Per molto tempo, uno dei migliori giochi di Rockstar Games, Red Dead Redemption era giocabile esclusivamente su Xbox 360 e PS3. Lo scorso anno, c’è stata finalmente la tanto attesa svolta; infatti, Red Dead Redemption è stato pubblicato per PlayStation 4 e Nintendo Switch, ottenendo (soprattutto in merito alle versione Sony) – per lo più – recensioni un po’ tiepidine. Vuoi per l’assenza totale di nuove funzionalità, di upgrade grafici di livello, dei soli 30 fotogrammi al secondo e nessuna aggiunta in termini di qualità della vita, vuoi che comunque moltissimi giocatori già avevano avuto modo di vivere l’esperienza offerta dal titolo (per saperne di più, vi rimandiamo alla nostra recensione) e non avevano alcuna intenzione di spendere quasi 50 € per l’acquisto. Al di là dell’accoglienza ricevuta dal porting, si percepiva – a distanza di tredici anni – che mancava ancora qualcosa. Ma cosa? Una versione PC! E finalmente, a distanza di quattordici anni (quante cose sono cambiate in questo arco di tempo), abbiamo vissuto il lancio di The Last of Us (e relativi porting e remake), del sequel Red Dead Redemption 2, e di tutta una sfilza di capolavori videoludici – senza dimenticare che nel frattempo c’è stata anche una pandemia, possiamo vivere la storia di John Marston con FPS e risoluzione aumentati. È un gioco che ha già una reputazione ben nota e a dir poco leggendaria. Questa recensione di Red Dead Redemption per PC è soltanto una mera formalità. Uno dei migliori giochi della settima generazione di console regge (quasi) in forma maestosa ancora oggi.
Questo è il tipo di gioco di cui si parla ancora, anche a più di un decennio dalla sua uscita. Il suo sequel/prequel, Red Dead Redemption 2, è sicuramente uno dei migliori e più impressionanti giochi mai realizzati della storia. Ora, i giocatori PC, possono rivisitare il seguito del magnifico mondo western di Rockstar Games sotto una nuova luce, mentre allo stesso tempo, un’intera nuova generazione di videogiocatori viene introdotta al titolo che ha dato inizio a tutto. Non preoccupatevi, è ben lontano dal pasticcio fatto con la GTA Definitive Trilogy qualche anno fa. Lo sviluppatore, Double Eleven, ha svolto un lavoro fantastico nel portare l’intramontabile capolavoro su una piattaforma che lo meritava da tempo immemore.
Red Dead Redemption è disponibile per PC, PS4, Nintendo Switch e Xbox One. Il gioco è giocabile su PS5 e Xbox Series X|S tramite la funzione di retrocompatibilità.
Versione testata: PC (Steam)
La vita di un fuorilegge
Red Dead Redemption vi mette nei panni di John Marston, un ex fuorilegge costretto (direttamente dal governo e dal Bureau of Investigation) a tornare ad una vita da criminale. La missione di Marston? rintracciare la sua ex gang di compagni, fra cui il suo mentore Dutch van der Linde, e consegnarli alla giustizia – venendo finalmente a patti con il suo passato – in cambio di una vita finalmente libera insieme alla sua amata moglie e a suo figlio. La narrazione è un avvincente mix fatto di tematiche come vendetta e lealtà e i paesaggi desertici del selvaggio West, rappresentano la cornice perfetta per un’avventura indimenticabile in una delle migliori esperienze narrative che è possibile vivere in salsa videoludica.
