Siamo tornati in Cina tra i Signori della Guerra.
Il mousou non è un genere sempre compreso: sviluppato ad Oriente, ha avuto bisogno di un tempo di adattamento molto superiore a quello degli RPG, e non è riuscito a costruirsi una fan base stabile quanto questi ultimi.
Sebbene, naturalmente, non siano mancati episodi di grande rilievo e di indubbio valore videoludico. Prendiamo i Dynasty Warriors, per restare a tema. Hanno lanciato un vero e proprio genere e sono riusciti ad approdare a più riprese anche in Occidente.
Dynasty Warriors nel particolare, poi, è un punto di riferimento imprescindibile, così come lo sono gli abili sviluppatori di Omega Force. Parliamo dei ragazzi che hanno realizzato, in questi anni, titoli su licenza di tutto rispetto: Hyrule Warriors, Attack on Titan, One Piece: Pirate Warriors (l’intera serie), e da ultimo Fire Emblem Warriors, pubblicato lo scorso autunno su Nintendo Switch e Nintendo 3DS.
Dynasty Warriors 9 vuole un po’ essere una summa del genere, realizzato dai creatori che l’hanno lanciato in tutto il mondo; al tempo stesso, è quasi come se fosse la prova del nove per vedere se davvero c’è speranza per il futuro, anche al di fuori della classica nicchia di appassionati. Com’è andata? Ve lo raccontiamo oggi con la nostra recensione.
I Signori della Guerra
Dynasty Warriors, sebbene abbia ormai alle spalle ben otto titoli della serie principale più i dovuti spin off, non è certo noto per variare in modo eccezionale il suo contesto. Ci ritroviamo quindi, ancora una volta, in Cina. E’ il II secolo D.C. e siamo in piena guerra civile: la popolazione è vessata dai signori della guerra, che si scontrano per conquistare il dominio assoluto sull’intero territorio cinese. La narrazione segue il filone verosimilmente storico inaugurato dal Romanzo dei Tre Regni, per un totale di tredici capitoli.
In questo modo, non si tratta semplicemente di seguire le vicende della fazione scelta dal giocatore, ma di prestare attenzione più in generale all’intero contesto del mondo raccontato, per focalizzarsi poi sui particolari della nostra scelta. Gli intermezzi narrati, prima durante e dopo i capitoli, la fanno da padrone, favorendo in questo modo l’immersività offerta da Dynasty Warriors 9. Una volta completata la modalità storia almeno una volta, con qualsiasi fazione, verrà sbloccata la Modalità Libera.
La nuova via
Dynasty Warriors 9, lo dicevamo all’inizio, è il ponte di Koei Tecmo e Omega Force verso il futuro. E il futuro, nei videogiochi, per forza di cose si concretizza con una libertà sempre maggiore attribuita al giocatore. Il primo sintomo del cambiamento è l’abbandono totale della struttura dei livelli di Dynasty Warriors 8 (quella delle battaglie), per ogni campagna della modalità storia. Ci ritroviamo invece all’interno di un modo liberamente esplorabile, simil open world.
Le missioni di gioco vengono articolate tra principali e secondarie, sparpagliate un po’ ovunque per un’immensa mappa di gioco. Non significa però che non ci siano più le battaglie: tornano semplicemente in una nuova veste, suddivise in base alla tipologia delle missioni. Avvicinandosi ad esse noteremo l’esercito nemico: a noi decidere come effettuare l’approccio, se correre il rischio in caso di inferiorità o optare per l’assalto completo in caso di superiorità numerica.
Dynasty Warriors 9 non è però solo guerra, ma propone anche una certa serie di facezie più o meno divertenti, e tutte con la propria utilità di gioco. Si passa dalle missioni di caccia, alla pesca, alla raccolta di determinati materiali, che poi possiamo usare presso mercanti e fabbri per realizzare dei consumabili, oppure accessori e anche armi.
I guerrieri salgono di livello, si potenziano e ottengono dei Punti Miglioramento, che potremo investire per sbloccare nuove caratteristiche o potenziare quelle già esistenti, in base al nostro stile di gioco ovviamente. Sempre a proposito dell’immersività (e della varietà di gioco) bisogna anche dire che abbiamo apprezzato il ciclo giorno/notte e quello degli agenti atmosferici, che arrivano anche ad influire sugli scontri e accrescono la difficoltà di alcune missioni.
Evidente è dunque il tentativo di Koei Tecmo di spostarsi verso dinamiche e funzionalità molto più open-world rispetto al passato. Tuttavia dal punto di vista dei combattimenti fini a sè stessi è cambiato ben poco: sono state riproposte le meccaniche che spingono a premere un po’ tutti i tasti a disposizione, spesso a caso, per superare anche le situazioni più concitate. Pochi in realtà sono anche gli stimoli che spingano a trascurare le missioni principali per dedicarsi alle secondarie, dal momento che quasi tutte sono animate da una certa ripetitività di fondo.
Meno bene è andata sul fronte grafico e tecnico: l’innovazione ce la aspettiamo di pari passo con l’aggiornamento tecnologico, ma Dynasty Warriors 9 resta davvero troppo spesso ancorato alle possibilità della scorsa generazione. Eccoci quindi alle prese con animazioni legnose, tantissimi nemici a schermo che si comportano tutti allo stesso modo, una colonna sonora discreta ma estremamente ripetitiva, perché costituita da un numero molto limitato di brani.
Senza contare, di tanto in tanto, momenti in cui le voci dei protagonisti semplicemente spariscono, così come a volte sul campo di battaglia compaiono all’improvviso (o scompaiono) interi eserciti di soldati cinesi.
Complessivamente, comunque, non ci sentiamo di trattare troppo male Dynasty Warriors 9, perché per lunghe ore e sessioni di gioco è riuscito comunque a intrattenerci (in fondo un videogioco deve fare questo, no?). Per di più non ha mai voluto nascondere i suoi difetti, anche se naturalmente la produzione ha concentrato il tentativo di catalizzare l’attenzione del giocatore sulle novità più importanti per la serie.
Commento Finale
Dynasty Warriors 9 inaugura una direzione (quasi) completamente nuova per la serie. Anche se è ancora presto per vedere dove ci porterà nei prossimi anni, abbiamo apprezzato quasi tutte le nuove aggiunte del titolo, e anche il nuovo aspetto che la serie di Koei Tecmo e Omega Force inizia a prendere. Se soltanto riuscisse anche ad aggiornarsi graficamente, e a proporre un comparto grafico e tecnico degno di questo nome, potrebbe ambire a voti ben più alti. Resta un esponente eccellente del genere, che farà la felicità di tutti gli appassionati.