DE-EXIT – Eternal Matters tenta di raccontare con coraggio uno degli argomenti più delicati per l’intera umanità: la morte e cosa ci attende al di là dell’ultimo orizzonte. SandBloom Studio, piccolo team indipendente composto da sole sei persone, si pone dunque un obiettivo decisamente scomodo. Riuscire a raccontare una storia attraverso una esperienza ambiziosamente cinematografica, con una chiave di lettura positiva sulla tematica che, fin dagli albori del pensiero critico, ha impegnato filosofi, credenti e pensatori. Una ambizione evidente, portata avanti con alcune scelte interessanti in termini di direzione artistica e game design.
Edito da HandyGames, DE-EXIT – Eternal Matters ci permette di affrontare un viaggio surreale nell’aldilà in una avventura a metà tra platforming, enigmi e furtività. Saranno riusciti i giovani sviluppatori catalani a realizzare la loro visione?
DE-EXIT – Eternal Matters è disponibile dal 14 Aprile per PC (via Steam), PlayStation 4, PlayStation 5 e Nintendo Switch.
Versione testata: PlayStation 5
Che gioco è?
Eternal Matters si propone di essere una avvincente avventura di stampo cinematografico, in cui si mescolano fasi di avventura con risoluzione di enigmi e platforming, intervallate da fasi stealth e molto altro.
Il gioco inizia con la morte del protagonista. Non sappiamo come sia successo, l’unica cosa nota è che la sua esistenza terrena ha raggiunto il capolinea. Tuttavia, non tutto è finito. Nei panni di un avatar a forma di scheletro, Lux (questo il nome che gli verrà di lì a breve affidato) si sveglierà nel Piano della Memoria, un misterioso luogo ultraterreno. Nella sua ricerca di risposte ad ataviche domande, si troverà a dover salvare l’esistenza di questo stesso reame metafisico da una misteriosa corruzione che rischia di assorbire ogni cosa.
Quello che colpisce immediatamente dell’opera SandBloom Studio è il ricorso allo stile voxel. Elemento versatile della grafica volumetrica, si tratta (molto semplicisticamente) di un metodo per rappresentare in tre dimensioni i pixel bidimensionali. Il risultato è una grafica composta da costrutti poligonali spigolosi che richiamano le due dimensioni, ma sviluppate in un contesto tridimensionale. DE-EXIT sposa dunque una direzione artistica tra il minimalismo e texture dettagliate, per un risultato finale che lo rende un prodotto immediatamente riconoscibile. Il team di sviluppo pone altresì l’accento su evidenti soluzioni cinematografiche, talora lineari, talora complesse (con anche ricorso al motion capture), che si uniscono ad una abbondanza di effetti visivi realistici. Un biglietto da visita sontuoso per una produzione così modesta, ulteriormente impreziosito da una colonna sonora a tratti magistrale ed evocativa.
Perché giocarlo?
DE-EXIT è una produzione chiaramente affascinante che si muove lungo due linee guida: la volontà di affrontare una tematica ed il proporre un’avventura cinematografica.
Sul primo versante, Eternal Matters decide di raccontare una storia ricca di avventura e stupore, che pone l’accento, in maniera al contempo delicata e profonda, sulla tematica della vita oltre la morte. Ambientato in un aldilà di cui imparerete a conoscere la lore e le suggestioni, DE-EXIT si approccia a tematiche incredibilmente complesse con tatto e leggerezza dando il giusto peso a riflessioni significative, ma anche a fasi distensive e maggiormente positive. Un risultato non da poco, davvero.
Sul secondo versante, il titolo preme l’acceleratore sulla spettacolarizzazione degli eventi, non solo grazie ad un ottimo doppiaggio ed un sapiente uso della regia, ma anche per un gameplay che non smette di proporre nuove idee.
Lux si troverà così ad affrontare i più classici degli enigmi basati su blocchi ed interruttori, ma anche a sfuggire a nemici invisibili in fasi stealth nell’erba alta. Visiterete cittadine ultraterrene con abitanti sfaccettati che vi affideranno missioni per aiutarli nella quotidianità dei loro lavori, per poi scalare un’antica torre per recuperare un mistico potere perduto. Il tutto sfuggendo a predatori enormi o saltando agilmente da una piattaforma all’altra. DE-EXIT fa dunque della varietà un veicolo necessario per il proprio messaggio e per mantenere alta l’attenzione del giocatore.
Perché no?
DE-EXIT è dunque un titolo ricco di idee e personalità… forse troppo. Il titolo SandBloom Studio, infatti, finisce con lo smarrire la via nella sua rincorsa verso tanti, eccessivi, traguardi.
Se la grafica voxel è un attestato di forte identità visiva, non possiamo non evidenziare come si tratti di una scelta stilistica ed artistica di forte nicchia. Se il successo di Minecraft (che non usa un puro voxel ma vabè, ci siamo capiti) ha insegnato qualcosa è che alcuni rischi possono ripagare benissimo, laddove tuttavia ci siano sufficienti idee bene integrate a sostegno. E non è un caso che Minecraft rappresenti un esempio piuttosto isolato nel mare magno del gaming contemporaneo. DE-EXIT accentua il contrasto tra un’estetica minimalista voxel ed una effettistica dirompente, con texture pulite e splendenti. Ma non possiamo non constatare, precedenti alla mano, come sia una scelta che non sposa il gradimento del grande pubblico.
Anche la trama patisce un eccesivo coraggio, pur con presupposti assolutamente lodevoli. Gli sviluppatori tentano infatti di affrontare l’argomento “morte” con la consapevolezza della sua grande complessità, a metà strada tra rispetto e ricordo, con una inedita ed affascinante prospettiva positiva. DE-EXIT finisce per il voler essere un’ode alla vita, usando le parole degli sviluppatori, ma non senza difficoltà. Come esperienza ambiziosamente narrativa, Eternal Matters finisce con il concedere pochi spazi ad alcune tematiche e riflessioni, non offrendo altresì un giusto peso all’interessante cast. Il risultato è una storia che scorre via tra suggestioni importanti ma eventi frettolosi.
Il problema che tuttavia peserà maggiormente sui pubblico è rappresentato dalla conflittuale natura della telecamera. Proprio questa si presenta infatti a metà tra fissa e libera, ma sempre costantemente lenta e poco reattiva. Il risultato è un’azione a schermo che viene seguita a fatica dall’inquadratura, nonostante le sollecitazioni del player. Una vera e propria lotta che ci ha ricordato gli albori delle produzioni tridimensionali e che ci è spiaciuto riscontrare in DE-EXIT. Altrettanto deludente è stato il sistema di controllo. Funestato da un input lag imperante, esso, unito alla pesantezza del personaggio, rende farraginose e sporche le sezioni platform.
Commento finale
DE-EXIT – Eternal Matters è un titolo che mescola in parti uguali fascino e delusione. L’estetica voxel è al servizio di una produzione affascinante, che affronta temi complessi con garbo e raffinatezza, sullo sfondo di un gameplay vario e diversificato. Purtroppo però, questi stessi punti di forza mostrano altrettante problematiche: lo stile grafico non lo rende un prodotto adatto a tutti, la trama scorre via frettolosamente e il sistema di controllo è fin troppo lento e compassato. L’opera di SandBloom Studio accusa dunque il peso della propria ambizione, finendo per essere un titolo per pochi sprecando il potenziale che lo avrebbe potuto rendere per molti.