Recensione CYGNI: All Guns Blazing, la coreografica ed inevitabile morte del cigno?

Con il loro lavoro di esordio CYGNI: All Guns Blazing, gli scozzesi sviluppatori di KeelWorks non hanno nascosto un po’ di ambizione. Forti della loro precedente esperienza nel campo dell’animazione 3D, con il supporto di Konami hanno voluto proporre una “nuova interpretazione degli sparatutto” capace di “far evolvere il genere per i giocatori moderni”. Dichiarazioni piuttosto forti per un settore, quello degli sparatutto isometrici in stile bullet hell, da sempre connotato da un forte conservatorismo.

E non potrebbe essere diversamente. Un genere nato per la sala giochi, candidamente in equilibrio (precario) tra galvanizzante azione forsennata ed inevitabile buco nero per gettoni. Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane, cantava Samuele Bersani in Giudizi universali. Una frase che ben si adatta ai bullet hell, che vivono nella loro estrema semplicità la propria ideale dimensione di titoli rivolti ad una nicchia esclusivissima. Al punto da farci dire: è proprio necessario inseguire una innovazione a tutti i costi in determinati ambiti? A volte crediamo che quello che non è rotto non si debba riparare… ma è anche vero che senza guizzi, si resta immobili e non ci si evolve, nel bene o nel male. Il team di KeelWorks sarà riuscito a sovvertire i pronostici? Scopriamolo.

CYGNI: All Guns Blazing è disponibile dal 6 Agosto per PC (via Steam), Xbox One, Xbox Series, PlayStation 4 e PlayStation 5.


Versione testata: PlayStation 5


Biglietto da visita

CYGNI palesa fin da subito l’esperienza KeelWorks nel campo della modellazione animata.

Graficamente infatti, CYGNI è bellissimo. Non solo ogni stage è contraddistinto da un campo di battaglia differente, ma il tripudio di effetti grafici riempirà lo schermo ed i vostri occhi. Esplosioni deflagranti, raggi luminosi, nuvole di fumo e fiamme. Il tutto nel tripudio tipico dei bullet hell, fatto di una pioggia di avversari ed insidie. La cura riposta dal team di sviluppo nella presentazione estetica della loro creatura di esordio è dunque encomiabile. Uno sforzo che si apprezza anche nei filmati CG che incorniciano la storia.

La protagonista sposa un look vagamente cartoon che ci ha ricordato un leggerissimo tocco di Overwatch.

Le cutscene vantano un look vagamente cartoonesco e raccontano le peripezie della avvenente protagonista nella sua lotta contro una misteriosa forza di invasione. Una feature ante literam che ci ha riportato indietro ad un tempo in cui la CG interveniva a gamba tesa nello story telling. Accampata tra i resti di una civiltà da tempo perduta sul pianeta CYGNI, una colonia viene decimata da un attacco a sorpresa di una potente razza aliena biomeccanica. Come uno degli ultimi piloti su una delle pochissime portaerei rimaste nella flotta, sarete l’ultima linea di difesa. In questo caso specifico, non parliamo di una storia chissà quanto profonda o originale. Ma fa senza dubbio piacere vedere la particolare cura ivi riposta, anche al netto di uno svolgimento abbastanza scolastico.

Ancor più clamoroso è poi il comparto audio. Accanto ad una effettistica davvero convincente, anche la soundtrack si coniuga perfettamente con gli stage e l’azione grazie a brani potenti ed incisivi. Una presentazione davvero brillante per CYGNI dunque, anche al netto di un comparto tecnico che, almeno su PS5, viene tenuto a galla senza particolari intoppi, salvo qualche rallentamento occasionale.

In movimento è tutta un’altra cosa.

Preparatevi a morire

Sul fronte del gameplay, CYGNI mantiene pressoché inalterate tutte le caratteristiche fondamentali dei bullet hell.

Una serie di stage ai quali sopravvivere, tra insidie crescenti, ondate di avversari sempre più pericolose e numerose al punto di non riuscire quasi a trovare punti riparati dalla pioggia di missili, proiettili e sfere energetiche che illumineranno lo schermo. Insomma, la classica esperienza cara ai fan del genere, anche se KeelWorks ha adottato qualche variazione sul tema.

Anzitutto, in CYGNI è praticamente impossibile non essere colpiti. Ancora ed ancora. E non per poca abilità del player, ma perché è il titolo stesso ad essere costruito intorno a questa caratteristica. Infatti, il giocatore dovrà costantemente attenzionare non solo i nemici ma anche le scorte residue di energia per “deviarle” ai sistemi difensivi o offensivi della navicella. Sconfiggere i nemici vi permetterà di raccogliere nuclei di potenza, che potrete assegnare dinamicamente agli scudi (per sopravvivere alle fasi più concitate) o alle armi (per sfondare le difese più coriacee).

Casino da bullet hell.

I numerosi nemici, inoltre, potranno attaccarvi non solo dal cielo ma anche dal campo di battaglia a terra. In questi frangenti dovrete capire quali armi usare, a quale avversario dare precedenza e gestire le scorte energetiche in modo sapiente.

