Recensione Revenge of the Savage Planet, il ritorno del delirio spaziale

Revenge of the Savage Planet appartiene a quell’elenco di titoli che sinceramente non pensavamo sarebbero mai esistiti. E non certo per demeriti del suo diretto predecessore, quel Journey to the Savage Planet arrivato nel Gennaio del 2020 e divenuto un piccolo cult tra i giocatori.

Il titolo venne sviluppato da veterani dell’industria confluiti in Typhoon Studios con lo specifico obiettivo di creare fresche ed intriganti proposte AA. Lo studio venne inglobato da Google per divenire uno dei team principali di supporto per Stadia. Conosciamo tutti il fallimentare epilogo dell’esperimento cloud del colosso di Mountain View, che tuttavia coinvolse a cascata anche il team, trovatosi costretto alla chiusura. Sembrava dunque la fine per l’IP di Savage Planet, ma a volte le sorprese sanno essere anche positive. Alcuni degli sviluppatori del team originario riuscirono a negoziare l’acquisizione dei diritti del brand direttamente da Google, al quale erano rimasti dopo la chiusura di Typhoon Studios. Per portare avanti l’eredità della software house, nacque così Raccoon Logic nell’Agosto del 2021. E con essa, il folle ritorno dell’universo di Savage Planet.

Se quindi l’esistenza stessa di Revenge of the Savage Planet è una sorta di miracolo, ancora più sorprendente è stato, nel contesto dell’annuncio, assistere a quanto il nuovo progetto avesse caratteristiche diverse da Journey. Il team di sviluppo avrà avuto le giuste intuizioni per questa nuova avventura su pianeti selvaggi?

Revenge of the Savage Planet sarà disponibile dall’8 Maggio per PC (via Steam), Xbox Series e PlayStation 5, nonché fin dal lancio su Xbox Game Pass Ultimate.


Versione testata: PlayStation 5


Licenziamento senza preavviso

In un futuro dominato dagli spregiudicati interessi di spietate multinazionali, la Alta Interglobal ne è divenuta il vorace punto di riferimento. Non sazia di essere la corporazione più grande del mondo, la holding ha deciso di aprire le porte alla colonizzazione spaziale acquisendo la Kindred Aerospace, l’azienda della quale risultavate dipendenti. Divenuti automaticamente lavoratori Alta, dopo un viaggio interstellare ed un atterraggio di fortuna su un distante pianeta disabitato, scoprirete tuttavia… di essere stati licenziati. Nonostante le promesse, Alta ha infatti repentinamente abbandonato il progetto di colonizzazione, lasciandovi al vostro destino. Dovrete dunque trovare un modo per sopravvivere per sperare di tornare sulla Terra, trovando un inatteso aiuto dall’ex CEO di Kindred Aerospace, il delirante Martin Tweed… e forse non solo lui.

Stavolta il titolo è principalmente (ma non esclusivamente) orientato alla cooperativa.

In maniera del tutto simile e coerente con Journey to the Savage Planet, anche Revenge si apre con una preambolo pretestuoso che fornisce il contesto di partenza dell’avventura. Ancora una volta dispersi all’interno di ecosistemi sconosciuti (ed ostili), i giocatori dovranno farsi largo attraverso ambientazioni selvagge ed una storia dissacrante. Revenge recupera così la medesima vivacità del capitolo originario, tanto nella caratterizzazione estetica quanto nella scrittura generale.

Il nuovo capitolo offre mondi multipli da esplorare, ciascuno caratterizzato da biomi profondamente diversi tra loro e popolato da flora e fauna fuori di testa. L’uso di colori sgargianti e marcatamente saturi si intreccia con un tratto esagerato e parodistico, che trova il suo massimo sfogo nella sceneggiatura. Coadiuvati dalla loquace assistente vocale EKO, la trama si dipanerà una scoperta dopo l’altra, con un sapiente mix che sfocia nuovamente nel live action. Esattamente come in Journey, tornano infatti i messaggi multimediali di posta elettronica ai quali saranno delegate le maggiori interazioni con i personaggi principali. Senza rovinarvi nulla, sappiate che se avete amato il sarcasmo e lo humor grottesco del capitolo precedente, qui vi troverete a casa. Certo, a mancare è un po’ dell’effetto novità del titolo del 2020. Ma si tratta di una circostanza inevitabile in un sequel che ne ripercorre i passi.

Non vi diremo quanti biomi ci sono, ma sappiate che la varietà è assicurata.

Dalla prima alla terza

Dato per assodato che in Revenge troverete le stesse atmosfere scanzonate del primo capitolo, la differenza più macroscopica rispetto a Journey è nel passaggio della visuale dalla prima alla terza persona.

Lungi dall’essere una mera differenza di inquadratura fine a sé stessa, la scelta da parte di Raccoon Logic si intreccia con una rivisitazione dell’intero impianto strutturale. Se Journey si ispirava deliberatamente a Metroid Prime proponendo un’avventura in prima persona con gli stessi elementi del capolavoro Nintendo, Revenge cambia le carte in tavola. Da un’avventura esplorativa in stile metroidvania si è passati ad un platform collectathon in ampie zone aperte.

In Revenge, il nostro alter ego sopravvissuto sarà chiamato ad esplorare diversi pianeti, suddivisi in aree interconnesse a carattere open world. Il recupero di informazioni, eseguito attraverso funzioni di scanning, permette di raccogliere dati fondamentali per proseguire l’avventura. Raccogliere risorse e ritrovare equipaggiamenti dispersi sul territorio concedono la possibilità di migliorare le abilità e le opportunità esplorative. Altrettanto importante l’accesso ad una serie di strumenti utili per contrastare la fauna locale o per raggiungere aree altrimenti inaccessibili. Revenge offre davvero una proposta variegata di sfide da intraprendere, piante da studiare, creature da catturare, luoghi da scoprire, basi da costruire, potenziamenti da creare e centinaia di segreti nascosti.