Un mondo incredibile
Durante la campagna che si svolge attraverso missioni principali e una pletora di missioni secondarie, ognuna delle quali aggiunge profondità al mondo e ai suoi abitanti, avrete modo di incontrare un cast di personaggi stellare. Rockstar ha creato un mondo mozzafiato (che impallidisce in confronto all’ultimo capitolo di Rockstar per ovvi motivi) in termini di portata e dettaglio, come mai si era visto prima del 2010. Dai deserti assolati di New Austin alle cime innevate di Tall Trees, gli ambienti sembrano reali e vivi. Il mondo pullula di animali selvatici, a partire dai cervi, passando per i coyote, fino ad arrivare a conigli, serpenti a sonagli e addirittura mastodontici orsi grizzly. È possibile cacciare queste “bestie” per ricavarne pellicce e carne, o semplicemente osservarne il comportamento. Le città, con i loro saloon impolverati e lerci, i negozi di alimentari e di svago, sono assolutamente immersivi. Gli NPC svolgono la loro vita, in base ad una determinata routine quotidiana con tanto di conversazioni che possono essere ascoltate e con situazioni (talvolta imprevedibili) che portano il nostro cowboy fuorilegge a finire – più di una volta – in qualche guaio. Eventi casuali, come rapine alle diligenze o risse nei bar, aggiungono un tocco di dinamismo al mondo, facendovi sentire come se foste davvero tornati indietro in un’epoca passata. C’è sempre qualcosa di interessante da cogliere in RDR. Un sistema di onore tiene traccia delle azioni morali e immorali, che vanno ad incidere direttamente sulla fama e su come John verrà percepito e trattato dai cittadini. È l’ideale stare dalla parte giusta della legge e non andare in giro a massacrare ogni singolo fuorilegge che incontrerete sul vostro percorso per il bene di una cooperazione quasi universale. Tuttavia, azioni “infami” possono portare ad alcune interessanti alternative. Naturalmente, c’è anche Undead Nightmare, un’espansione in cui John deve combattere un’epidemia di zombi. Per quanto all’apparenza possa sembrare banale, il DLC si collega direttamente alla narrazione rappresentando un riuscito espediente per proseguire in una divertente storia non canonica.
Il combattimento di Red Dead Redemption è ancora oggi – anche se si percepisce il passare del tempo – un soddisfacente e funzionale mix fatto di azione e strategia. Il nostro John può entrare ad armi spianate (grazie ai suoi fidati revolver), crivellando di proiettili i propri oppositori o annientandoli attraverso un potente colpo di fucile a pompa. Ma un approccio più tattico viene spesso premiato. Usare la copertura, le manovre di accerchiamento e il Dead Eye, una meccanica bullet-time che all’epoca cambiò letteralmente le carte in tavola e che consente di assestare – attraverso un puntamento preciso (marcando direttamente i bersagli) – un bel colpo, sovvertendo l’esito di uno scontro, all’apparenza impari. La varietà di armi è a dir poco impressionante, con pistole, fucili, fucili a pompa e persino la possibilità di equipaggiare e lanciare candelotti di dinamite. Le armi – altresì – si degradano nel tempo, aggiungendo un ulteriore componente di realismo e costringendo il giocatore a tenere sott’occhio il proprio arsenale. Anche il peso di ogni arma è evidente, influenzando sia la velocità di movimento e sia la mira. Un altro elemento fondamentale di questa straordinaria IP è data dal cavallo; non solo un mezzo di trasporto ma un fedele compagno di avventure. Creare un legame con il destriero attraverso l’alimentazione, la spazzolatura e parlandoci per calmarlo è essenziale per costruire una relazione forte e sbloccare il suo pieno potenziale. Un legame forte con il cavallo, lo renderà più veloce, più reattivo e meno propenso a disarcionare il protagonista durante uno scontro a fuoco. La varietà di razze di cavalli, ciascuna con i suoi punti di forza e di debolezza, soddisfano una moltitudine di stili di gioco.
Cosa cambia in versione PC?
