A distanza di quattro anni dal lancio del fortunato ed apprezzato Remnant: From the Ashes, arriva sulle nostre console (PS5, Xbox Series X/S) e PC l’atteso secondo capitolo della saga, Remnant II. Il team di Gunfire Games non ha fatto attendere nemmeno troppo i suoi fan, completando il lavoro (visti i periodi che corrono) in un tempo più che ragionevole.
Versione testata: PC
Ciò, considerando anche le alte aspettative nutrite dalla community e dagli addetti ai lavori, dovuta al successo del predecessore Remnant: From the Ashes, pubblicato alla stregua di un indie game, che poi però ha ottenuto notevole apprezzamento e seguito.
Noi abbiamo passato parecchie ore in compagnia del titolo, triturando nemici senza pietà, e siamo giunti a delle conclusioni. Leggete la nostra recensione per conoscerne l’esito finale!
A che punto siamo dopo Remnant: From the Ashes?
Vestiremo i panni degli ultimi sopravvissuti del genere umano, all’interno di un contesto malato e catastrofico. Il vecchio mondo come lo si conosceva non esiste più ed è ora infestato da creature terrificanti, Boss sovraumani e qualsiasi altra aberrazione si possa immaginare.
Un insieme di mondi “governati” dal caos, in cui la proliferazione di queste creature procede incessantemente. L’incipit narrativo ed ambientale di Remnant II nasce dall’unione di elementi post apocalittici ed horror.
TPS, RPG, procedurale, Soulslike…what else???
Sin dalle prime ore in compagnia di Remnant II, ci si rende inevitabilmente conto da quanti elementi diversi sia composto il titolo sviluppato da Gunfire Games. Partiamo dalle basi: è un third person “per lo più” shooter, nel senso che volendo si può approcciare il gioco anche con un gameplay completamente incentrato sui combattimenti corpo a corpo. Ha degli elementi RPG, come dialoghi a risposta multipla (anche se quasi per nulla incidenti), esperienza da accumulare e dei punti caratteristica da assegnare man mano che si progredisce con il proprio personaggio. E’ stata potenziata ed ampliata la meccanica procedurale già presente in From the Ashes.
In Remnant II, secondo quanto affermato da Gunfire Games, anche i tipi di nemici, l’estetica di una regione, i boss, gli npc, la trama e le missioni del gioco potranno essere generati casualmente.
Altro elemento cardine della produzione è il netto richiamo ad alcune meccaniche di gioco tipiche di Soulslike, già presenti nel primo capitolo, tanto da essere etichettato “un Souls con le pistole”. Le enormi pietre del teletrasporto del tutto simili ai falò di Miyazaki, il relativo respawn dei nemici collegato all’utilizzo di quest’ultime, la presenza di temibili Boss presenti dentro ad un’area coperta da una sorta di velo e non ultima la difficoltà complessiva del gioco.
In riferimento a quest’ultimo aspetto, e a differenza dei Souls, in Remnant 2 si può scegliere tra 3 livelli di difficoltà (Sopravvissuto, Veterano ed Incubo) più un quarto sbloccabile più avanti (Apocalisse). Per quanto riguarda la nostra esperienza di gioco, abbiamo approcciato il titolo al primo livello di difficoltà, scelta per altro consigliata anche dallo sviluppatore stesso, in quanto già ottimo banco di prova per testare le abilità dei giocatori.
Per quel che mi riguarda, ho inoltre trovato delle evidenti similitudini con Returnal, qui la mia recensione, ovviamente riguardo alla creazione procedurale dei vari stage di gioco, ma soprattutto riguardo alla nuova realizzazione della mappa. Questa è stata realizzata in 3D per migliorare la quality of life dei giocatori, rendendo più agevole la propria localizzazione in ambienti a più livelli. La visualizzazione a schermo, nonché persino la scelta estetica di alcune icone utilizzate, ha rimandato la mia mente direttamente al capolavoro di Housemarque, per quanto io consideri la mappa di Remnant II una copia “bruttina” rispetto a quella di Returnal.
