Killer Frequency ci porta ad una confessione: amiamo gli slasher. Soprattutto chi vi scrive, ha sempre considerato questo sottogenere dell’horror come vero e proprio emblema del comfort movie. Per chi non lo sapesse, questa categoria cinematografica racchiude alcune caratteristiche specifiche. La presenza di un assassino nella forma di un brutale maniaco (spesso e volentieri mascherato), l’elemento della caccia nei confronti di un gruppo più o meno vasto di personaggi all’interno di uno spazio perlopiù determinato, una valanga di omicidi efferati e sanguinosi perpetrati principalmente con armi da taglio. Dal capostipite Halloween firmato da John Carpenter fino alla destrutturazione del genere avanzata da Wes Craven con Scream, gli slasher hanno regalato avversari iconici con pellicole oramai cult.
Sviluppato ed edito da Team17 Digital, Killer Frequency è un’avventura horror in prima persona che attinge a piene mani dalle atmosfere anni ’80 per raccontare una notte di paura e sangue. Lo fa tuttavia in un modo assolutamente originale: calando il giocatore nei panni di uno speaker radiofonico che si troverà, suo malgrado, ad aiutare telefonicamente gli sfortunati malcapitati nel mirino dell’assassino. Riuscirà a salvarli tutti e svelare il mistero del Fischiatore?
Killer Frequency è disponibile dal 1° Giugno per PlayStation 5, PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox Series, Xbox One, PC (via Steam) nonché Meta Quest 2.
Versione testata: PlayStation 5
Che gioco è?
Killer Frequency è un’avventura horror in prima persona che cala il giocatore in una sfida a distanza con un implacabile assassino, permettendovi di essere l’unica persona in grado di salvare le sue vittime.
Anni ’80, è una notte buia a Gallows Creek, cittadina sperduta nel midwest degli Stati Uniti. Forrest Nash è il DJ notturno della locale emittente radiofonica KFAM 189.16 – The Scream, da poco trasferitosi da una grande città in cui era un famoso host di un programma da milioni di ascoltatori. Difficile abituarsi al vivere in una nuova modesta realtà, soprattutto quando si ha a che fare con una piccolissima comunità di poche centinaia di anime.
Allo scoccare della mezzanotte, le linee telefoniche della radio ricevono una chiamata dal 911: lo sceriffo è stato brutalmente assassinato, la vice sceriffo tramortita. Tutti i sospetti sembrano ricadere sul Fischiatore, un serial killer ritenuto morto da anni. Non solo: le linee di comunicazione verso l’esterno sono state danneggiate e la piccola cittadina è, di fatto, completamente isolata. La scarsità delle risorse spingono ad una inevitabile scelta: mentre ciò che resta delle forze dell’ordine cercherà aiuto nella comunità più vicina, sarà compito di Nash gestire le chiamate di soccorso. D’altronde, a Gallows Creek, è l’unica persona con un’esperienza sufficiente nella gestione delle linee telefoniche. Inizia così una lunga notte in cui Forrest dovrà tentare di far sopravvivere i propri ascoltatori.
La trama di Killer Frequency pesca a piene mani dalla tradizione horror e slasher, con tutti i pregi ed i difetti del caso. Scelte che sarebbero insensate in qualsiasi genere cinematografico rappresentano il crocevia indispensabile per creare le situazioni di tensione e brivido richieste. In questo senso, il titolo Team17 racconta una storia di puro intrattenimento che funziona e tiene col fiato sospeso, grazie anche al perfetto lavoro svolto dal cast dei doppiatori. A tal riguardo, precisiamo che il titolo ha unicamente voci in inglese: al contrario, i sottotitoli son interamente in italiano e godono di una traduzione pressoché perfetta con un adattamento puntuale.
Un risultato mai come in questo caso degno di un encomio speciale, se si pensa che il titolo non ha cutscene e non ha altre ambientazioni all’infuori della stazione radiofonica. Come un buon libro, Killer Frequency prende vita attraverso le parole, creando immagini ed azioni grazie alla validità della propria sceneggiatura e del ritmo della narrazione. Tratterrete il respiro nei momenti più concitati, vi lascerete andare negli attimi di distensione, farete lavorare incessantemente il cervello per aiutare le persone. Sarete quasi sempre davanti ad una console radiofonica, ma la vostra mente viaggerà ben al di là, ve lo garantiamo. Parte del merito è da attribuirsi alle poderose vibes da anni ’80 che la produzione emana, non solo nell’estetica generale dell’ambientazione, ma anche per gli infiniti rimandi alla cultura dell’epoca nonché grazie alla stupenda colonna sonora.
Perché giocarlo?
Killer Frequency è, a tutti gli effetti, un’avventura prettamente narrativa in cui sarà richiesto l’uso della materia grigia per risolvere ingegnosi indovinelli e per compiere le giuste deduzioni.
Nel corso della lunga notte di Gallows Creek, Forrest dovrà coniugare la sua attività lavorativa con l’emergenza in atto. Ecco dunque che, tra una canzone da lanciare e l’altra, il DJ si troverà a gestire telefonate di cittadini spaventati ed in serio pericolo di vita. Ciascuno di essi si troverà in situazioni progressivamente più complesse e potenzialmente letali. Solo Forrest potrà aiutarli, suggerendo il da farsi a distanza sulla base delle loro parole.
