Quando pensiamo alla Croazia, difficilmente immaginiamo le ambientazioni di Saint Kotar. Il paese balcanico rievoca infatti scenari da cartolina con le acque cristalline di Spalato e Rovigno, le suggestioni di Dubrovnik (cara anche ai fan del Trono di Spade) o il polo culturale rappresentato da Zagabria. Un’autentica fioritura turistica per il paese croato, sempre più meta di visitatori da ogni parte d’Europa e del mondo. Sveti Kotar, nome di fantasia che identifica l’ambientazione del titolo di cui vi parleremo oggi, ha tuttavia ben poco da che spartire con il turismo di massa… in favore di un appeal molto più sinistro ed inquietante.
Pubblicato da SOEDESCO e sviluppato da Red Martyr Entertainment grazie ad una campagna Kickstarter di successo, Saint Kotar arriva su console dopo l’esordio su PC (via Steam ed Epic Game Store) e gli onori ricevuti in patria come miglior gioco croato del 2021. Scopriamo insieme cosa riserva la produzione.
Saint Kotar è disponibile da oggi per PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series e Nintendo Switch.
Versione testata: PlayStation 5
Che gioco è?
Saint Kotar è un’avventura punta e clicca che si autodefinisce come un horror psicologico investigativo “story-and-choice driven“.
Benedek e Nikolay si svegliano in una casa di campagna della Croazia rurale senza avere ricordi esatti di cosa sia successo nelle ultime ore. Entrambi sono legati da vincoli di parentela tramite Viktoria, sorella del primo e moglie del secondo. Tuttavia, proprio la donna sembra essere scomparsa, dopo la notte della quale i due non hanno memoria. Eppure è stata proprio lei a proporre agli uomini una visita al villaggio di Sveti Kotar, per partecipare ad una ricorrenza locale. Ad alimentare il mistero, la scoperta di una enigmatica presenza dietro a diversi omicidi che rimandano al satanismo ed alla stregoneria. Le autorità locali sembrano puntare proprio al coinvolgimento della scomparsa Viktoria… ma quale è la verità che si nasconde dietro l’inquietante cittadina?
La produzione Red Martyr Entertainment colpisce fin dal primo istante per un’atmosfera plumbea e claustrofobica, che trasmette una forte sensazione di disagio. Una storia avvincente, capace di trasmettere una perdurante angoscia figlia delle tematiche religiose ed esoteriche alla base della storia proposta dal team croato. Persino i protagonisti, Benedek e Nikolay, non rappresentano un’ancora di salvezza dalle inquietudini della vicenda, mettendo in evidenza il ritratto di due uomini di Chiesa in al contempo santi e peccatori.
Un risultato che viene raggiunto anche grazie alla direzione artistica di Saint Kotar in cui gli splendidi scenari dipinti a mano prendono vita (o forse la tolgono…) con i colori di una palette cromatica in cui l’oscurità e le tenebre hanno un ruolo da protagonista. Una presentazione visiva dunque perfetta, che riesce al contempo ad appassionare e turbare, con la complicità di un comparto audio strutturalmente semplice ma efficace, capace di toccare sempre le giuste, lugubri, note.
Perché giocarlo?
Saint Kotar è quanto di più vicino, nel panorama attuale, ad una pellicola indipendente di stampo thriller horror a sfondo esoterico.
Le vicende ambientate a Sveti Kotar, come anticipato, sono angoscianti e tenebrose per le tematiche affrontate, grazie anche ad una direzione artistica attenta ed evocativa. Il villaggio sperduto nelle campagne croate è, a tutti gli effetti, indiscusso protagonista grazie alle sue foreste silenziose, ai banchi di nebbia che si manifestano al calar della sera, alla costante oppressione data da un cielo senza sole. Anche i personaggi rispecchiano l’oscurità dell’ambiente, con un cast complesso fatto di individui mai realmente positivi, che infondono una profonda inquietudine nel player. Tutto rientra in un’esatta visione artistica del team di sviluppo, che ha infuso nella vicenda narrata in Saint Kotar non una intrinseca originalità, ma una coraggiosa interpretazione di tematiche suggestive.
