Come avanguardie silenti, che strisciano sotto il filo spinato delle linee nemiche, consci di perdere la guerra, ma altrettanto di potersi guadagnare un momento di gloria, alcuni MilSim (giochi di simulazione militare) stanno vedendo la luce, salendo alla ribalta del panorama videoludico. Hell Let loose è uno di questi, l’altro recente a cui si fa riferimento è chiaramente il suo più diretto concorrente, ovvero Post Scriptum.
Versione testata: PlayStation 5
Sviluppato dal team indipendente di Black Matter Studio, edito da Team 17, è sbarcato questa estate, dopo un periodo di early access, su Xbox Series X/S, PlayStation 5, Microsoft Windows.
Periodo questo, piuttosto prolifico a quanto pare per gli FPS online, dove oltre all’eterna disputa irrisolta tra Call of Duty e Battlefield, nell’arco di un anno si è creata una seconda bagarre, questa volta con connotazioni leggermente più simulative, tra i titoli sopracitati.
DualSense alla mano ci siamo buttati in trincea, tra cortine di fumo e fischi di pallottole, per scoprire se Hell Let Loose potrà vincere la sua battaglia!
Coordinate storiche
Le vicende belliche di Hell Let Loose si svolgono durante il combattimento della Seconda Guerra Mondiale, al momento in 9 scenari riprodotti quanto più fedelmente a livello di topografico e stilistico:
- Sainte-Marie-Du-Mont, Normandia, zona di campi sconfinati, poche coperture ed una piccola cittadina con un iconico campanile, tanto utile quanto evocativo.
- Hurtgen Forest, zona boschiva al confine tra Germania e Belgio, caratterizzata da fitta vegetazione e vari bunker.
- Foy, localizzata tra i pini di un innevata foresta nelle Ardenne in Belgio.
- Hill 400, costituita da fitte foreste, grandi dislivelli e piccole aree urbane.
- Omaha Beach, spiagge aperte ed esposte al fuoco nemico, grandi terreni agricoli e piccole strutture vitali per il raggiungimento degli obiettivi.
- Purple Heart Lane, terreni paludosi nei quali muoversi tra torbide e profonde acque.
- Carentan, iconica città teatro perfetto per guerriglia urbana, tra strette strade ed edifici devastati.
- Sainte-Mere-Eglise, altra storica città caratterizzata dalla presenza di una chiesa nel suo centro.
- Utah Beach, altra spiaggia simile ad Omaha ma meno punitiva a livello morfologico, in cui Hill 5 e WN7 forniranno aree per scontri a fuoco molto intensi, decisive per l’esito della battaglia.
Dimenticatevi quindi superflue spettacolarizzazioni degli scenari di battaglia, riprodotti con pochi elementi a video il più possibile coerenti con ciò che la storia ci ha riportato.
Chiamata alle armi
Avviato il gioco, potremo iniziare subito la nostra partita, attivando o meno il crossplay, e buttandoci alla ricerca di un server disponibile. Le classi da scegliere sono ben 14, tra cui anti-tank, medici, ingegneri ognuna con skill particolari ed equipaggiamento specifico. Il gioco si sviluppa mettendo a confronto due fazioni fino ad un max di 50 giocatori per parte; alcune classi specifiche come gli sniper o i tank commander sono disponibili per ogni squadrone in quantità molto limitate, cercando così di mantenere gli schieramenti il più equilibrati possibile.
Al di là delle classi, fondamentali sono i ruoli di Commander e Officer: il primo sarà il comandate di tutto lo schieramento, avrà l’esclusiva facoltà di chiamare rifornimenti, richiedere strike aerei con bombardamenti a tappeto su zone o obiettivi segnalati dalle truppe tramite il sistema di ping e altro ancora. L’Officer è colui che guida le truppe, ognuna formata per l’appunto da un Ufficiale in grado e 5 altri soldati di varia categoria; questa figura va a posizionarsi gerarchicamente tra il Comandante ed i membri delle varie unità e ne sarà effettivamente il collante in battaglia.