Raramente un gioco in cui convivono tanti elementi derivanti da generi diversi, e magari lontani tra loro concettualmente, a nostro avviso è riuscito a creare un’amalgama così convincente. Sarebbe stato lecito aspettarsi un risultato più pastrocchiato, con tanta carne al fuoco… ma con più fumo che arrosto. Invece Remnant II ci è parso capace di intersecare bene tutte le varie dinamiche di gameplay (e non) utilizzate, raggiungendo un risultato convincente.
Archetipi
Il gameplay ovviamente costituisce il core della produzione. Remnant II successivamente alla creazione del proprio personaggio, e alle prime fasi di gioco che fungono da vero e proprio tutorial, permette di selezionare la propria classe preferita. Ce n’è per tutti i gusti: dal Cacciatore assoluto fuoriclasse dal danno da distanza puro (un vero e proprio cecchino), al medico fondamentale per tenere in vita se stessi ed i propri compagni, al pistolero contraddistinto da un combattimento agile ed ultra veloce a base di letali pistole ed altro ancora. Ma l’aspetto maggiormente determinate è quello degli Archetipi. In sostanza la classe iniziale sarà semplicemente un punto di partenza, che potremo modificare a nostro piacimento durante la progressione, mediante i Tomi della Conoscenza.
“Una delle funzioni più grandi di Remnant 2 è il sistema degli Archetipi completamente rinnovato. Nel gioco originale, gli Archetipi servivano come un corredo di equipaggiamento iniziale pensato per fornire un punto di partenza solido per il vostro viaggio basato su alcuni stili di gioco differenti. Giocando, alla fine tutto era disponibile per ogni personaggio, a prescindere dall’Archetipo di partenza. L’unico requisito era che dovevate andare semplicemente là fuori a guadagnarvelo.
In Remnant 2, la vostra scelta iniziale è importante!
Mentre gli Archetipi prevedono ancora un corredo di equipaggiamento personalizzato – che consiste nel loro caratteristico set di armatura, tre armi completamente uniche e il loro Tratto di Archetipo peculiare – hanno anche due straordinarie nuove aggiunte: i Vantaggi dell’Archetipo e le Abilità dell’Archetipo! Queste nuove funzioni vengono sbloccate ottenendo esperienza e livellando l’Archetipo.”
Gameplay
Il gameplay ovviamente costituisce il core della produzione. Per la nostra partita abbiamo optato per l’Addestratore, incuriositi dalla presenza del cane come compagno animale. Scelta che ci ha soddisfatti in quanto a gameplay, in quanto il nostro fido cagnolino può attaccare nemici lontani, rimanere vicino a proteggerci e utilizzare altre abilità speciali.
Nella prima fase di gioco abbiamo trascurato completamente la componente melee, con il risultato di rimanere spesso senza proiettili. Caricatore vuoto oggi, caricatore vuoto domani, abbiamo preso alla lettera uno dei tip durante i caricamenti “le munizioni sono importanti, utilizza armi da mischia per liberarti dei nemici meno pericolosi”. E così abbiamo fatto, con una consistente variazione del nostro gameplay.
In generale Remnant II riesce a mantenere tensione e dinamicità sempre costanti. Muoversi attraverso le varie mappe del mondo è divertente, quanto dinamico, pericoloso ed adrenalinico. Come già accennato, anche al primo livello di difficoltà il senso di sfida è ben presente, e bisognerà gestire bene le proprie skill e quelle del nostro alter ego in game. Nonostante dalla mappa possiamo già sapere se la prossima zona faccia parte del percorso obbligatorio della storia, la voglia di tuffarci nelle zone “secondarie” sarà sicuramente alta, grazie alle rare e preziose ricompense, come nuove armi ed equipaggiamento.
Considerando che per la nostra recensione abbiamo avuto la possibilità di provare il titolo esclusivamente in single player, senza dubbi giocandolo in coop la componente tattica acquisirà maggior spessore. Già in solitaria bisogna approcciare i vari ambienti di gioco con cautela, marcando se possibile i nemici, utilizzando bene il proprio equipaggiamento e le varie skill. L’idea di aggiungere a tutto ciò una corposa componente tattica e cooperativa, costituirà la vera ciliegina sulla torta per il gameplay codificato da Gunfire Games.
