Recensione RAIDOU Remastered: The Mystery of the Soulless Army, il ritorno dell’investigatore demoniaco

RAIDOU Remastered: The Mystery of the Soulless Army è una di quelle operazioni che mai avremo pensato di vedersi concretizzare, anche nelle più rosee aspettative. Leakato da Steam nel Settembre dell’anno scorso e poi annunciato successivamente all’interno del Nintendo Direct del 27 Marzo, si tratta infatti dell’inaspettato ritorno di una piccola chicca dell’era PlayStation 2. Un titolo arrivato nel lontano 2006 come terzo esponente della serie Devil Summoner, spin-off del leggendario franchise di Megami Tensei. Una costola tuttavia decisamente meno fortunata della ben più celebre Persona, con una manciata di titoli distribuiti in trent’anni accolti da successi poco modesti (l’ultimo tentativo solo tre anni fa con quel Soul Hackers 2 scivolato via senza lasciare un segno nel pubblico).

Espressione del rinnovato coraggio del binomio ATLUS e SEGA, ecco invece una soprendente rimasterizzazione di Devil Summoner: Raidou Kuzunoha vs. the Soulless Army. Una produzione che va al di là del mero lavoro tecnico e grafico, come visto in occasione di Shin Megami Tensei III Nocturne HD Remaster. RAIDOU si spinge oltre, rielaborando ampie sezioni di gameplay ed introducendo nuove feature, al punto da farci interrogare su quale sia il confine tra remaster e remake. Ma soprattutto, su quanto un action JRPG di quasi vent’anni fa possa essere ancora valido ed adatto al grande pubblico nel 2025.

RAIDOU Remastered: The Mystery of the Soulless Army sarà disponibile dal 19 Giugno per PC (via Steam), Nintendo Switch, Nintendo Switch 2, Xbox Series, PlayStation 4 e PlayStation 5.


Versione testata: PlayStation 5


C’era una volta il periodo Taishō

The Mystery of the Soulless Army ci porta indietro nel tempo in un periodo storico di indubbio fascino: il Giappone del tardo periodo Taishō, a cavallo tra gli anni ’20 e ’30 del ventesimo secolo.

In una realtà in cui il soprannaturale è una realtà riconosciuta ed il clan Kuzunoha addestra evocatori demoniaci a difesa della capitale, assumeremo il ruolo di Raidou Kuzunoha XIV. Impegnato come apprendista investigatore, si ritroverà a dover risolvere il caso di un’ereditiera scomparsa la cui ultima richiesta inoltrata all’Agenzia Investigativa Narumi consisteva… nell’essere uccisa. Le indagini porteranno il novello evocatore a spingersi fino al Regno Oscuro per svelare un complotto che minaccia non solo la capitale bensì l’intera nazione.

Raidou ha stile, come da tradizione per i protagonisti del franchise Megami Tensei.

Di solito a questo punto delle nostre analisi passiamo a sottolineare come l’impianto narrativo sia sostanzialmente una riproposizione del materiale originale, ma già qui RAIDOU Remastered inizia a sorprendere. Rispetto alle premesse, ATLUS rielabora in parte Raidou Kuzunoha vs. the Soulless Army migliorandone le parti meno riuscite e correggendo il tiro in altre situazioni. Il risultato è un titolo che, sebbene nei suoi aspetti fondamentali risulti fedele al titolo del 2006, riesce ad essere fresco e per alcuni versi addirittura inaspettato anche per chi lo aveva giocato a suo tempo.

Parte del merito è da condividere con il rinnovato approccio all’intera presentazione di RAIDOU Remastered. Pur preservando l’estetica originale, caratteristica e carismatica, ATLUS evolve dai fondali prerenderizzati in favore di ambienti in 3D puro che mescolano un appeal da vecchia generazione con migliorie contemporanee (su tutte, l’illuminazione e l’uso di texture di maggiore qualità). Soprattutto nelle fasi di gameplay si apprezzano tutte le migliorie citate, mentre nei filmati ed in alcune inquadrature continuano a notarsi in maniera piuttosto pronunciata le origini 128 bit del titolo. Anche le musiche sono state riarrangiate con gusto da Toshiki Konishi, Takehiro Kogawa e Kenichi Tsuchiya mentre per la prima volta è presente un doppiaggio completamente nuovo in inglese, assente nella versione originale.