Red Dead Redemption è un solido porting per PC. Come anticipato è stato realizzato da Double Eleven e offre opzioni piuttosto interessanti, come il supporto ai 144 fotogrammi al secondo, HDR, filtro anisotropico fino a 16x e cursori per regolare la qualità delle ombre (che su PC presentano una maggiore profondità) ed il livello di dettaglio per geometria, terreno, alberi (inclusa la distanza di visualizzazione) ed erba. Ritorna l’FXAA, così come c’è il supporto AMD FSR 3 e a Nvidia DLSS, con Frame Generation e DLAA inclusi, il 4K nativo (che eleva l’esperienza visiva e lasciandoci un dolce ricordo dei 720p del 2010), il supporto al display Ultrawide e Super Ultrawide e Nvidia Reflex Low Latency. È questa la gamma più ampia di opzioni grafiche mai vista in un porting per PC? No, ma è sicuramente un deciso passo in avanti rispetto alle versioni per console dell’anno scorso, con un gameplay decisamente più fluido e con una qualità dell’immagine migliore. Detto questo, le differenze in termini di fedeltà visiva sono minime e non sono sufficienti, tant’è che pensiamo che sia davvero arrivato il momento di un bel remake, considerando che titoli che hanno meno anni sulle spalle, lo hanno già ricevuto. Ciò che è interessante di questa versione in particolare è il modo in cui si controlla con mouse e tastiera. Mentre il movimento e il combattimento standard sono ancora oggi fantastici, proprio come ci si aspetterebbe mirando con un mouse, non si può dire lo stesso nel modo in cui viene controllato il cavallo. Oltre ad essere rigido, è fin troppo scomodo se si predilige l’utilizzo di una tastiera, elemento che un po’ fa storcere il naso specialmente nelle missioni in cui è richiesta una certa rapidità. Non siamo riusciti a trovare la quadra, quindi abbiamo deciso di tornare ad usare un controller. Il gioco lo abbiamo testato sul nostro sistema AMD Ryzen 7 5800X e Nvidia RTX 3080ti. Il monitor è un HP OMEN 32c con pannello VA 16:9 2K QHD e con risoluzione nativa 2560 x 1440 Pixel a 165Hz. Naturalmente, trattandosi di un titolo abbastanza stagionato, non abbiamo avuto alcun problema (utilizzando impostazioni ad Ultra e a 60 fps, con un carico della CPU di circa il 60 %) considerando che le specifiche sono piuttosto basse; per quelle minime, parliamo infatti di una NVIDIA GeForce GTX 960 / AMD Radeon R7 360 e di una CPU Intel Core i5-4670 / AMD FX-9590, per quelle raccomandate, invece, NVIDIA RTX 2070 / AMD RX 5700 XT e Intel Core i5-8500 / AMD Ryzen 5 3500X.
Per quanto riguarda la prova con la nostra configurazione, dobbiamo segnalare qualche lieve incertezza. I cali di frame (non sono così rari) soprattutto in movimento in sella al destriero. Disattivando la sfocatura di movimento abbiamo un po’ ridotto la problematica ma non siamo riusciti a porre un rimedio definitivo. Da segnalare anche diverse texture slavate e modelli poligonali ormai datati.
Più interessante è stato il nostro test su ASUS ROG Ally dove abbiamo raggiunto agevolmente i 45/60 fps regolando e portando al massimo – direttamente da Command Center – i TDP (per il massimo Turbo Mode), nelle aree più dense. Se si desidera risparmiare batteria, mantenendo un’esperienza comunque giocabile, è possibile optare per 15W o 18W (mantenendo le stesse impostazioni). Utilizzando AMD Fluid Motion Frames per aumentare gli FPS, abbiamo riscontrato un po’ di input lag. Ottima anche l’implementazione dell’HDR nonostante una tavolozza di colori piuttosto limitata.
Infine, come sappiamo il vero vantaggio di una versione PC è dato dalle mod. Nel momento in cui stiamo scrivendo, ci sono già un centinaio di mod che migliorano la grafica e le prestazioni del gioco e che pertanto aprono nuove incredibili possibilità al gioco liberandolo pertanto dalle costrizioni di sistemi chiusi quali risultano esser le console casalinghe. Nei prossimi giorni, sicuramente inizieremo a provare anche qualche mod.
Commento finale
Red Dead Redemption resta ancora un titolo eccezionale. Pochissimi (fra cui il sequel/prequel del 2018) offrono questo livello di narrazione e presentazione cinematografica, combinato ad un mondo open world vivo ed organico (seppur impallidisce rispetto a quello del secondo capitolo), supportato da un gameplay, anche se si percepisce il passare dell’età, ancora di buon livello e funzionale. Questa versione PC, include tutta una serie di opzioni come filtro anisotropico fino a 16x, HDR, supporto ai 144 fps, Nvidia DLSS, AMD FSR 3 e altre, che sicuramente elevano – sia visivamente e sia in termini di fluidità – l’esperienza di gioco. Tuttavia, il tempo è tiranno e a nostro giudizio, anche se in termini di qualità il porting di Double Eleven funziona (al netto di qualche incertezza tecnica), crediamo che sia arrivato decisamente il momento di un remake che possa dare nuova luce ad un’avventura ancora oggi sensazionale ed indimenticabile. Immaginate Red Dead Redemption con il motore grafico di RDR2, un vero e proprio sogno ad occhi aperti … pensaci Rockstar!