Come gira su PC ed impatto grafico
Requisiti Consigliati
- Sistema operativo: Win 10.
- Processore: Intel i5-10600k / AMD R5 3600.
- Memoria: 16 GB di RAM.
- Scheda video: GeForce RTX 2060 / AMD Radeon RX 5700.
- Memoria: 80 GB di spazio disponibile.
La nostra prova è stata effettuata con un PC equipaggiato di GPU Nvidia 3080Ti e CPU AMD 5800X, con il gioco installato su ssd NVMe. Prendete il nostro parere con le pinze, in quanto la versione che abbiamo provato era beta tester e lo stesso sviluppatore ci ha rassicurati che i difetti riscontrati sono già oggetto di modifiche, per il codice disponibile al day one e nei giorni successivi.
Abbiamo impostato il gioco a risoluzione 4K, mantenendo i dettagli grafici ad ULTRA ed il DLSS su prestazioni. Così facendo abbiamo riscontrato un frame rate non in grado di mantenere i 60 FPS rock solid, e soprattutto molto ballerino. Spesso ci siamo ritrovati a passare da 80/90 FPS a 40/50, semplicemente voltandoci verso zone diverse. Nel nostro caso il G-Sync di Nvidia ha mitigato molto la cosa, ma ad ogni modo è visibile e riscontrabile da giocatori dall’occhio attento.
Come detto, congeliamo il nostro giudizio sul frame rate, in attesa delle prime patch correttive.
Per il resto il gioco non ha mai crashato, non ci sono stati freeze, ed anzi ci ha soddisfatti dal punto di vista grafico. Abbiamo utilizzato un OLED tramite cui abbiamo potuto apprezzare gli ambienti cupi e tetri, nonché una paletta di colori enfatizzata dall’HDR.
Remnant II non è una produzione proverbialmente “spacca mascella”, tuttavia è comunque un bel vedere. Le ambientazioni, forse un po’ troppo ridondanti, sono artisticamente ispirate. Osservandone i dettagli dai vari scorci, a volte sembrava di essere in Bloodborne, a volte in Resident Evil 4. Il senso di devastazione e di maligno sono ben permeati negli ambienti di gioco, soffocati da un opprimente sensazione di caos.
Longevità e rigiocabilità
Vuoi per la presenza di molte classi ed archetipi con gameplay molto diverso tra loro. Vuoi per la possibilità di approcciare al titolo in single player in coop. Vuoi per la creazione potenzialmente infinita di tutti gli elementi procedurali, Remnant II già ai nastri di partenza promette longevità e rigiocabilità ad alti livelli.
Missioni dalle diverse ramificazioni, potenziamenti, fabbricazione di oggetti, bottini… Remnant II metterà alla prova anche i giocatori più esperti, con le sue aree e i suoi dungeon generati in modo dinamico. Ogni partita sarà diversa dalla precedente, garantendovi ogni volta dure sfide e soddisfazioni. I vari intrecci narrativi abbracceranno i molteplici mondi di gioco, incoraggiandovi a esplorarli e a visitarli più volte.
Commento finale
Remnant II è quanto di buono ci si potesse attendere come sequel, di un titolo con ottime potenzialità, quale era Remnant: From the Ashes. Tecnicamente ancora un po’ acerbo, eccessivamente ridondante nella realizzazione dei biomi, rappresenta comunque un titolo divertente da giocare, che potrà tenervi incollati e garantirvi un ampio numero di ore di gioco da soli o in compagnia dei vostri amici. Artisticamente ben ispirato, ha senza dubbio nel gameplay il fulcro della produzione. Una curva di difficoltà settata già alta anche al livello più basso, ma pur sempre accessibile e superabile, ed un mondo pieno di pericoli affrontabili con archetipi sempre diversi, dal gameplay e gunplay vari, ma sempre dinamici, adrenalinici ed entusiasmanti. Una complessa risultante di vari generi diversi, tuttavia ben amalgamati, che hanno dato vita ad un titolo originale e ben congeniato.