Il risultato finale è decisamente qualcosa più di una rimasterizzazione, sebbene il retrogusto resti abbastanza particolare. Alcune scelte puntano direttamente verso la modernità ed il titolo riesce ad essere davvero piacevole nella sua estrema pulizia visiva. Viceversa, alcune animazioni, taluni dettagli a bassa risoluzione ed il taglio di certi filmati mette in evidenza l’anima di un progetto che forse aspirava ad essere qualcosina di più grande.

A volte le cutscene tradiscono le origini ventennali della produzione.

Katane, demoni e pistole

Dove RAIDOU Remastered stravolge il concetto di rimasterizzazione è nell’ampia rilettura dell’intero sistema di combattimento.

Prendendo elementi direttamente da Raidou Kuzunoha vs. King Abaddon (il sequel del titolo originario, inedito in Europa), RAIDOU Remastered rivoluziona le sessioni di lotta transitando con decisione verso l’action. Il titolo originale sfruttava combattimenti in tempo reale a telecamera fissa, con tuttavia poche opzioni a disposizione ed un ritmo fin troppo compassato. L’impossibilità di riprorre un gameplay di quel tipo nel 2025 ha condotto il team di sviluppo verso un sistema maggiormente dinamico, calato in ambienti completamente 3D. Il protagonista potrà sfruttare così attacchi leggeri e pesanti, salti e schivate perfette, farsi assistere da due demoni contemporaneamente (il loro numero complessivo è stato quasi raddoppiato, arrivando ad oltre 120 contro i circa 70 del titolo originario) ed utilizzare un’arma da fuoco con proiettili elementali.

Avere due demoni al fianco cambia di molto la gestione degli scontri soprattutto nel supporto passivo.

Il sistema si basa tra la ricerca di un costante equilibrio tra abilità ad uso magico ed abilità ordinarie capaci di ricaricare proprio l’indicatore MAG fondamentale per alimentare le prime. Ogni combattimento diventa quindi un allegro e dinamico confronto tra attacchi speciali, schivate, ordini da impartire ai propri adepti demoniaci (che a loro volta possono essere gestiti e fusi in pieno stile Megami Tensei). A seconda delle difficoltà degli scontri, le sessioni più esuberanti riescono a passare agilmente tra un approccio sbarazzino alle logiche di pianificazione metodica che richiamano le suggestioni da MMORPG (vagamente eh).

Il risultato finale accompagna per mano Raidou Kuzunoha vs. the Soulless Army ad una piena godibilità nel gusto contemporaneo, lasciandosi alle spalle le ruggini che (ad onor del vero) erano già presenti nel 2006. Da questo punto di vista (ed al netto di tanti altri dettagli e finezze che non vi sveliamo anzitempo, come il Devil’s Bane e lo Spirit Slash), è davvero complesso convincersi che ci troviamo di fronte ad una semplice rimasterizzazione. Fatichiamo a trovare in progetti simili una tale cura ed attenzione, al punto da sfociare in intere sezioni ripensate quasi da capo. Se proprio dobbiamo essere pignoli, possiamo dire che il ritmo dei combattimenti tende a virare forse un po’ troppo spesso verso il caos nonché a gestire situazioni eccessivamente button smashing (in ragione di alcuni avversari dalla spugnosa resistenza fisica).

Adesso è molto più semplice affrontare i combattimenti rispetto al sistema farraginoso del titolo originario.

Ogni mistero per Raidou non è più un mistero

In RAIDOU Remastered tuttavia non si combatte e basta, anzi. In qualità di investigatore, il protagonista infatti sarà impegnato nello svolgimento di indagini in giro per la città. Raccogliere indizi e testimonianze (magari usando le abilità di alcuni dei vostri alleati demoni) sarà il focus principale dell’avventura, che già nel titolo originale assumeva un focus centrale ulteriormente sottolineato da alcune scelte di game design di RAIDOU Remastered.

