Missioni molto delicate all’orizzonte.
Versione testata: PlayStation 4 e PlayStation 3.
Il giro di boa è avvenuto: ci troviamo ufficialmente al quarto episodio sui sei previsti da TellTale per raccontare le avventure (ma soprattutto sventure) del casato Forrester. Se l’episodio iniziale non era stato dei migliori, i successivi avevano fatto del loro meglio per risollevare la narrazione e dare apparentemente un senso alle scelte effettuate dal giocatore lungo il percorso. E c’erano riusciti. E’ naturale tuttavia che una narrazione subisca alti e bassi in corso di svolgimento, soprattutto nel caso di un prodotto che viene offerto una tantum nel corso di parecchi mesi. Questo episodio è uno dei bassi: si lascia giocare, dona molto poco di interessante (il passato di Beskha), dona troppo di superfluo. E le “scelte” mai come in questo caso sono state ai minimi storici. Perchè non ci sono.
I nemici abbasseranno la cresta
Vale il solito discorso: se state leggendo questo capitolo vuol dire che o avete giocato i precedenti, o che non volete molto bene a voi stessi e volete rovinarvi prima del dovuto metà della storia, privandovi del piacere della scoperta. Detto questo, la chiusura del terzo capitolo era stata sufficientemente positiva, con Daenerys Targaryen pronta a farvi diventare una bistecca se non foste riusciti a soddisfare la sua curiosità (uno dei suo draghi si è perso, e sì, è quello che aveva cercato di incenerirvi poco tempo prima). Ora starà a voi fare in modo che vi dia un contingente militare per riscattare Ironrath: una mano lava l’altra, e dovrete farvi benvolere guidando alcuni soldati scelti alla reconquista di Meereen, una città poco distante. Beshka sarà fondamentale: lei a Meereen ci ha vissuto l’infanzia e la conosce come le sue tasche. Ma convincerla a venire non sarà facile: qualcosa di molto oscuro nella sua mente si sta risvegliando, ed è legato proprio alla città. Scoprirlo sarà uno dei pochi elementi interessanti dell’oretta di gioco prevista.
Dall’altra parte del continente invece è Rodrik che deve passare, di nuovo, altri brutti quarti d’ora: e una volta tanto la vittima degli scorsi epidodi diventa la preda, grazie ad un aiuto inaspettato. Il resto del mondo deve iniziare a capire che a pestare i piedi ai Forrester non si resta impuniti. Effettivamente sembra di assistere a una sorta di “episodio del riscatto”: anche Mira, a King’s Landing, avrà il suo bel da fare a sventare i piani degli altri misteriori venditori di ironwood, che rischiano con i loro traffici di far sprofondare il suo casato in un abisso sempre più nero. L’unico a non vedersela tanto bene è Gared, esiliato, fuggito, braccato tra le nevi, senza cibo e in territorio ostile. Ma si sa, Gared è un duro, anche se non sembra. Ed essere un duro in Game of Thrones significa che come minimo puoi essere scaraventato già dal muro che difende il continente. A buon intenditor, poche parole.
Ma non erano le scelte del giocatore a modificare la trama? Ah, no?
Al solito, in termini di offerta ludica dura e pura, siamo sempre lì dove eravamo rimasti: sposta il personaggio da qui a lì, ruota l’inquadratura, rallenta, corri, premi questo tasto, premi l’altro, scegli cosa rispondere. La narrazione è la vera protagonista, non l’azione fisica del videogiocatore. Il vero problema è che, mentre nei passati episodi qualche scelta da fare c’era, qualche decisione metteva davvero in crisi la nostra moralità, qui non si sceglie più. O meglio: si sceglie una volta sola, senza grida o strepiti. Scordatevi The Walking Dead e The Wolf Among Us. Sì, ve l’abbiamo già detto cento volte, e sì, ormai siamo al quarto episodio, lo saprete da voi: però ormai la cosa è ufficiale, questo è un prodotto per i fan, e neanche per tutti, ma solo quelli davvero sfegatati dei libri/telefilm. Tutti gli altri vadano a giocare a carte al bar. Oppure comprino The Walking Dead o The Wolf Among Us, se non l’hanno già fatto.
Esotismo con i draghi
Una volta tanto la mediocrità tecnica delle produzioni TellTale può tirare un sospiro di sollievo: questa volta si può essere più indulgenti, e godersi la neve che inghiotte Gared e i suoi compagni in viaggio verso il North Grove. Anche Meereen immersa nella notte, con le sue brevi fasi stealth ha un fascino tutto suo: un fascino che si perde nell’esotismo orientale, nei villaggi arabi e nelle notti al chiaro di luna minacciate dai predoni del deserto. Tutto il resto è già visto: King’s Landing e Ironrath ormai non hanno più segreti, e purtroppo neanche quei quattro elementi ornamentali messi in croce un po’ come capita. Sufficiente anche il comparto sonoro, che in questo caso non risalta ma non fa neanche gridare allo scandalo. Non è neanche detto che sia troppo un male, soprattutto perchè la necessità del concentrarsi sulla lettura e traduzione immediata, scena per scena, non consente divagazioni troppo ampie.
Commento finaleGame of Thrones Episodio 4 lascia poco o nulla al giocatore. Come c’era anche da aspettarsi, è un episodio di intermezzo, una piccola pausa che lascia intravedere e dona alcuni sentieri per i successivi sviluppi. Mancano ormai solo due episodi al gran finale, i personaggi li conosciamo, i loro sentimenti anche: resta da vedere se il viaggio sarà valso il prezzo del biglietto, narrativamente parlando. E per giudicare questo c’è ancora tempo. |
Pro | Contro |
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– Avventura godibile, anche questa volta…
– C’è un drago!…
– Si approfondisce la psiche di un personaggio carismatico
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– … forse un tantino sottotono
– … però c’era anche la volta scorsa
– durata risibile
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Voto Globale: 65 |