Neve eterna e sabbie del deserto.
Versione testata PlayStation 4 e PlayStation 3
Dopo un inizio di stagione che non convince quasi sotto tutti gli aspetti, la storia del casato dei Forrester, di Garred, Mira e compagnia prosegue in questo secondo capitolo di Game of Thrones. Se avete già giocato la prima parte o letto la nostra recensione (si spera entrambe le cose), saprete che si tratta di un videogioco d’avventura con forti tratti “visual novel”, basato sull’omonima produzione letteraria di Benioff e Weiss e con diversi collegamenti alla quella televisiva (tant’è che soprattutto in questo secondo capitolo ritroverete come personaggi con cui interagire proprio gli attori della serie statunitense). Tirate un sospiro di sollievo fin da subito: se avevate paura che anche il secondo episodio fosse noiosetto e scialbo (se il primo non vi è piaciuto) o che non tenesse testa al primo (nel caso vi sia invece piaciuto) sappiate che qui le cose vanno meglio. Decisamente meglio. Anche semplicemente per un mero fatto di prospettiva: la scorsa avventura ha provato senza riuscirci a raggiungere la sufficienza, questa la raggiunge pienamente e pone interessanti premesse per il futuro, che come saprete riserva ancora quattro episodi.
Se non avete giocato “Iron From Ice”, necessaria premessa a questo nuovo appuntamento (a meno che non vogliate uscire fuori di testa dopo due dialoghi), vi consigliamo di farlo; in alternativa tenetevi pronti a qualche spoiler sull’episodio precedente, soprattutto sul suo finale. Lettore avvisato, meno arrabbiato.
Arrivano i rinforzi… forse
Ve l’avevamo detto che i Forrester non se la passavano bene. Nel primo episodio i loro lord, Gregor e suo figlio Rodrik, passavano a miglior vita proprio nella parte iniziale. Il carico di responsabilità cadeva sul terzogenito Ethan (sì, perchè l’altro fratello è in esilio da qualche parte nello Yunkai), troppo giovane per un compito così importante, ma l’unico a disposizione in quelle circostanze. E non andava a finire bene. Andava a finire con un coltello in gola: troppo presto perchè ci affezionassimo al personaggio, troppo tardi per aver potuto fare qualche scelta significativa nelle sue vesti all’interno del gioco. Abbiamo avuto giusto il tempo di scegliere il suo braccio destro, con un coinvolgimento ai minimi storici. Gared invece era stato mandato al Wall per diventare un Guardiano della Notte: una scusa per allontanarlo da Ironrath dato che avrebbe attirato le ire dei signori vicini per i motivi che sapete. Ire che sono arrivate comunque (motivate però soprattutto da questioni economiche) e che hanno investito quel poveraccio di Ethan. A King’s Landing infine la sorella maggiore, Mira, sta ancora cercando di rendersi utile, ingraziandosi qualsiasi persona con una minima influenza politica. Tra qualche sbadiglio di troppo, questo era quanto c’era da sapere sul primo episodio. E nel secondo? Nel secondo la storia, naturalmente, va avanti. Va avanti con la “macchina TellTale” che abbiamo imparato a conoscere: tanti dialoghi, qualche esplorazione, qualche combattimento ravvicinato, parecchie scelte da prendere. Ascoltare e parlare, solo dopo giocare (“giocare” nel senso di prendere l’analogico e spostare il personaggio per fare qualcosa).
La cosa positiva è che la storia va avanti meglio di prima: diventa più interessante, finalmente fa venire voglia di sapere che cosa succederà dopo. Tutto ruota attorno alla necessità di salvare il casato Forrester dalla rovina ormai imminente. Non vogliamo anticiparvi nulla, ma sappiate che si cerca di realizzare uno dei propositi annunciati nel finale del primo episodio: bisogna andare a trovare Asher Forrester (il fratello in esilio), perchè torni ad Ironrath a dare una mano e a fermare quei prepotenti e assassini degli Whitehill. Magari con un esercito. E Mira? Porterà avanti il suo frammento di storia, uno dei più noiosi all’interno della trama (facilmente eliminabile da tutto il contesto). Interessante invece il proseguo delle vicende di Gared, che ha tutte le carte in regola per diventare il personaggio capace di far breccia nel cuore del giocatore: ma è ancora troppo presto per metterci la mano sul fuoco. Le premesse, però, ci sono tutte. Così come per un altro personaggio, che non possiamo nemmeno nominare, e che comparirà in questo episodio. Forse lo avete già visto da qualche parte. Del resto, qualcuno doveva pur prendere il posto di Ethan, no?
