Versione testata: PlayStation 4 Pro
Dalla cima si può soltanto cadere!
Proprio come gli atleti famosi che adornano ogni anno la sua copertina, NBA 2K ha creato una forte eredità, tanto da aver raggiunto i vertici dei giochi sportivi di questa generazione. La serie ha mantenuto un gameplay solido senza mai dimenticare l’innovazione, e abbiamo molto apprezzato i rischi che Visual Concepts ha deciso di correre (a più riprese) anche quando non hanno ripagato completamente.
NBA 2K vanta una narrazione sportiva avanzata, una incredibile personalizzazione del personaggio e un livello di dettaglio che altre produzioni sportive si sognano. Tuttavia, una volta che si è arrivati in cima, bisogna combattere per rimanere lì e una brutta stagione o due possono perseguitarti. La versione current-gen di NBA 2K21 non è brutta, ma non è all’altezza dei capitoli precedenti costruiti da Visual Concepts e 2K Sports.
La formula resta la stessa
Sebbene questa iterazione manchi di miglioramenti nella maggior parte delle situazioni fuori dal campo, il classico gameplay in game rimane una chiave di volta di questa voce. Abbiamo sempre ammirato il modo in cui i giocatori, a tutti i livelli, possono giocare alla serie NBA 2K, approfondendone e carpendone le meccaniche e ottenendo successo. Ogni possesso consiste nel trovare la strada migliore per il canestro, conoscere la finestra giusta per eseguire il passaggio perfetto o impostare quello specifico schema per liberare il playmaker.
E sotto questi punti di vista, il gioco resta sempre fresco e piacevole da giocare. Quest’anno, la formula complessiva non è stata stravolta; ad aver beneficiato di una “svecchiata” è l’IA. Il tempo di reazione della CPU è stato migliorato ma non è esente da difetti, come esecuzioni tardive quando abbiamo richiesto un passaggio o non riconoscendo quando la finestra di passaggio era ormai bella che scaduta. Inoltre, fa ancora strani passi falsi come violazioni della zona di difesa senza alcuna buona ragione.
Un nuovo sistema di tiro
Al di fuori dell’IA, Visual Concepts ha anche apportato una serie di altre aggiunte, dai nuovi tipi di tiro ad una maggiore enfasi sul lavoro dei playmaker. Ma il cambiamento più grande è stato fatto verso lo stick analogico per eseguire dribbling e tiri. Il dribbling è più completo; I tiri in sospensione ora possono essere avviati solo spostando la levetta destra verso il basso, il che fornisce una gamma di movimento più ampia per mosse di dribbling più avanzate per superare l’avversario di turno. Il cambiamento che meno ci ha convinti è l’introduzione della “mira pro stick“, che bypassa il misuratore a tempo (meglio conosciuto come tempismo di tiro) a cui i fan erano ormai abituati. Ora, la finestra obiettivo viene ridimensionata in base all’abilità del vostro giocatore e ad alcuni altri fattori.
Da giocatore di lunga data, ho faticato a spostare la levetta a sinistra o a destra per colpire il bersaglio. In passato, il misuratore a tempo vi puniva se non tenevate la levetta analogica dritta durante il tiro. Ora, è troppo facile spostare accidentalmente la levetta il che potrebbe portare il giocatore a perdere un canestro praticamente fatto. Ci piace che la mira sia più impegnativa e sta a significare che non è possibile dare per scontato nessun tiro, ma ci manca il ritmo prevedibile dato dal misuratore a tempo. Ci siamo dovuti adattare un po’, ma è difficile abbandonare le vecchie abitudini. Fortunatamente 2K ha fatto un passo indietro (rilasciando di recente un aggiornamento), concedendo all’utente di scegliere se utilizzare il nuovo sistema o tornare al vecchio misuratore a tempo, e ammettiamolo, una volta fatto, ci siamo sentiti più a nostro agio e maggiormente competitivi.
“The Long Shadow”
A parte questo, le modifiche in tutte le modalità sembrano limitate. Se siete come chi vi scrive e trascorrete la maggior parte del vostro tempo in “La mia Carriera”, potete regalarvi una nuova esperienza cinematografica da interpretare nei panni di “The Long Shadow”. La storia di quest’anno è incentrata su un giovane giocatore di nome Junior, che vive all’ombra della carriera di suo padre. Non è una produzione così esagerata come quella che abbiamo visto con Spike Lee e la trama di Frequency Vibrations qualche anno fa, ma è una storia più radicata nel gestire le aspettative che derivano dall’essere un talento eccezionale e trovare il proprio posto, in questo caso, nel mondo del basket.
Non è la trama più memorabile che si sia mai vista e prende alcune svolte prevedibili, ma fa il suo lavoro nel darvi tutti i retroscena e le evoluzioni del personaggio. Inoltre, la recitazione rafforza le sue cutscene, in particolare Jesse Williams (Grey’s Anatomy) nel ruolo del padre di Junior e Michael K. Williams (The Wire, Lovecraft Country) come un vecchio amico di famiglia che diventa il nostro agente. Abbiamo molto apprezzato che Visual Concepts abbia rispolverato l’esperienza del college, includendo dieci college con licenza ufficiale tra cui scegliere e mettendo grandi dettagli nel ricreare i canti della folla e l’aspetto e l’atmosfera di ogni arena.
