoterico negli anni 20 del Novecento. Dall'altro lato, decide di intraprendere ogni sua scelta con un ermetismo esasperante al punto da non spiegare volutamente alcuna dinamica di gameplay. Il risultato finale è indubbiamente affascinante, ma anche così criptico da allontanare la stragrande maggioranza del pubblico se non chi ha voglia di calarsi con estrema dedizione nella proposta di Weather Factory. Uomo avvisato...

PRO

Ardito e coraggioso | Ricco di spunti narrativi | Ludicamente profondo e strutturato |

CONTRO

Nessun tutorial o spiegazione | Le fasi iniziali procedono in modo inevitabilmente e fastidiosamente casuale | Il supporto alla sola lingua inglese è un ulteriore ostacolo |

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