Sono passati solamente tre anni dall’uscita di Life Is Strange: True Colors di Deck Nine Games, il secondo gioco a concentrarsi su un cast di personaggi per lo più diverso rispetto al primissimo ed incredibile Life is Strange del 2015. Un titolo che ha lievemente modificato la formula della serie di avventure grafiche con la protagonista – Alex Chen che – grazie ai suoi poteri – è riuscita a trasmetterci le giuste emozioni del momento con il Colorado – ed in particolar modo la città di Heaven Springs – che rappresenta un meraviglioso sfondo all’intera avventura. Al di là della qualità indiscutibile di True Colors, c’erano ancora così tante domande sui personaggi e gli eventi di Life is Strange. Un titolo che ha portato i giocatori a grandi riflessioni sui legami che avevano forgiato con il suo cast iconico di personaggi, in particolare la carismatica Chloe e con cui Max era desiderosa di iniziare una relazione amorosa. Il risultato? Un finale che ha cementato quel gioco nella memoria, ha scatenato anni di discussioni e dibattiti tra i fan e gli addetti ai lavori e ha fatto capire con durezza che a volte non esiste una strada giusta da seguire. Life is Strange: Double Exposure tenta – nove anni dopo – di rispondere ad alcuni dei quesiti rimasti irrisolti e lo fa tornando – per certi versi – alle sue radici, ma sarà all’altezza?
Life is Strange: Double Exposure è disponibile dal 29 ottobre 2024 per Microsoft Windows, PlayStation 5, Xbox Series X/S e Nintendo Switch.
Versione testata: PlayStation 5
Nostalgia
In particolare, l’ultimo capitolo della serie Life is Strange si concentra nientemeno che su Max Caufield, protagonista del primo Life is Strange, ora adulta. Non possiamo parlare per tutti i fan della serie, ma penso che molti desideravano il ritorno di Max. Max “invecchiata” (si fa per dire visto che ha circa una ventina d’anni) fa un po’ strano, ma vi garantiamo che è ancora distintamente il personaggio che ricordavate. Ambientato 10 anni dopo le tragedie di Arcadia Bay, Oregon, segue Max Caulfield, la cui vita da allora ruota attorno a Lakeport, Vermont, dove lavora come nuova fotografa alla Caledon University. Life is Strange: Double Exposure consente innanzitutto di decidere cosa è successo a Chloe ad Arcadia Bay, scegliendo tra dire che è morta o dire che avete perso i contatti. Nel complesso, Chloe è relegata ad un ruolo piuttosto marginale, con piccoli riferimenti da parte di Max. Che sia giusto o sia sbagliata una scelta del genere, non sta a noi deciderlo. Ma a nostro giudizio, non si percepisce l’assenza di Chloe in termini narrativi e/o emotivamente parlando.
Tornano alla nostra amata protagonista, Max è sempre Max, e non ha perso le sue radici leggermente imbarazzanti; è ancora terribilmente goffa nel flirtare, ha un talento innato nell’intrufolarsi nelle stanze delle persone e pensa che Il Ritorno dei Morti Viventi sia un capolavoro di apocalisse zombie, ma non usa i suoi straordinari poteri di riavvolgimento temporale da quasi un decennio, poiché – stando alle sue parole – le hanno solo causato “più problemi e ancora più dolore”. Questo finché la sua nuova migliore amica, Safiya Llewellyn-Fayyad, non viene assassinata misteriosamente in un punto di osservazione del campus e Max scopre che la sua capacità di invertire la realtà si è evoluta fino a consentirle di squarciare una suddivisione del piano astrale e saltare tra due linee temporali alternate. Dal punto di vista caratteriale, Max è sicuramente cresciuta ma è chiaramente ancora traumatizzata da quanto accaduto ad Arcadia Bay, quasi da sembrare reclusa ogni volta che ricorda Chloe Price e altri aspetti della sua vita che furono. Max fa ancora fatica a elaborare la perdita, il dolore e ogni altra emozione ma i suoi nuovi poteri (dei quali vi parleremo fra pochissimo) le forniscono un modo per elaborare le diverse fasi del dolore e accettare pienamente la responsabilità delle proprie scelte. Naturalmente, farà di tutto per risolvere il mistero e scoprire chi ha ucciso Safiya e riconquistare la tranquillità tanto desiderata.
