Non ci sono molti titoli che si propongono di sfruttare il setting di Trenches. La Prima Guerra Mondiale, in ambito videoludico, è stata spesso tralasciata anche dagli sviluppatori più rinomati. Basti pensare che nessun Call of Duty ha, ad oggi, sfruttato questo periodo storico mentre diverse sono state le incursioni nel secondo conflitto mondiale. Soltanto Battlefield, con il capitolo dell’oramai lontano 2016, ci ha trasportato negli anni tra il 1914 ed il 1918. Una scelta spesso legata ad una potenziale maggiore spettacolarizzazione, complice anche un immaginario collettivo consolidato grazie anche ai capolavori della cinematografia che spesso ne hanno raccontato gli orrori. Trenches fa tuttavia una scelta diversa.
Sviluppato da un singolo designer di Steelkrill Studio e pubblicato da Ratalaika Games, Trenches si propone di raccontare una angosciante storia horror ambientata all’interno delle sporche e fredde trincee della Grande Guerra. Un obiettivo affascinante, che ci sentiamo di promuovere non senza segnalare qualche problema.
Trenches è disponibile dal 20 Gennaio per PC (via Steam), PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series e Nintendo Switch.
Versione testata: PlayStation 5
Che gioco è?
Trenches è un survival horror in prima persona, ambientato all’interno di una tetra trincea nel corso della Prima Guerra Mondiale.
La storia inizia in maniera frammentata e confusa, per immedesimarci in un protagonista che si ritrova a vagare, senza apparente motivo, all’interno di una trincea. L’atmosfera lugubre viene resa ancora più glaciale dal pianto di un bebè: perché si trova qui? Si tratta di un’allucinazione o di qualcosa di molto più reale? Il protagonista si addentrerà nella labirintica struttura della trincea, alla ricerca di una spiegazione… ma scoprirà presto di non essere da solo.
Trenches punta apertamente a calare il giocatore all’interno di un’ambientazione buia, fredda e soffocante, tormentato da rumori, suggestioni ed apparizioni. L’atmosfera creata dallo sviluppatore responsabile della produzione è encomiabile, grazie ad un sapiente uso dell’effettistica audio.
Se da un lato infatti l’aspetto visivo della produzione non nasconde alcuni limiti, il comparto sonoro restituisce una sensazione di disagio e desolazione, veicolo indispensabile per creare un’atmosfera disturbante. Le sensazioni sono ulteriormente accresciute dallo sconforto trasmesso dalle foto originali dell’epoca, recuperabili ingame, testimonianze della terribile realtà di oltre un secolo fa.
Perché giocarlo?
Una volta terminata la breve introduzione, Trenches ci pone davanti l’obiettivo di sopravvivere all’orrore, con il compito di indagare l’origine dei pianti misteriosi e di recuperare inquietanti bambole.
L’esplorazione ricalca, in maniera semplificata ed essenziale, quanto visto in capisaldi horror come Amnesia o Alien Isolation. Dovrete dunque stare attenti agli spazi circostanti, recuperare oggetti chiave che potrebbero darvi una mano, nonché tenervi pronti a sfuggire ad un terrificante mostro.
Le trincee infatti si riveleranno ben presto abitate da una figura orrenda, che vagherà in cerca della sua prossima vittima. Oltre ad una buona vista, l’essere dispone di un ottimo udito: il player dovrà dunque stare attento non solo ai propri movimenti, limitando azioni rumorose come la corsa, ma anche a non passare sopra scricchiolanti assi di legno che potrebbero allertare l’inseguitore. Tuttavia, non sarà così semplice: per recuperare le misteriose bambole, dovrete ricorrere all’aiuto di un fischietto, che permetterà ai pianti di risuonare nell’aria per lasciarvi un indizio sulla loro origine. Un aiuto indispensabile per la vostra ricerca, ma anche un segnale per il mostro della vostra ubicazione.
Il nostro alter ego virtuale dovrà dunque vagare in ambientazioni labirintiche, investigando sul mistero delle trincee e sulle terrificanti visioni. Sono proprio quest’ultime uno degli elementi peculiari di Trenches. Il titolo infatti fa un ampio ricorso al jump scare: preparatevi dunque a saltare letteralmente dalla sedia a causa di apparizioni improvvise ed eventi inattesi. Raramente ci è capitato di provare un titolo che sapesse creare in maniera così efficace i presupposti per questi fugaci ed acuti attimi di paura: i facilmente impressionabili sono dunque avvisati.
Perché no?
Nonostante le buone idee ed un’atmosfera sicuramente valida, sfortunatamente la produzione mostra altresì tutti i limiti tipici dovuti ai mezzi modesti a disposizione.
Il comparto tecnico è estremamente basilare, con una mole poligonale povera ed un dettaglio generale piuttosto basso. L’illuminazione, sebbene funzionale con un efficace ricorso al lens flare, appare fin dall’inizio tuttavia grossolana con qualche tendenza ad incappare in bug visivi.
Fortunatamente, i jump scare, presenti in gran numero, funzionano nonostante tutto, grazie ad un ottimo placement ed un attento uso della componente audio. Alcuni player potrebbero tuttavia lamentare un eccessivo ricorso a questo strumento, che potrebbe svuotarne l’efficacia, diventando a tratti fastidioso.
Se l’atmosfera generale, ad ogni buon conto, può considerarsi pienamente riuscita, piuttosto frustrante potrebbe invece rivelarsi l’esperienza pad alla mano. Il sistema di controllo soffre infatti di eccessiva rigidità e dell’assenza di adeguata precisione. Non sarà infatti strano trovarsi a “combattere” con la visuale per inquadrare gli oggetti coi quali interagire, nel corso di innaturali movimenti che potrebbero rompere parzialmente la tensione creata.
Anche le feature ludiche, mutuate da altri grandi titoli del genere, sembrano sommariamente abbozzate. Il mostro che vi inseguirà non rappresenta una grave minaccia e potrete seminarlo con relativa facilità se non addirittura, con un po’ di fortuna, evitarlo completamente. Una circostanza che rende il gioco alla stregua di un inquietante walking simulator, che si palesa ancor più a causa della ridotta longevità del titolo, completabile nel giro di un’ora.
Commento finale
Trenches è un titolo coraggioso, che si pone l’obiettivo di terrorizzare il player con le suggestioni nate da una delle pagine più dolorose della storia umana. Il titolo Steelkrill Studio prende in prestito alcune grandi idee da illustri esponenti del genere survival horror, replicandole tuttavia con fortune alterne dovute alla modestia della produzione. Un comparto tecnico povero, un sistema di controllo impreciso ed una durata molto breve impediscono a Trenches di aspirare a risultati più lusinghieri. Tuttavia, il titolo resta un disturbante viaggio nell’angosciante inutilità della guerra e delle sue tragiche conseguenze.