Pad alla mano, le avventure di Benedek e Nikolay vengono declinate sul modello di un’avventura grafica autodefinitasi “story-and-choice driven“. I personaggi, che potranno essere controllati in alternanza in specifici frangenti, dovranno esplorare Sveti Kotar per risolvere il mistero dietro la scomparsa di Viktoria imbattendosi inoltre in una generosa quantità di contenuti aggiuntivi. Sarà infatti possibile affrontare missioni secondarie, indagare dietro alcuni fatti verificatisi nel villaggio e persino influenzare con le vostre scelte l’andamento della trama principale verso uno dei molteplici finali disponibili. Un aspetto che incrementa la longevità e rigiocabilità della produzione.
Piuttosto impressionante è infatti la cura e ricchezza riposta dai programmatori negli aspetti relativi ai dialoghi segreti ed alle scelte possibili, che hanno un reale impatto sull’evoluzione delle vicende e sul destino di alcuni personaggi. Un esempio è dato da una particolare funzionalità che vi permetterà di “denunciare” i cittadini considerati eretici secondo le ortodosse credenze locali. Scoprirete presto infatti che Sveti Kotar ha molto a cuore la fede dei propri cittadini, al punto tale da aver installato una pratica cassetta per le lettere per permettere la segnalazione anonima di comportamenti deviati. La simpatica conseguenza di queste soffiate? Ovviamente la tortura e la morte. Non vi aspettavate mica una semplice bacchettata sulle mani, vero?
Perché no?
Come spesso accade con titoli aventi una personalità così marcata, anche la produzione Red Martyr Entertainment non sfugge all’osservazione che i suoi migliori pregi possono coincidere con i peggiori difetti, spostando il punto di vista.
La trama di Saint Kotar tocca tematiche principalmente religiose ed esoteriche, non senza attraversare riflessioni sulla mentalità umana, sulla famiglia e sugli equilibri sociali. Un progetto ambizioso per il team croato, che tuttavia potrebbe trovare un po’ di ostracismo in parte del pubblico. Non solo i temi del racconto trasmettono volutamente inquietudine, ma gli sviluppatori hanno calcato la mano infondendo di ambiguità ogni comprimario del cast.
Nell’atmosfera irreale di Sveti Kotar, anche i protagonisti della vicenda sono caratterizzati in modo altrettanto eccessivo nel loro essere uomini di Chiesa. Benedek rappresenta l’uomo di fede intransigente ed ortodosso, arroccato nelle proprie posizioni. Nikolay è invece il suo opposto, dubbioso sul proprio percorso di fede al punto di meditare l’abbandono della vita ecclesiastica. L’intendo degli sviluppatori è evidenziare in entrambi paradossi ed incoerenze, all’interno di un racconto a tinte fosche in cui nessuno può essere davvero considerato un “buono”. Sono personaggi che non cercano e non vogliono entrare in empatia con il player… con tutti i problemi del caso. In questo senso, anche il doppiaggio (nella sola lingua inglese) non aiuta, con interpretazioni talvolta sopra le righe e non molto convincenti a livello qualitativo.
Saint Kotar è, nelle premesse, un’avventura punta e clicca di vecchio stampo. Nonostante missioni opzionali e finali multipli (tra cui anche il rischio di un game over prematuro), il titolo è tuttavia un titolo pesantemente narrativo. Non solo gli enigmi presenti sono estremamente semplici da comprendere e risolvere, ma ne sono presenti un numero abbastanza ridotto. Gran parte del gameplay si riduce dunque nell’ascolto dei personaggi, nell’attesa di trovare il giusto “spiraglio” per proseguire nella trama. Questo sbilanciamento verso la narrazione potrebbe essere apprezzato da qualcuno, viceversa potrebbe essere problematico per chi è desidera dar fondo al pensiero laterale.
Anche l’aspetto tecnico potrebbe riservare qualche nota stonata. Nonostante il gioco non presenti intoppi di sorta, tuttavia le animazioni appaiono impacciate e piuttosto goffe. Ne consegue una navigabilità delle ambientazioni a tratti lenta, poco fluida e non molto responsiva.
Commento finale
Dopo l’esordio su PC e gli onori raccolti in terra natia, Saint Kotar arriva su console proponendo un’avventura investigativa a tinte horror. La tematica religiosa ed esoterica, assieme ad una direzione artistica coerente, contribuiscono a rendere la produzione Red Martyr Entertainment un titolo interessante, grazie anche ad una ricchezza contenutistica apprezzabile. Tuttavia, chi cerca un’avventura grafica ricca di enigmi potrebbe restare deluso, anche a causa di una trama indubbiamente coraggiosa, ma forse fin troppo ortodossa e con qualche rigidità di troppo nella caratterizzazione dei personaggi.