In termini puramente narrativi, non possiamo dirvi altro senza capitombolare in dolorosi spoiler, sebbene nel complesso la storia funzioni, ci siamo trovati dinanzi ad alcune illogicità. Per fare un esempio, Max si trova ad avere a che fare con una stramba teoria della polizia secondo cui la morte dell’amica è avvenuta tramite suicidio. Ma la vittima è morta per una ferita da arma da fuoco al torace e non è stata trovata alcuna arma sulla scena del crimine, il che rende illogica la teoria summenzionata e soprattutto davvero tanto superficiale e forzata piuttosto che avvincente o stimolante; non c’è modo che qualcuno, polizia o chicchessia, possa supporre che si tratti di un suicidio.
Detto questo, Double Exposure termina con quella che può essere descritta solo come una direzione audace per il futuro del franchise e che sicuramente susciterà dibattiti. Non vi diremo altro!
Abilità nuove di zecca
Max potrebbe non essere in grado di riavvolgere le proprie scelte come faceva un tempo, ma i suoi poteri si sono evoluti e le consentono di conviverci e di esaminare gli effetti a catena che ne conseguono. Nello specifico, Max può ora usare un’abilità chiamata Pulse per intravedere le linee temporali del suo mondo attuale e la sua nuova abilità Shift per creare un portale metafisico che le consente di saltare tra le due realtà (in una sorta di multiverso, tanto di moda in questi anni) in luoghi stabiliti in tutto Caledon. Il passaggio fra due linee temporali può essenzialmente essere fatto a proprio piacimento, e questo interscambio di realtà costituisce la spina dorsale del gameplay e della narrazione. Può anche usare un’altra abilità, chiamata Entanglement, per intrecciare oggetti tra le due linee temporali (un oggetto di cui si ha bisogno potrebbe essere trovato nella linea temporale B per far avanzare la narrazione nella linea temporale A, oppure potrebbero essere accessibili percorsi bloccati in una o nell’altra e viceversa). Tutte e tre le abilità le consentono di esplorare diversi scenari, risolvere enigmi, scoprire segreti, momenti zen e avere opzioni di dialogo. Double Exposure porta con se anche un famoso cavallo di battaglia della saga di LIS, quello di avere scelte principali e secondarie che alterano ambienti e relazioni interpersonali, il che aggiunge ulteriore profondità al gameplay.
In quanto “fotografa” della Caledon University, il ruolo di Max è abbastanza dinamico tanto da permettere da un lato di avere la libertà di indagare sull’omicidio dell’amica in entrambe le linee temporali e dall’altro di scoprire una rete di intrighi, rivalità e amori non corrisposti in tutto il campus, con segreti e storie secondarie da scoprire sia tra gli studenti che tra i docenti. Max riceve aiuto nelle sue indagini dal suo amico Moses, un personaggio che potremmo definire stoico e dal buon cuore e dalla barista dell’università Amanda, che ha una dolcissima alchimia con Max. Vedere Max da adulta cercare di vivere una vita normale, è stato fantastico, specialmente con personaggi come Safiya, Moses e Amanda che sono personaggi di supporto con grandi personalità. Il tutto, va a trattare tematiche decisamente meno forti del primo capitolo ma comunque di impatto come la solitudine, l’emotività, il costo delle relazioni, LGBT+ e sebbene ci sia sicuramente spazio per altro, questi temi sono marcatamente enfatizzati dalla possibilità per il giocatore di poter rivelare più contesto e indizi rispondendo ai messaggi di testo e tenendo d’occhio gli amici tramite una piattaforma di social media nel gioco chiamata Crosstalk. A differenza del primo Life Is Strange, Max può altresì usare la sua macchina fotografica analogica istantanea, una Polaroid Now Generation 2 i-Type, per scattare “istantanee” di diversi momenti in giro per Caledon. È un’aggiunta carina – anche se avrebbe potuto utilizzare più funzioni come filtri, flash, ma la sua macchina fotografica è integrata con una funzione di doppia esposizione che è fondamentale per creare due esperienze divergenti nei cinque capitoli del gioco.