Dopo ciascun livello portato a termine, potrete sfruttare i punti accumulati per potenziare armi ed armature per massimizzare le vostre capacità offensive e difensive. Come da tradizione, ovviamente la navicella può essere potenziato anche con potenziamenti temporanei durante i combattimenti, destinati ad essere persi in caso di game over.

Quello che ne viene fuori, pad alla mano, è un’attenta e pianificata coreografia di distruzione, in cui decisioni veloci fanno la differenza in un titolo estremamente impegnativo. Vogliamo essere trasparenti: CYGNI è infatti davvero difficile, a tratti in maniera eccessiva. E forse proprio qui sta il problema che sbilancia l’esperienza ludica.

I nemici a terra godono spesso di grandi difese.

Un equilibrio sopra la follia

Non stupisce certamente che un bullet hell sia impegnativo, a tratti anche troppo. Ma si tratta sempre di una scelta calcolata, che si rivela e giustifica apprendendo per bene le caratteristiche ludiche.

Con CYGNI purtroppo questo viene a mancare. Il titolo è pensato per portare il giocatore ad essere costantemente sotto pressione e sotto attacco, al punto da rendere assai complesso (e tendenzialmente impossibile) non essere colpiti. In linea concettuale, la gestione dell’energia dovrebbe supplire e fondersi perfettamente con questa scelta di game design. Peccato che poggi le sue basi non solo sulla occasionalità dei drop dei nuclei energetici da parte dei nemici (o banalmente dall’impossibilità di raggiungerli senza morire nel mentre), ma altresì su una leggibilità estremamente ridotta degli indicatori degli scudi. Ci è capitato fin troppo spesso, infatti, di non riuscire a gestire nella calca un corretto equilibrio tra difesa ed offesa perché semplicemente non siamo riusciti a distinguere gli indicatori presenti. Un problema davvero fastidioso, nonostante siamo abituati a “scornarci” con i bullet hell.

Artisticamente è una bella soddisfazione per il team di sviluppo.

Inoltre, la difficoltà è davvero esagerata. Persino al livello più basso, abbiamo constatato che il titolo, sebbene sia giocabile, può essere eccessivamente ostico per gran parte del pubblico. E sicuramente per quella parte non abituata a questo tipo di produzione. Ci è sembrato un controsenso puntare così tanto sulla difficoltà quanto l’intento dichiarato degli sviluppatori era modernizzare il genere e, verosimilmente, aprirsi ad un pubblico maggiore. Con questo non vogliamo affermare che si sarebbe dovuto snaturare un principio cardine del bullet hell… però un miglior bilanciamento dei livelli di difficoltà sarebbe stato molto apprezzato. Non osiamo immaginare le imprecazioni richieste per completare CYGNI alla difficoltà più elevata.

Anche dal punto di vista dell’enemy placement e della varietà di situazioni, non siamo al livello delle migliori produzioni. CYGNI diventa troppo presto noioso e prevedibile, benché complesso e spigoloso. Una sfida che si rivela paradossalmente più per i fan più sfegatati del genere che non per i novizi.

I boss sono fighi ed enormi.

Commento finale

CYGNI: All Guns Blazing partiva con un proposito glorioso: rinnovare e modernizzare il genere dei bullet hell. Un obiettivo ambizioso che puntava a portare nel panorama contemporaneo sufficienti novità da poter rendere più attraente al grande pubblico un tipologia ludica nata per soddisfare il desiderio masochistico di pochi. Sfortunatamente, non tutto è andato per il verso giusto: se da un lato il comparto grafico e musicale è promosso a pieni voti, dall’altro lato il gameplay adotta alcune idee che lo rendono non solo punitivo ma anche fin troppo confusionario. Il risultato è un titolo che, anziché aprirsi al grande pubblico, finisce col parlare ad una cerchia ancora più ristretta e mesozoica di fan.

7.0

CYGNI: All Guns Blazing


CYGNI: All Guns Blazing partiva con un proposito glorioso: rinnovare e modernizzare il genere dei bullet hell. Un obiettivo ambizioso che puntava a portare nel panorama contemporaneo sufficienti novità da poter rendere più attraente al grande pubblico un tipologia ludica nata per soddisfare il desiderio masochistico di pochi. Sfortunatamente, non tutto è andato per il verso giusto: se da un lato il comparto grafico e musicale è promosso a pieni voti, dall'altro lato il gameplay adotta alcune idee che lo rendono non solo punitivo ma anche fin troppo confusionario. Il risultato è un titolo che, anziché aprirsi al grande pubblico, finisce col parlare ad una cerchia ancora più ristretta e mesozoica di fan.

PRO

Grafica ed audio di alto livello | Impegnativo e stratificato | Cooperativa locale |

CONTRO

Storia non particolarmente originale | Davvero molto difficile e punitivo, anche a causa di alcune scelte di gameplay | Poca varietà di situazioni e scontri, a lungo andare |

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