Hell Let Loose è un titolo che privilegia senza mezzi termini la strategia, in cui i lupi solitari, tolte alcune limitate eccezioni, saranno poco utili alla causa ed avranno vita molto breve. In un titolo dalle mappe sconfinate, i molti insediamenti da proteggere o attaccare, il coordinamento tra le varie unità di ogni esercito ricopre un ruolo fondamentale. Una truppa ben equipaggiata, guidata e coordinata da un sapiente Ufficiale, può essere una letale spina nel fianco per le linee nemiche.
– Questa la roadmap pubblicata dal team di sviluppo –
MilSim, ma non troppo: La morte
Iniziamo la nostra prima partita, prendiamo il nostro bel soldato e ci ritroviamo nel bel mezzo di un punto di respawn scelto a caso. Lo sguardo si perde all’orizzonte di terre sconfinate, soldati che corrono tutt’intorno a noi, rumori di deflagrazioni in lontananza e aria di guerra che respiriamo a pieni polmoni attraverso le nostre narici dilatate dalla paura.
Aiutandoci con la mappa, molto ben riprodotta, consultabile in tempo reale, realizziamo che qualche centinaio di metri davanti a noi, all’altezza di un chiaro obiettivo strategico, impazza la battaglia. Lo si capisce dalla numerosa presenza di mezzi ed alleati tutti stipati in poche decine di metri, è lì che andremo correndo a perdifiato, è lì che cercheremo con gli stivali sporchi di fango e le mani bagnate dal sangue dei nemici la nostra gloria in questo conflitto.
Stiamo correndo ormai da qualche tempo, vicino a noi qualche alleato sperduto, nessuna presenza di nemici, e il centro degli scontri a fuoco ancora a qualche centinaio di metri.
Bam! Morti. Un colpo ci ha centrati in pieno ed ora siamo riversi a terra, inebetiti ci domandiamo come sia potuto succedere, chi possa averci ucciso senza aver avuto nemmeno la possibilità di guardare in viso il nostro assassino. Siamo di nuovo al punto di partenza, tanta strada da fare per arrivare a dar man forte ai nostri alleati, ma questa volta, con la fottuta paura di qualche franco tiratore lungo il cammino.
In Hell Let Loose, si muore, si muore spesso, l’aspetto simulativo fa si che uno o due colpi ben assestati, purtroppo privi di chissà quale balistica, siano sufficienti a stendere un soldato. Oltretutto, aspetto che contribuisce ad alzare ad alte vette l’immersività (e che abbiamo molto gradito,ndr), è che il gioco non ci fornirà alcun tipo di notifica in merito all’uccisione di un nemico, per cui, molto spesso a causa della presenza di fumo e di fitta vegetazione, non avremo la certezza di aver portato a termine una kill, costringendoci a rimanere cauti e guardinghi.
MilSim, ma non troppo: Distruttibilità ed interazione
Nonostante sia lapalissiana l’ispirazione Battlefieldiana, molti gli elementi riscontrabili, come le mappe immense, l’aspetto strategico, l’uso dei mezzi in una certa maniera e altro ancora. Peccato però che poi in game, la differenza di personale, di budget e di esperienza esca fuori prepotentemente tra le due produzioni. La distruttibilità è completamente assente, nemmeno parlando di quella degli edifici, vanto esclusivo del brand di EA, ma anche riferendosi a piccoli elementi. Nemmeno la cassa più piccola, o il recinto più fragile vengono minimamente scalfiti da mitragliate e bombe.
Il rammarico è evidente, ma bisogna pur essere realisti, identificare la produzione ad un certo livello di qualità, ed oltre tutto fare i conti anche con il motore di gioco, come visto anche nella versione Pc, che non arriva a garantire i 60 Fps in 4K nemmeno con una RTX 3080Ti, ma di questo parleremo più avanti.
A questa pesante mancanza va aggiunto un altro aspetto piuttosto deludente: gli unici mezzi pilotabili in game sono quelli terrestri, come camion e carri armati, non c’è alcuna possibilità di condurre imbarcazioni o velivoli, riducendo considerevolmente l’esperienza di gioco. Rispetto a questi ultimi c’è da dire che il Comandante ha la possibilità di richiedere supporto aereo, attivando bombardamenti dai cieli, ma nulla più.
MilSim, ma non troppo: La strategia
Sia ben chiaro, nessun sarà lì con il fucile puntato ad impedirvi di avviare il gioco, loggare, e buttarsi nella mischia come un Rambo qualunque. Ma signori, avreste decisamente sbagliato contesto, il Hell Let Loose l’aspetto strategico è il crack assoluto, l’ago che deciderà le sorti di ogni scontro.