Peccato però che a farne le spese è stata la natura più squisitamente metroidvania di Journey. La proposta di ampi mondi aperti ha infatti comportato il sacrificio dell’attento level design del capitolo originario, in favore di spazi liberamente esplorabili in cui potenziamenti ed abilità diventano funzionali più al recupero di ulteriori risorse che non all’esplorazione stessa. Se avete amato gli omaggi al game design di Metroid Prime di Journey, l’esperienza con Revenge regala purtroppo vibes assai differenti.

Influenze moderne

Ci perdonerete per il costante rimando all’esperienza di Journey to the Savage Planet, tuttavia crediamo che mai come in questo caso sia funzionale e necessario. Soprattutto quando l’esperienza riesce al contempo ad essere la stessa ma profondamente diversa.

Il desiderio di allontanarsi dalle ispirazioni precedenti ha coinciso con la proposta di un gioco dimensionalmente più grande ma che ha perso un po’ della magia originaria. Ulteriore aspetto che sottolinea il cambio di focus è l’interesse rivolto all’esperienza cooperativa. Revenge è infatti prettamente studiato per essere goduto al meglio col caos generato dalla collaborazione di due giocatori. Ovviamente il titolo è perfettamente godibile anche in solitaria, regalando un’esperienza completa e soddisfacente. Se tuttavia Journey era un titolo single player con possibilità cooperative, Revenge è esattamente l’opposto.

Revenge sa essere divertente e variegato.

Altrettanto poco convincenti ci sono sembrate le rinnovate meccaniche legate al platforming ed allo shooting. Sia l’una che l’altra si sono rivelate molto meno raffinate rispetto alle illustri fonti di ispirazione (su tutte, Ratchet & Clank), regalando un feeling positivo ma ben lontano dalla fluidità che ci si sarebbe potuto attendere.

Vogliamo essere davvero chiari. Revenge of the Savage Planet non è un brutto gioco. Anzi, tutt’altro. Si tratta di un titolo divertente e genuinamente folle proprio come il suo predecessore. Un’avventura spaziale come non ce ne sono nel panorama videoludico, capace di coniugare una vena satirica pungente ad un loop ludico in grado di generare assuefazione. Dovrebbero essere motivi sufficienti per festeggiare, soprattutto per chi (come me, ndR) ha amato Journey to the Savage Planet. Eppure, proprio il dolce ricordo del titolo del 2020 rende difficile non provare un pizzico di disappunto. Revenge è una nuova direzione per il franchise, che preserva talune caratteristiche ed al contempo tralascia alcuni elementi in favore di nuove idee. Alcuni lo adoreranno, ma altri potrebbe restare con un po’ di amaro in bocca.

La cooperativa è la dimensione principale di Revenge, pur essendo perfettamente godibile anche in single player.

Commento finale

L’esistenza stessa di Revenge of the Savage Planet è un piccolo miracolo, dopo le sfortunate vicende che hanno coinvolto l’originario team di sviluppo. Felici di questo inatteso ritorno tra folli ecosistemi alieni, il titolo realizzato da Raccoon Logic propone una nuova avventura che recupera il medesimo sarcasmo che aveva decretato il successo del predecessore. Se la scrittura è rimasta inalterata, a cambiare è tuttavia la struttura ludica che abbraccia la terza persona, che incoraggia la cooperativa e strizza l’occhio ai sandbox. Il prodotto finale, benché ricco e divertente, risulta tuttavia meno equilibrato e coeso rispetto al primo capitolo. Alcuni fan potrebbero adorare questo nuovo corso ma altri potrebbero sentire presto la mancanza della scintilla di quella pazza avventura del 2020.

7.5

Revenge of the Savage Planet


L'esistenza stessa di Revenge of the Savage Planet è un piccolo miracolo, dopo le sfortunate vicende che hanno coinvolto l'originario team di sviluppo. Felici di questo inatteso ritorno tra folli ecosistemi alieni, il titolo realizzato da Raccoon Logic propone una nuova avventura che recupera il medesimo sarcasmo che aveva decretato il successo del predecessore. Se la scrittura è rimasta inalterata, a cambiare è tuttavia la struttura ludica che abbraccia la terza persona, che incoraggia la cooperativa e strizza l'occhio ai sandbox. Il prodotto finale, benché ricco e divertente, risulta tuttavia meno equilibrato e coeso rispetto al primo capitolo. Alcuni fan potrebbero adorare questo nuovo corso ma altri potrebbero sentire presto la mancanza della scintilla di quella pazza avventura del 2020.

PRO

Sarcastico, grottesco e fuori di testa | Mondi vasti e ricchi di cose da fare | Cooperativa migliorata |

CONTRO

La struttura sandbox limita il peso degli elementi metroidvania | Shooting e platforming non molto fluidi | Perde un po' della freschezza del predecessore |

4News.it è una fonte di OpenCritic.com, il più grande aggregatore internazionale di review dedicato al mondo dei videogames.

Ultimi Articoli

Articoli correlati

Per la tua pubblicità su questo sito



EADV s.r.l.
Via Luigi Capuana, 11
95030 Tremestieri Etneo (CT) - Italy

www.eadv.itinfo@eadv.it • Linkhouse
Tel: +39 0645920501