Grafica e tecnica
Deck Nine è riuscita a creare un mondo di gioco incredibile. Le immagini di Double Exposure sono una vera delizia per gli occhi, poiché Lakeport fonde la tavolozza dei colori di Haven Springs e la cinematografia di Before the Storm. I modelli dei personaggi sono un po’ altalenanti, ma i principali, come Max e Safi, riescono a trovare un buon equilibrio tra il realistico e lo stilizzato. Ottime invece le animazioni e il linguaggio del corpo. E poi c’è la musica: mentre le precedenti puntate di Life Is Strange hanno esaltato più tematiche come la tragedia con canzoni di Bonobo, Daughter e Angus & Julia Stone, Double Exposure riflette sull’intimità con NewDad, Chloe Moriondo, Tessa Rose Jackson. Una colonna sonora a dir poco indovinata, che accompagna gli eventi dall’inizio fino ai titoli di coda.
L’altro elemento che contraddistingue la produzione è la recitazione. Hannah Telle riprende il suo ruolo di Max ed è affiancata da un cast eccellente, che include Safi (Olivia AbiAssi), Moses (Blu Allen), Amanda (Samantha Bowling), Diamond (Ilasiea Gray) e Gwen (Rachel Crowl) — tutti contribuiscono – a modo loro – alla narrazione tramite affermazioni e dialoghi. Sebbene ci siano piaciute le conversazioni con quasi tutti i personaggi, abbiamo avuto la sensazione che ci fossero troppe pause nelle stesse, al punto che le conversazioni ci sono sembrate un pochino innaturali, prolungate e – in determinati casi – forzate. Il che è un peccato, in quanto va a ridurre l’immersività. Anche le scelte, fiore all’occhiello di LIS, non ci sono sembrate così impattanti. Alcune delle decisioni in Double Exposure che sembravano davvero ovvie, invece si sono ritorte contro di noi. Mentre quelle che venivano indicate come “le nostre azioni avrebbero avuto delle conseguenze”, alla fine, non sembrano aver avuto un effetto duraturo. Rispetto ai giochi precedenti, in cui potevi letteralmente scegliere di salvare una persona piuttosto che un’intera città e vedere la storia progredire nel gioco successivo come risultato di quelle azioni, nessuna delle nostre scelte più importanti ha avuto un effetto così grande sul resto del gioco e del prosieguo dello stesso.
Lato performance, è possibile selezionare fra Qualità e Prestazioni. Non che cambi chissà cosa in un titolo del genere. Da segnalare qualche glitch grafico, con personaggi che improvvisamente sono scomparsi nel nulla per poi riapparire o linee di dialogo prive di audio. Infine, per quanto riguarda l’accessibilità nei giochi, il team dietro Life is Strange: Double Exposure ha fatto un lavoro eccezionale. Ci sono molte ottime impostazioni di accessibilità che fanno in modo che l’esperienza di gioco possa adattarsi a chiunque, inclusi tempi di decisione più lunghi.
Commento finale
Life is Strange: Double Exposure, ci ha riportato alle origini del franchise di Life is Strange. La nostra iconica protagonista, Max, ritorna più matura, anche se continua ad avere strascichi di quanto accaduto ad Arcadia Bay, ma decisamente più consapevole di se e di ciò che deve fare. I suoi poteri si sono evoluti e le consentono di conviverci e di esaminare gli effetti a catena che ne conseguono mentre il nuovo cast di personaggi, insieme alla straordinaria colonna sonora, supporta piuttosto bene un plot narrativo, sicuramente non perfetto ma che riesce a convincere trattando tematiche importanti anche se meno impattanti dell’originale. A nostro giudizio, Double Exposure è un’avventura avvincente che rappresenta una sorta di punto di svolta potenziale per una ulteriore espansione dell’universo di LIS e noi non vediamo l’ora di scoprire il suo prosieguo.