Recensione in pillole Saga of Sins

Saga of Sins si è rivelato, purtroppo, un amaro promemoria. Un messaggio, quasi un monito, che andrebbe ricordato ed impresso a fuoco nelle menti di tutti gli sviluppatori: imitare il classico non sempre è una tattica vincente. Soprattutto quando lo si fa senza una visione d’insieme sufficientemente coesa, probabilmente dispersa all’inseguimento di un canone estetico o di una peccaminosa sceneggiatura. Ma al destino, come sappiamo, non manca il senso dell’ironia.

Sviluppato dal team tedesco Bonus Level Entertainment e pubblicato da Just For Games, Saga of Sins si presenta come un accattivante action platformer che tenta di mescolare un gameplay fortemente arcade ad una presentazione visiva ricercata, che omaggia le vetrate artistiche dei luoghi sacri a cavallo tra il 13° ed il 15° secolo. Come avrete tuttavia già intuito, purtroppo il nostro rammarico è rilevante per ciò che il titolo sarebbe potuto essere.

Saga of Sins è disponibile dallo scorso 30 Marzo per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series, Nintendo Switch e PC (via Steam).

Pentitevi, stolti!

Versione testata: PlayStation 5


Che gioco è?

Saga of Sins si presenta come un gioco d’azione arcade bidimensionale, ambientato alla fine del 13° secolo.

Dopo essere tornato dalle Crociate, il chierico Cecil raggiunge finalmente casa, presso il villaggio di Simwell. Purtroppo per l’uomo di fede, il suo ritorno non è come lo avrebbe immaginato. La cittadina è infatti piombata nell’incubo di una terribile pestilenza. Secondo le parole del religioso Ulric, la colpa è da attribuirsi al dilagare dei sette vizi capitali, che oramai hanno invaso i cuori e le menti della gente. Consapevole dell’inefficacia di una tradizionale opera di catechesi, Ulric propone a Cecil di sfruttare un antico potere per entrare direttamente nella mente degli abitanti al fine di estirpare alla radice le tentazioni. Sarà davvero la giusta via verso la redenzione di Simwell?

Quasi tutti i cittadini sono preda di un peccato capitale.

La storia alla base di Saga of Sins, sebbene non sia particolarmente originale, ha il merito di poter contare su una narrativa intrigante. Gli eventi (piuttosto telefonati) si contrappongono ad interessanti dilemmi morali sulla natura stessa dei peccati capitali, evidenziandone spesso contraddizioni e paradossi. Tuttavia il fascino preponderante del titolo è insito nel particolare stile artistico adottato.

Se Pentiment aveva adottato lo stile miniaturistico dei manoscritti medievali, Saga of Sins si ispira all’operato del pittore olandese Hieronymus Bosch. Gli sviluppatori hanno dunque riproposto un’estetica che omaggia le vetrate artistiche dei luoghi sacri, con colori sgargianti e pose espressive, per un risultato estetico di grande impatto e personalità. La produzione tedesca, sotto questo aspetto, è sinceramente impressionante ed evidenzia un enorme impegno da parte del team di sviluppo. Il risultato finale è splendido, non solo nei momenti statici, ma anche in movimento.

Il colpo d’occhio è stupendo.

Perché giocarlo?

Il gameplay di Saga of Sins è quello di un classico action platformer di stampo arcade, che poggia le proprie particolarità su alcuni elementi distintivi.

Il chierico Cecil dovrà infatti ricorrere a trasformazioni demoniache per invadere le menti dei peccatori, assumendo una di quattro sembianze mostruose. Queste si otterranno nel corso della naturale progressione: una volta sbloccate, potranno tuttavia essere sempre a disposizione di Cecil, che potrà passare in qualsiasi momento da una forma all’altra. La scelta non sarà mai una mera questione estetica: ciascun demone potrà infatti contare su abilità specifiche, non solo in ambito offensivo, ma anche nell’esplorazione. Il lupo mannaro potrà dunque sfruttare una rapida sequenza di colpi a distanza, ma anche ricorrere al proprio ululato per scoprire aree segrete. Viceversa, il gargoyle potrà contare sul suo alito infuocato non solo come strumento offensivo ma anche per incenerire fragili elementi dello scenario.

C’è poco da dire, anche nelle schermate statiche Saga of Sins fa una bellissima figura.

A prescindere dalla forma, Cecil potrà tuttavia sempre contare su un attacco scattante capace di provocare ingenti danni ai nemici. Una volta abbattuti quattro avversari senza essere colpito, il protagonista potrà rilasciare questa temibile offensiva, capace di polverizzare rapidamente le schiere avversarie.

