Nel panorama delle simulazioni di guida, ci sono ben poche cose paragonabili ad Expeditions: A MudRunner Game. La prospettiva di affrontare una vera e propria avventura fuoristrada per portare a termine spedizioni scientifiche, con tutti i rischi e le difficoltà della natura selvaggia, è in verità alquanto intrigante. Saber Interactive vuol fare appello all’esploratore dentro ciascun player, invitandolo ad una esperienza di guida realistica e senza mezzi termini in cui il più grande traguardo sarà arrivare da un punto all’altro della mappa. Un obiettivo, sulla carta banale, che si rivelerà in tutta la sua realistica difficoltà… ve lo assicuriamo.
Spin-off della celebre serie MudRunner (a sua volta ospitante il capitolo di successo SnowRunner), Expeditions fa tesoro dei precedenti simulatori per offrire un sistema ludico basato sulla fisica per mostrare come quest’ultima possa influire nella guida fuoristrada. Un episodio che farà la gioia dei fan del brand, ma che potrebbe essere visto con un po’ di sospetto da tanti altri giocatori. Scopriamo se tali diffidenze sono fondate.
Expeditions: A MudRunner Game sarà disponibile dal 5 Marzo per PC (via Steam), Xbox One, Xbox Series, PlayStation 4, PlayStation 5 e Nintendo Switch.
Versione testata: PlayStation 5
Into the wild
Il concept alla base di Expeditions, come anticipato, è piuttosto semplice su carta.
Il team di sviluppo statunitense ha infatti preso tutti gli insegnamenti maturati da MudRunner e SnowRunner contestualizzandoli in un titolo in cui l’obiettivo primario è partecipare con successo a spedizioni scientifiche. Non c’è una vera e propria trama a far da sfondo alle missioni previste, né un personaggio nel quale immedesimarsi. Il traguardo sarà sempre il puro, semplice, capitalistico “fare soldi”: portare a casa i lauti compensi dei benefattori di turno e, nel mentre, svelare i misteri nascosti nella natura incontaminata.
Per fare questo, Expeditions ci metterà all’interno di ambientazioni variegate che spazieranno dall’arida Arizona ai selvaggi Carpazi, nella loro ampiezza ed imprevedibilità alla ricerca di tesori nascosti e rovine dimenticate. Da un punto di vista meramente grafico, il lavoro di Saber Interactive è di ottima fattura. Da rigidi deserti in cui le piante grasse sono l’unica timida nota di colore a foreste di conifere incontaminate, da insidiosi pantani di fango a lucenti fiumi in piena, il titolo offre una pregevole qualità e varietà. Lo stile visivo, improntato al fotorealismo, riesce a far respirare le avversità ed il fascino di questi posti, grazie anche agli sforzi profusi nella realizzazione dei mezzi.
Come da tradizione per la serie, anche i molteplici veicoli sono graziati da una resa visiva preziosa e colma di dettagli, che si estende non solo alle specificità del mezzo, ma anche alle animazioni dell’autista. Expeditions riesce, tanto nella visuale in prima che in terza persona, ad essere affascinante e meritevole di encomi. Non altrettanto valido risulta essere, invece, il comparto audio. Chiariamo subito un possibile equivoco: il campionamento dei suoni è ottimo e sa replicare con fedeltà molti dei rumori che vi ritroverete ad udire nel corso dell’avventura. Non possiamo dire lo stesso invece per l’accompagnamento musicale, spesso fin troppo anonimo e lascivo al netto di poche tracce più ispirate. In linea generale tuttavia, la presentazione generale segna un traguardo non da poco, se si pensa al prezzo budget col quale è proposto il titolo.
Mud Stranding
Compreso dunque il concept alla base della produzione e preso atto della deliziosa presentazione generale, com’è ludicamente Expeditions?
Se siete fan della serie, saprete cosa aspettarvi: un’esperienza simulativa che tende a replicare la difficoltà di attraversare, anche a bordo di veicoli specializzati, tratti sterrati ed impervi in cui la natura è allo stato puro. Tradotto per tutti coloro che non hanno mai approcciato MudRunner o SnowRunner: dimenticatevi ogni tipologia di esperienza precedente, perché Expeditions potrebbe alterare la chimica del vostro cervello.
Iniziamo dalle basi. Il modello di guida si basa non solo sulla replica fedele del comportamento dei mezzi, ma anche su interazioni avanzate con l’ambiente basate sulla fisica. Immaginate di avere davanti un banale piano orizzontale, frastagliato da rocce e fango. Quello che sarebbe un facilissimo segmento in moltissime esperienze videoludiche di guida, in Expeditions diventa un rilevante problema da risolvere.