Da un lato gli scontri casuali sono stati rimossi per favorire un flow meno spezzettato e contestualizzarli in momenti specifici. Dall’altro lato, sono stati inseriti dei moderni indicatori di obiettivi per favorire gli sviluppi narrativi. Mentre la prima scelta trova una logica anche nel panorama odierno (che salvo rari casi, mal digerisce gli incontri randomici), la seconda non ci ha pienamente convinto. Raidou Kuzunoha vs. the Soulless Army metteva il giocatore nella condizione di fare le sue deduzioni interrogando gli NPC, con un senso di soddisfazione che ricorda oggi quella piccola perla di Master Detective Archives: RAIN CODE. Adesso invece RAIDOU Remastered tende a prendere per mano i giocatori e condurli direttamente verso gli NPC più importanti, con il risultato che l’atmosfera investigativa tende a mitigarsi.

Il fascino del Giappone a cavallo tra i due conflitti mondiali è magnetico.

Al netto di questo aspetto, che rompe un po’ l’immedesimazione nei panni del giovane apprendista investigatore, la componente d’avventura resta davvero piacevole anche a distanza di due decadi dalla release originale. Il merito è anche di una trama che riesce a mescolare fantasia e personaggi storici (non vi anticipiamo nulla, ma potete vedere tra gli screen addirittura il controverso mistico Grigorij Rasputin), proponendo situazioni sempre fresche (con soluzioni intriganti) intrattenendo per circa trenta ore (che arrivano intorno alle quaranta per i completisti).

Come esponente della serie Devil Summoner, Raidou Kuzunoha vs. the Soulless Army risultava già a suo tempo come uno dei titoli più sperimentali ed affascinanti. Questa Remastered ne potenzia a dismisura ogni aspetto. Al di là di una bella rinfrescata grafica e tecnica, le migliorie introdotte e le meccaniche addirittura stravolte lo rendono ancora di più una curiosa mosca bianca all’interno dell’intero franchise di Megami Tensei. Riesce tuttavia ad essere un titolo adatto ad ogni palato? Sotto questo punto di vista, RAIDOU Remastered sembra rivolgersi maggiormente ai fan più sfegatati del brand ATLUS nonché agli inguaribili appassionati del mondo JRPG anche a causa della sua anima spregiudicatamente ed orgogliosamente da sesta generazione videoludica.

Le abilità da evocatore sono tra le aggiunte più azzeccate di RAIDOU Remastered.

Commento finale

RAIDOU Remastered: The Mystery of the Soulless Army è una piccola grande chicca dell’epoca PlayStation 2, inaspettatamente tirata a lucido per il pubblico contemporaneo. Se oggi già poter mettere le mani su questo capitolo della serie Devil Summoner è un’autentica sorpresa, lo è ancor di più constatare il lavoro svolto da ATLUS che non solo ha sensibilmente modernizzato la presentazione, ma ha profondamente ritoccato i contenuti ed il sistema di combattimento. A metà strada tra rimasterizzazione e remake (ma paradossalmente più sbilanciato verso quest’ultimo), il ritorno di Raidou Kuzunoha resta tuttavia un prodotto per veri intenditori, che si rivolge ai fan più accaniti del genere e del franchise di Megami Tensei.

8.0

RAIDOU Remastered: The Mystery of the Soulless Army


RAIDOU Remastered: The Mystery of the Soulless Army è una piccola grande chicca dell'epoca PlayStation 2, inaspettatamente tirata a lucido per il pubblico contemporaneo. Se oggi già poter mettere le mani su questo capitolo della serie Devil Summoner è un'autentica sorpresa, lo è ancor di più constatare il lavoro svolto da ATLUS che non solo ha sensibilmente modernizzato la presentazione, ma ha profondamente ritoccato i contenuti ed il sistema di combattimento. A metà strada tra rimasterizzazione e remake (ma paradossalmente più sbilanciato verso quest'ultimo), il ritorno di Raidou Kuzunoha resta tuttavia un prodotto per veri intenditori, che si rivolge ai fan più accaniti del genere e del franchise di Megami Tensei.

PRO

All'interno del franchise di Megami Tensei è pressoché unico | Fasi di combattimento completamente stravolte ed ammodernate | Non solo è indiscutibilmente la versione migliore del titolo, ma è altresì anche in italiano |

CONTRO

Strutturalmente resta un titolo di quasi vent'anni fa | I combattimenti tendono a diventare caotici e con alcuni risvolti poco tattici | In alcuni frangenti si poteva fare qualcosa di più a livello grafico |

4News.it è una fonte di OpenCritic.com, il più grande aggregatore internazionale di review dedicato al mondo dei videogames.

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