Recensione Roving Rogue

La tua storia comincia dalla fine!

Versione testata Wii U, 3DS.

Tu sei l’eroe: supera tutte le stanze del castello e sconfiggi il cattivo. Non vi piace? Troppo semplice? Già visto? Non ci sono problemi: Roving Rogue scombussola le carte in tavola e comincia dalla fine. Prima si sconfigge il cattivo, poi si scopre perchè era il cattivo. E chi siete. E cosa ci fate nel castello. Ecco, così è già più interessante. Aggiungete meccaniche platform, un comparto artistico a tutto pixel e avete tra le mani la nuova produzione Padaone Games. In esclusiva su Wii U.

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Scoprire le proprie origini

L’elemento più interessante di Roving Rogue (e purtroppo anche l’unico che si riveli vincente) è il carisma delle sue premesse narrative. Voi non sapete chi siete, non sapete perchè siete nel castello, e non sapete chi sia il cattivo che avete appena sconfitto nell’introduzione al gioco. Per scoprirlo dovrete proseguire nella storia in modo molto originale: a ritroso. Si parte dal mondo numero 6 per arrivare al numero 1. Si parte dall’ultimo livello di ciascun mondo per arrivare al primo. E così via. Proseguendo dei divertenti intermezzi faranno luce su alcune delle comparse (il vostro mentore, i goblin, i cavalieri), che sono anche gli unici personaggi presenti, dato che solo Kurt spicca come vero e proprio protagonista. E Kurt siete voi.

Se vi aspettate una narrazione da vero e proprio romanzo fantasy preparatevi a restare delusi: Roving Rogue non ha simili ambizioni, si presta a giocate mordi e fuggi, e a parte la sua premezza sui generis e la curiosità dello scoprire come tutto ha avuto inizio, non ha molto altro da offrire. Il protagonista non è caratterizzato come dovrebbe, salvo le sue frasi di intermezzo tra un livello e un altro che vorrebbero esser delle battute spiritose, ma che molto spesso non si comprendono, e quando si comprendono raramente fanno ridere. Altre volte sono i nemici a prendere la parola, ed è tutto molto simpatico, ma finisce lì. L’intera produzione è vista come un divertente passatempo, leggero, e l’elemento davvero interessante che aveva da giocarsi (la trama) dopo un inizio davvero curioso finisce col perdersi tra le stanze del castello. E non lo ritroverete più.

Teletraspòrtati, o farai una brutta fine

Il gioco è incentrato quasi completamente su meccaniche platofm: le piattaforme sono ovunque. A scanso di equivoci, mettiamo in chiaro una cosa: Roving Rogue non è un gioco che vuole farvi esplorare i dungeon e i vari livelli, o che presenti chissà quali meccaniche stealth per eliminare i nemici. Praticamente tutti eccetto i fantasmi si fanno fuori semplicemente avvicinandosi loro da dietro (non c’è neanche un tasto di attacco). Per spostarsi nel castello, nella metà dei casi si salta da una piattaforma all’altra. Se si cade di sotto e si muore, non si muore davvero: ci si rigenera presso la bandierina di salvataggio più vicina. Niente penalità. Niente game over. Apparentemente è tutto molto facile.

Ma non è davvero tutto così facile. L’unica abilità posseduta dal protagonista è una sorta di teletrasporto ninja. Difficile definirlo diversamente: più che un cavaliere Kurt assomiglia a un assassino orientale. E più che una tecnica di sparizione, il suo è un vero e proprio telestraporto. A meno che voi non conosciate una tecnica di sparizione che permetta di diventare incorporei e attraversare una colonna di marmo. Noi non la conosciamo. Ebbene, Kurt può teletrasportarsi per proseguire proprio laddove pare essere finito in un vicolo cieco. Ma non può farlo ovunque, solo attraverso le pareti dorate. Quindi un minimo di ragionamento e strategia sono richiesti per proseguire nel gioco.

La fase iniziale con i suoi primi due mondi non dà particolari problemi: tutto procede molto lentamente. Ciò che dovete fare è, semplicemente, spostarvi dall’inizio del livello alla sua fine, dove vi aspetta una porta. Poi le cose iniziano a complicarsi: tutto è molto più veloce. Perchè, a prescindere dal livello (che avverrà sull’asse verticale, oppure su quello orizzontale, solitamente alternati) voi sarete inesorabilmente costretti a proseguire, dato che a inseguirvi ci saranno una pioggia di pietre da cui non c’è scampo (livello orizzontale) o una colonna incandescente di magma che vuole bollirvi (livello verticale). Alla modalità platform si aggiunge dunque quella “scappa perchè se ti raggiunge sei morto, e devi ricominciare dall’ultimo checkpoint”. Il che dopotutto non provoca eccessivi disagi: basta prenderci la mano e riprovare finchè non si riesce a scappare. Tanto non c’è mai davvero un game over degno di questo nome.

I completisti saranno contenti di sapere che in ogni livello di gioco ci sono tre idoli luminescenti da raccogliere. Per raccoglierli dovete essere molto bravi ed avere ottimi riflessi. Raccogliendoli tutti, ovviamente, vi sentirete delle persone migliori. Probabilmente.

In quattro è più divertente

Sì, ma anche più confusionario. Comunque, qualora ci fossero fino a tre amici a disposizione, potrete divertirvi ad affrontare i livelli in loro compagnia. Il che rende tutto più interessante, ma dato che molti livelli richiedono velocità, attenzione, precisione, l’esito potrebbe essere quello di far scagliare i telecomandi per la stanza un po’ troppo in fretta. Perchè è un gioco che decisamente non si presta a lunghe sessioni multiplayer in simultanea. Soprattutto in quei livelli in cui l’oscurità spadroneggia, e serve una concentrazione ancora maggiore.

Le melodie dei castelli di una volta

Altro punto a favore di Roving Rogue: il sonoro. Le musiche del castello sono ispirate, creano atmosfera, e non portano alla pazzia il giocatore dopo venti minuti di gioco, nonostante non siano poi così varie tra loro. Discreto anche il comparto grafico: tutto è giocato sui pixels, che fin troppo stesso negli ultimi anni vengono tirati in causa essenzialmente per due escopi. Il primo è donare una patina da retrogame. Il secondo è optare per qualcosa di un po’ più facile da realizzare dal punto di vista tecnico. Crediamo che qui rispondano al primo punto, e la scelta si è rivelata vincente. La seconda di tutto il gioco: assieme ai primi passi della trama, che però poi si perdono del vuoto.

Commento finale

Roving Rogue è un gioco facile: anche se all’inizio può sembrare ostico, dopo un paio di minuti avrete capito le poche meccaniche che lo dominano, e non avrete più grossi problemi a proseguire. A fronte di una povertà generale in termini di storia, modalità, abilità del protagonista, livelli e tempo di completamento, si presenta come un simpatico passatempo senza troppe pretese. Vi porterà via un paio d’ore di interesse, poi non lo toccherete più. Probabilmente ve ne dimenticherete facilmente nel giro di una settimana. Ed è un peccato, perchè aveva alcune frecce al suo arco che potevano rivelarsi molto più letali: ma sono state utilizzate male.

Pro Contro 
– Divertente al punto giusto
– Musiche ispirate
– Premesse narrative interessanti
– Storia deludente
– Ripetitivo
– Durata minima
  Voto Globale: 65 
 
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