Il mezzo a vostra disposizione è strutturalmente adatto per questo tragitto o è necessario un mezzo più agile? Le gomme in uso hanno la pressione corretta per facilitare la traversata oppure è preferibile variarle in tempo reale? Vi siete portati dietro un argano per tirarvi fuori dai guai in caso di necessità? O ancora: vi trovate di fronte ad un breve specchio d’acqua. Potreste guadarlo dall’alto del vostro mezzo rialzato, ma rischiereste di aver sottovalutato la profondità mettendo a repentaglio la salute del motore. Meglio attivare l’ecoscandaglio per capire quali sono le aree in cui la profondità è minore e la traversata teoricamente più sicura. Oppure, potreste valutare di fare il giro lungo… sempre che non siano presenti altri ostacoli maggiori, a patto che la benzina residua ve lo consenta.
Gli esempi riguardano solo una minima parte della situazioni ludiche che vi troverete a dover affrontare nel corso del grande numero di missioni presenti. Se infatti l’obiettivo principale sarà quasi sempre quello di arrivare da un punto A ad un punto B, la varietà lungo il tragitto sarà assicurata. Non solo per il percorso che deciderete di intraprendere ma anche alla luce di come avrete pianificato di oltrepassarne i pericoli. Il successo delle spedizioni dipenderà infatti non solo dalla vostra abilità manuale al volante dei veicoli, ma anche dalla preparazione.
Pianificare le missioni comporterà lo studio preventivo del territorio, l’ingaggio di una squadra di specialisti, il munirsi del giusto equipaggiamento nonché lo spendere oculatamente i vostri guadagni per ampliare le strutture di supporto e migliorare le risorse a disposizione. In un certo senso, l’esperienza con Expeditions ci ha ricordato le avventure solitarie di Sam Bridges in Death Stranding. Non solo per lo spirito di esplorare l’ignoto e per l’importanza di una corretta preparazione prima di ogni incarico. Ma anche e soprattutto per il “feeling da puzzle game”. La dichiarazione potrebbe essere ardita, ne siamo consapevoli. Ma sotto questo punto di vista riuscire a portare a termine una missione, tenendo conto di tutte le avversità ed avendo previsto ogni “contromossa”, è quasi come risolvere un enigma. Con grande soddisfazione.
Occhio al caro benzina
Expeditions riesce dunque a centrare il bersaglio nel proporre l’esperienza concettuale sulla quale si fonda, nonostante l’espressa volontà di non scendere a troppi compromessi.
Se un ulteriore pregio della produzione è quello di proporre una curva di apprendimento dolce, grazie ai tutorial iniziali, tuttavia le cose si faranno presto severe. Superato infatti lo scoglio iniziale costituito da una pletora di indicatori ed opzioni disponibili, dalla gestione della pressione delle gomme all’uso della strumentistica passando per l’alterazione delle trazioni, i guai saranno appena iniziati. Letteralmente ogni malformazione del terreno può diventare un ostacolo sul quale perdere interi minuti. Ed ogni leggerezza potrebbe costarvi un danno irreparabile estremamente costoso in termini di tempo, denaro e fatica. Ma soprattutto, pazienza.
Expeditions non scende a compromessi e richiede una abnegazione che si fa sempre più evidente con il proseguire delle missioni ed il complicarsi degli incarichi. Applaudiamo con vigore ad una scelta di così grande personalità, che farà sicuramente piacere ai fan della serie. Tuttavia non possiamo che mettere in guardia chi tra il pubblico non si sente abbastanza calmo e riflessivo. Se la vostra idea di esplorazione è ingranare la quinta e scorrazzare a testa bassa prendendo il veicolo più grosso… beh preparatevi a dover inviare qualcuno a recuperare il mezzo. Nella migliore delle ipotesi, logicamente.
Parte della difficoltà trascende, a ben vedere, Expeditions in sé e per sé. Siamo tutti un po’ abituati, panorama videoludico alla mano, a non tener conto di molte regole fisiche che governano il rapporto tra veicoli e terreni. Trovarsi a dover valutare improvvisamente tutto è un ribaltamento copernicano che può essere visto con entusiasmo, ma anche con possibile frustrazione. Se proprio dobbiamo contestare qualcosa ad Expeditions, possiamo segnalare un po’ di congenita ripetitività di fondo. Così come una difficoltosa lettura (fortunatamente solo iniziale) delle tipologie di terreni. Problemi legati più all’idea di gameplay che non alla realizzazione, anche se probabilmente si poteva migliorare quantomeno il loop ludico per renderlo più accattivante.
Commento finale
Con Expeditions: A MudRunner Game, Saber Interactive decide di portare la propria serie simulativa verso territori selvaggi con un cambio di prospettiva. Largo a spedizioni scientifiche da preparare minuziosamente, tra il recupero di carichi preziosi al salvataggio di mezzi dispersi, passando per gli inevitabili intoppi lungo il percorso da risolvere con perizia e mestiere. Da questo punto di vista, il nuovo capitolo spin-off della serie MudRunner tende sorprendentemente la mano ai puzzle game, mettendo il player in situazioni da superare con il metodo giusto al momento giusto grazie alla piena consapevolezza delle proprie risorse. Tuttavia, l’approccio prettamente simulativo potrebbe non essere adatto per ogni palato: se non volete sclerare per l’ennesimo mezzo impantanato nel fango, le strade asfaltate potrebbero fare maggiormente al caso vostro.