Dovendo affrontare gli effetti dei sette peccati capitali nelle menti delle persone, assisteremo conseguentemente ad una ottima varietà di situazioni e rappresentazioni, coerenti con l’immaginario collettivo dei vizi. Quando, ad esempio, Cecil si troverà nella mente di un avaro, dovrà guardarsi dalle ricchezze disponibili e non lasciarsi tentare di arraffare ogni moneta, in quanto qualcuna di esse potrà generare un malus sulle vostre economie. O ancora, l’accidia si manifesterà attraverso paludi infestanti, capaci di rallentare enormemente il vostro incedere fino alla quasi staticità. Ciascun livello sarà dunque una sfida per Cecil: riuscirà a salvare il peccatore di turno senza soccombere egli stesso al fascino dei vizi?

Oltre ai nemici ordinari, ci saranno i più classici avversari maggiormente coriacei, nonché i boss.

Perché no?

Terminato l’entusiasmo iniziale per l’affascinante stile artistico della produzione, purtroppo Saga of Sins rivela tutti i suoi peccati in termini di game design.

Il problema più evidente della produzione Bonus Level Entertainment è il suo essere incredibilmente rinunciatario in termini di gameplay. Comprendiamo la volontà di riproporre un gameplay arcade ispirato ai vecchi platform a scorrimento, tuttavia non può essere una giustificazione per meccaniche fin troppo semplicistiche ed un level design piatto. Le fasi shooting sono infatti estremamente basilari ed approssimative, come anche il platforming stesso. Il ritmo stesso dell’incedere non compensa l’asciutta formula ludica, limitandosi a proporre nemici poco reattivi, posizionati con l’unico obiettivo di causare del cheap damage. Si tratta di difetti che oramai non capita più tanto spesso di trovare, per un risultato finale che ci ha sinceramente sorpreso. Quando un titolo del 2023 riesce ad essere più vecchio e compassato, pad alla mano, di un titolo di trenta anni prima, c’è evidentemente qualcosa che non va.

Il gameplay è davvero monotono, anche andando avanti.

Anche l’offerta ludica tout court considerata, sebbene onesta anche in rapporto al price tag, non gioca in favore di Saga of Sins. L’avventura di Cecil si snoda per circa quattro/cinque ore tra una discreta quantità di contenuti, tra livelli ordinari, quadri bonus ed abilità da sbloccare grazie alle monete raccolte. La stessa progressione ludica, che permette al chierico di apprendere con il tempo nuove e letali trasformazioni demoniache, aiuta a mantenere vivo l’interesse. Purtroppo, come si dice in questi casi, non si è perseguito l’adagio less is more. Il titolo infatti pone l’accento sulla quantità (entro i limiti di una produzione indipendente low budget) non curandosi eccessivamente della qualità di quanto offerto. Così, troppi livelli finiscono per essere ridondanti tra loro, mentre i crescenti poteri di Cecil non si rivelano mai così grandiosi da galvanizzare il player.

Anche le abilità da sbloccare non regalano guizzi di alcun tipo.

Commento finale

Saga of Sins rappresenta, purtroppo, quello che può accadere quando una buonissima idea non trova un adeguato equilibrio ludico. Bonus Level Entertainment realizza un prodotto affascinante da guardare, grazie ad uno stile artistico immediatamente carismatico, ed altrettanto intrigante da seguire, per una trama che gioca sulle suggestioni e contraddizioni dei peccati capitali. Quando però si prende in mano il pad, emergono tutti i problemi e limiti di una produzione nata troppo vecchia e senza sufficiente mordente. Ironicamente, Saga of Sins finisce dunque per essere allegoria del frutto proibito: un’attrattiva a tratti irresistibile, che porta con sé purtroppo un triste fato.

6.5

Saga of Sins


Saga of Sins rappresenta, purtroppo, quello che può accadere quando una buonissima idea non trova un adeguato equilibrio ludico. Bonus Level Entertainment realizza un prodotto affascinante da guardare, grazie ad uno stile artistico immediatamente carismatico, ed altrettanto intrigante da seguire, per una trama che gioca sulle suggestioni e contraddizioni dei peccati capitali. Quando però si prende in mano il pad, emergono tutti i problemi e limiti di una produzione nata troppo vecchia e senza sufficiente mordente. Ironicamente, Saga of Sins finisce dunque per essere allegoria del frutto proibito: un'attrattiva a tratti irresistibile, che porta con sé purtroppo un triste fato.

PRO

Artisticamente aulico | Narrativa intrigante | Gameplay spensierato |

CONTRO

Impostazione ludica troppo vecchia e remissiva | Fin troppo farraginoso per voler essere arcade | Molti contenuti che purtroppo si fanno presto ripetitivi |

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