Vi facciamo un esempio. Uno dei primi cittadini a chiedere il vostro aiuto si troverà intrappolato all’interno della propria auto, senza le chiavi. Con l’assassino oramai prossimo, sarà nostro compito suggerirgli cosa fare per sopravvivere. Nascondersi e sperare di non essere trovato? O magari aiutarlo nel far avviare l’auto armeggiando con i cavi di accensione? Peccato non avere le necessarie competenze meccaniche… tuttavia, il vostro collega appassionato di motori potrebbe avere, nel suo ufficio, quello che ci serve per apprendere una tecnica di accensione senza chiavi. Riuscirete tuttavia a capirci qualcosa?
Se ogni scelta in Killer Frequency viene veicolata attraverso le classiche opzioni multiple, è tuttavia nell’attività mentale richiesta che il titolo sa distinguersi.
Intuire il da farsi sarà infatti sempre solo il primo passo verso la salvezza del malcapitato di turno. Il titolo infatti non vi darà alcun genere di aiuto, lasciando piena autonomia alla vostra capacità di ragionare. Tutti gli enigmi, dal più lineare al più articolato, ci ha impegnato in un sano e stimolante pensiero critico. La scelta giusta non è mai scontata o banale, bensì molto spesso il frutto dell’attenzione al dettaglio al termine di un ragionamento completo.
Killer Frequency invita il player ad un’attività mentalmente dinamica e stuzzicante, che non replica mai sé stessa e si sforza, con successo, di fornire nuovi stimoli nel corso delle cinque/sei ore necessarie per raggiungere i titoli di coda. Il fallimento è letteralmente dietro l’angolo, soprattutto quando inizierete a credere troppo alle vostre abilità nutrendo una cieca fiducia nella regolarità dell’infrastruttura ludica. Come il sadico Fischiatore, anche gli sviluppatori si sono divertiti a giocare con il pubblico. Non vi possiamo dire altro, se non che ad un certo punto della storia dovrete ragionare fuori dagli schemi.
Perché no?
Killer Frequency è dunque un’esperienza gratificante, che riesce a sopperire con un equilibrio sorprendente ad alcuni limiti che, in condizioni normali, dovrebbero decretare il ridimensionamento (se non addirittura il fallimento) di una produzione. Nonostante indubbi meriti, tuttavia, non possiamo omettere alcune considerazioni che potrebbero rendere il titolo, a tutti gli effetti, un prodotto di forte nicchia.
Nel caso non fossimo stati abbastanza incisivi finora, lo ribadiamo: Killer Frequency è interamente ambientato in una stazione radiofonica. Non solo, la maggior parte del tempo la trascorrete alla vostra piccola console, snocciolando dialoghi e scelte tra il lancio di una canzone e l’altra. L’ottima scrittura della produzione è infatti legata a doppio filo alla necessità, per il protagonista Forrest, di restare saldamente al proprio posto, dove può essere di aiuto e fare la differenza. Dimenticate dunque la possibilità di scendere in strada o imbracciare armi. Il titolo è un’avventura horror che gioca sui dialoghi e sulla validità del vostro ragionamento e delle vostre scelte.
Proprio per gli elementi più caratteristici della produzione, è possibile che una parte del pubblico possa restare impassibile al fascino di Killer Frequency.
La stazione radio è un ambiente complessivo di oltre 1 km² ricca di fascino, ma che esaurisce presto il suo ventaglio di possibilità ludiche. Tra un “caso” e l’altro avrete la possibilità di esplorarla e trovare utili oggetti che vi aiuteranno ad aiutare il prossimo malcapitato… e basta. Certamente è possibile divertirsi nel trovare dischi nascosti o approfondimenti sulla trama o personaggi. Un peccato che non ci siano molte altre ragioni per esplorare, né la possibilità di ulteriori interazioni (ad esempio, strumenti da far funzionare).
Da ultimo, l’esperienza ludica potrebbe crollare miseramente se la trama non riuscirà a far breccia nei vostri gusti. Come ogni slasher, il canovaccio della trama prevede vincoli ben specifici di storytelling, costruiti appositamente per creare i presupposti per attimi di tensione. Killer Frequency non è da meno, finendo per attingere ora da Scream, ora da Halloween, ora da Venerdì 13. Se il materiale di partenza non fa per voi, sarà inevitabile non esser trascinati dalle vicende del Fischiatore.
Commento finale
Killer Frequency si è rivelato un prodotto di gran lunga più interessante di quanto preventivato. Affascinati inizialmente dal concept ma dubbiosi sui limiti intrinsechi della formula scelta, il titolo Team17 ci ha tuttavia rapito e trascinato davanti ai microfoni di una stazione radiofonica del mid-west americano all’interno di una storia anni ’80 a metà tra commedia ed horror. Tra un omaggio ad un capolavoro cinematografico e l’altro, l’avventura scorre veloce tra enigmi interessanti ed un costante invito ad utilizzare la materia grigia per salvare quante più vite possibili. Un titolo destinato a diventare un piccolo cult, a patto di non aspettarvi di impugnare un’arma ed affrontare faccia a faccia il Fischiatore. Ne ferisce più la penna che la spada, d’altronde.