Scelte e personaggi: le cose iniziano a funzionare
Il gameplay del nuovo episodio non aggiunge nulla a quanto abbiamo visto nello scorso, e a quanto abbiamo imparato a conoscere in anni di giochi TellTale; tuttavia sa giocare meglio le proprie carte. Tutto è focalizzato principalmente sulla lettura a schermo dei dialoghi tra i vari personaggi, principali e secondari: siamo chiamati a scegliere le risposte che ci sembrano migliori, oppure a tacere se lo riteniamo più opportuno. Alle fasi dialogate si alternano quelle esplorative, che purtroppo anche qui si svolgono prevalentemente in ambienti chiusi e fungono come sempre da semplice pretesto per smorzare un po’ le fasi colloquiali. Da ultimo le sessioni incentrate sull’azione, forse banali ma più interessanti rispetto allo scorso episodio, sopratutto in quelle dedicate ad Asher e, verso il finale, a Mira (non vi diciamo in che occasione, ma sappiate che una volta tanto anche a lei accade qualcosa di concitato). I personaggi con cui interagiremo si ottengono con una semplice operazione: prendete quelli che c’erano nel primo episodio, sottraete quelli che avete visto morire, aggiungetene un paio che dovete ancora conoscere. Ci troviamo di nuovo di fronte a una narrazione corale, in cui non si può dire che spicchi un vero e proprio protagonista, ma piuttosto che vi siano più protagonisti che parallelamente agiscono per un medesimo fine. I singoli frammenti migliorano notevolmente nelle relazioni reciproche: se in Iron From Ice quasi tutto sembrava scollegato e lasciato al caso, qui ogni tassello sembra trovare una propria precisa collocazione.
Finalmente iniziano a mostarsi delle “scelte” degne di questo nome all’interno della trama, molte delle quali potrebbero ripercuotersi su più personaggi e magari farvi dormire sonni agitati. Nulla di sensazionale, siamo ancora lontani da quanto visto in The Walking Dead e The Wolf Among Us (entrambe produzioni TellTale) ma che danno una bella spinta in positivo alla banalità dello scorso episodio. C’è anche da dire che su PlayStation 4 pare terminata l’era dei caricamenti e dei rallentamenti fastidiosi: tutto scorre in maniera notevolmente fluida. Certo, non vi è da caricare chissà quale mondo di gioco, ma se avete provato titoli TellTale su altri dispositivi saprete bene che i rallentamenti sono la norma, non l’eccezione.
Questa volta la musica ci accompagna
Graficamente non aspettatevi nulla più di quanto già visto nel primo episodio: non c’è stata alcuna innovazione e verosimilmente non ce ne saranno fino alla fine dell’intera stagione. Si è capito ormai che la strada intrapresa è quella dell’acquerellabile, con tratti spesso confusi, sfocati, poco incisivi e scarsamente suggestivi (quando non del tutto sgranati). Una simile scelta mostra tutta la povertà degli ambienti di gioco, scarni, con pochissimi oggetti a schermo. C’è, è vero, qualche momento in cui le cose migliorano, ma è soltanto per l’esoticità degli ambienti proposti e il mistero che li avvolge: stiamo parlando del sabbioso Yunkai e del gelido Wall, il muro naturale dei ghiacciai eterni. Qui forse ci si dimenticherà per un attimo che la grafica è quella che è, e va bene così. Nettamente migliore il comparto sonoro: le musiche sono ispirate, si accompagnano meglio alle varie situazioni, ed emotivamente esprimono quasi perfettamente i sentimenti dei vari personaggi. Lo vedrete in occasione del funerale di Ethan, con la canzone composta per l’occasione dalla sorella minore: commovente, addolorata, ispirata. Da applausi a scena aperta, assieme ad essa, la nènia che accompagna i titoli di coda: forse per una volta è il caso di starli a guardare (o, almeno, a sentire).
Commento finaleGame of Thrones Episodio 2 placa per il momento le paure che ci erano rimaste dopo aver completato l’episodio precedente. Lasciandosi alle spalle la banalità quasi assoluta, si apre ad una nuova piega degli eventi, che forse potranno trovare presto una propria originalità. Lo speriamo vivamente, perchè ora le premesse giuste per una buona storia ci sono tutte: resta da vedere se e come gli sviluppatori saranno in grado di impiegarle nei prossimi episodi. Nel frattempo ci diletteremo con The Lost Lords, che è pur sempre una parte di avventura sufficientemente gradevole. |
Pro | Contro |
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– la storia inizia ad ingranare…
– buono l’accompagnamento sonoro
– alcuni personaggi lasciano il segno
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– … ma è presto per risultare appagante
– tecnicamente e graficamente scarno
– durata risibile
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Voto Globale: 65 |