Un Comandante in capo, un battaglione da 50 uomini, suddivisi in unità, guidate a loro volta dagli Ufficiali, molti obiettivi conquistabili in territorio nemico, disseminati attraverso mappe sconfinate con infinite rotte percorribili e punti di accesso disponibili. Scegliere quali obiettivi colpire, quali fortificazioni difendere, come gestire le forze alleate, divise per categorie, pingare risorse strategiche nemiche o numerosi gruppi di soldati così da permettere al Capitano di colpirli dall’alto. E ancora, la gestione dei rifornimenti, l’utilizzo dei carri armati, il tutto amalgamabile alle mille strategie militari che come unico limite hanno la fantasia dei giocatori stessi.
Questo aspetto, come detto cardine assoluto della produzione, vivrà grazie allo spirito cooperativo tra i player stessi, i quali dovranno costruire delle community in grado di sviluppare le potenzialità strategiche del titolo.
Al di fuori di tali contesti, il gioco potrà risultare estremamente caotico e frustrante, complici mappe enormi, morti frequenti, difficoltà nell’interpretare le varie situazioni di guerra. Le prime ore di gioco, senza complici umani e know how personale, sono state piuttosto deludenti, starà ai giocatori stessi poi unirsi a gruppi così da godersi quanto di meglio Hell Let Loose possa offrire.
Com’è Hell Let Loose su PlayStation 5
Graficamente parlando Hell Let Loose non spicca certo per un dettaglio spacca mascella, a ben guardarsi intorno, le texture in molti caso appaiono slavate e di scarsa qualità, la vegetazione piuttosto posticcia. Il frame rate non è sempre stabile e non sono rari i casi di pop-up in conseguenza ad una draw distance limitata e la gestione di mappe molto ampie ricche di vegetazione. Buona la gestione della luminosità, con raggi di sole che filtrano attraverso le chiome degli alberi, ed altrettanto le esplosioni con fumo con alte colonne di fumo piuttosto credibili.
Vista così sembrerebbe un gioco dallo scarso appeal grafico, ma a guardarlo nel suo complesso, chiudendo un occhio su alcun dettagli, non risulterà poi così male. Bellissima la mappa basata su fotografie e rilevazioni satellitari, consultabile in tempo reale anche in movimento.
Riguardo ai modelli umani non c’è piaciuto che per ogni tipologia di soldato il viso sia sempre lo stesso, per cui, ad esempio, salendo sul retro di un camion insieme ad altri 6-7 commilitoni della stessa categoria, ci si troverà ad assistere ad altrettanti sosia, causando un immediato calo di immersività del giocatore.
Anche a livello di animazioni il gioco risulta un po’ legnoso, spesso anche per scavalcare una piccola staccionata con filo spinato dovremo premere ripetutamente ed affrontarla più volte, e anche guardare gli altri soldati correre per la mappa non è che sia proprio il massimo del godimento visivo.
Buona invece la situazione riguardo gli aspetti multiplayer del titolo, con un ottima abbondanza di server europei disponibili, beneficiando così di ping più che decenti riducendo quanto più possibile il lag, e la possibilità di utilizzare una comunicazione VOIP con i giocatori vicini all’interno della mappa.
Nessun exploit particolare del DualSense o delle Pulse 3D, presenti in game con vibrazioni, feedback ed audio sottotono rispetto ad altre produzioni.
Commento finale
Hell Let Loose si va a piazzare senza esitazione in quella nicchia di MilSim, non estremi, in diretta concorrenza a titoli come Post Scriptum. In quanto tale, è un gioco che va capito, va studiato e soprattutto va giocato attraverso l’interazione con una community di giocatori ben coordinata ed affiatata. Fatto che se omesso, renderà il gioco frustrante ed incompreso, in quanto i giocatori si troveranno da essere prede confuse in sterminate aree dominate da grandi predatori. Nulla di eccelso sotto l’aspetto tecnico, ma supportato da una buona rete di server, e privo di problemi invalidanti sin dal D1, Hell Let Loose è un titolo molto interessante, soprattutto per tutti gli appassionati della home war.
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