Benvenuti al 2K Beach
NBA 2K21 vede l’aggiunta di un nuovo quartiere, chiamato “The Beach”, dove possiamo portare il nostro giocatore e fare qualsiasi cosa, dai giochi 3v3 streetball o 5v5 ProAM fino ad acquistare gli ultimi capi di abbigliamento. I fantastici articoli cosmetici sono tutti troppo cari, quindi non ci siamo troppo preoccupati di far sembrare il nostro atleta più interessante. Per avere una possibilità e non mettervi in imbarazzo quando gareggiate nel quartiere, probabilmente dovrete “grindare” in La mia Carriera per guadagnare VC (la valuta virtuale di 2K) o acquistarla (pagando denaro sonante) per migliorare le statistiche del vostro giocatore.
Per quanto riguarda la nuova estetica del vicinato, ci piace il cambio di scenario, che è stato ispirato alla comunità balneare locale della California meridionale; sembra invitante e colorato in un momento in cui molti di noi sono bloccati, a causa della pandemia, in casa. Detto questo, è più una vetrina che un’enorme attrazione in NBA 2K21, ed è l’area del gioco in cui abbiamo sperimentato il maggior numero di crash e freeze, specialmente viaggiando tra le aree.
GM … non ci siamo
Siamo rimasti molto delusi da “il mio GM”, dove siamo chiamati a gestire una franchigia NBA e prendere le decisioni importanti quando si tratta di trading, scouting e gestione dei prezzi. Questa modalità è praticamente identica a quella dell’anno scorso e non è una buona cosa. Il sistema di conversazione propone ancora l’intera esperienza con chiacchiere inutili e tediose. I CFO ci chiedono costantemente di aumentare i prezzi e gli allenatori di fare operazioni ridicole. Abbiamo sempre a disposizione dei punti azione da spendere ogni giorno, ma non abbastanza per fare cose davvero significative.
La modalità inoltre non si concentra abbastanza sui grandi eventi e sui momenti della stagione; dando maggiore enfasi ai social media che al giocato sul campo. L’albero delle abilità per sbloccarne di nuove come uno scouting migliore o più sponsorizzazioni sembra ancora più acerbo dello scorso anno ed è un’altra area in cui Visual Concepts deve diventare più creativa e interessante. Sbloccare nuove abilità non sembra avere un impatto particolarmente rilevante sull’esperienza di gioco.
Simile a MyGM, “MyLeague” brilla ancora come il trofeo che a breve si contenderanno le finaliste dei Playoff NBA. Richiede ancora una volta al giocatore di dare sfogo alle sue capacità di personalizzare regole, squadre e elenchi a proprio piacimento, ma rimane anche questa, sostanzialmente invariata.
La WNBA è tornata, un’aggiunta che adoriamo in quanto sta a dimostrare come Visual Concepts si impegni davvero a rendere l’esperienza accessibile anche ad un pubblico femminile con uno stile ancora più tecnico e incentrato sulla squadra, ma purtroppo disponibile solo per una stagione.
MyTeam, dove potremo creare il nostro team dei sogni aprendo i pacchetti, offre una grande quantità di eventi, sfide e ricompense per tenervi connessi e garantire che la vostra squadra sia al top della forma. Quest’anno sono state aggiunte stagioni, che sono gratuite e (simile a un Battle-Pass) che permettono di ottenere ricompense semplicemente soddisfacendo determinati criteri di gioco. È stato anche introdotto lo scambio, che consente di scambiare carte extra o inutilizzate con carte più potenti. Tenete presente che dovrete rinunciare a molto per ottenere la maggior parte delle carte più preziose disponibili nel gioco. Sebbene questa modalità sia ancora quella in cui i giocatori probabilmente spenderanno la maggior parte dei loro VC, le nuove aggiunte, consentono di guadagnare carte senza dover necessariamente spendere denaro reale.
Comparto Tecnico
Arrivati ormai al termine della generazione attuale, parlare di comparto tecnico, grafico, sonoro e via discorrendo, ha ben poco senso. Vi basti sapere che NBA 2K21 è arrivato ai massimi livelli che le console current gen potevano dare in termini prestazionali e visivi e davvero non si può chiedere di più. Il colpo d’occhio resta comunque di notevole fattura, non dissimile da quanto vistosi lo scorso anno, permettendo al giocatore di vivere una partita di NBA proprio come se la stesse guardando in TV.
Commento finale
Ci stiamo avvicinando sempre più a una nuova generazione di console e Visual Concepts sta costruendo una versione di NBA 2K21 partendo da zero per i nuovi sistemi. Di conseguenza, questo NBA 2K21 di ultima generazione si sente lasciato un po’ a sé stesso. Offre ancora il gameplay per cui è nota la serie, ma rispetto allo scorso anno non ha fatto molti passi in avanti. Sicuramente continueremo a giocarci un bel po’ finché non passeremo all’edizione new-gen (che sarà disponibile gratuitamente solo per i possessori della Mamba Edition), ma è deludente che i fan più fedeli che giocano su console current-gen non abbiano ottenuto più di un mero aggiornamento alla IA e di piccolissime aggiunte. In definitiva, NBA 2K21 offre comunque un’esperienza di basket decente, ma ci saremmo aspettati sicuramente di più.