A distanza di circa due anni dall’uscita della versione ormai old gen, debutta sul mercato la versione Xbox Series S/X Samurai Shodown, ultimo capitolo della saga targata SNK.
La nuova versione del picchiaduro è stata pensata per sfruttare al massimo le potenzialità e le funzionalità della nuova console di Microsoft, soprattutto a livello tecnico ed estetico.
Ci siamo lasciati trasportare dalle emozioni tipiche dettate dall’ispirazione di stampo nipponico, arricchite da un comparto audiovisivo importante. Quest’ultimo prova a sfruttare nel migliore dei modi quelle che sono le peculiarità dei nuovi hardware. Frame rate raddoppiato, texture in alta definizione e via dicendo sono le nuove caratteristiche più importanti di un titolo. Certamente non si tratta di punta ma risulta comunque importante per il bagaglio Microsoft.
E per il resto? Come sarà andata? Scopriamolo insieme nella nostra recensione completa.
Versione testata: Xbox Series X
Samurai Shodown: un ricco immaginario e tante modalità di gioco
Ambientato nello spettacolare – quanto letale – Giappone del diciottesimo secolo, Samurai Shodown segue a livello narrativo un filone nel complesso canonico. Un manipolo di guerrieri sono chiamati a fronteggiare una misteriosa minaccia, narrata attraverso la classica Modalità Storia. In tale modalità Samurai Shodown permette ai giocatori di vivere la storia dal punto di vista di tutti i personaggi. Questo porta con sé una serie di conseguenze anche a livello di gameplay.
Per il resto, il gioco comunque offre tantissime possibilità in termini di approcci e modalità. Oltre agli immancabili match singoli, Samurai Shodown mette nelle mani dei giocatori un numero di attività da svolgere sicuramente molto convincente. Su tutte spicca sicuramente la Storia, di cui vi abbiamo già accennato in precedenza.
Questa modalità è pensata per i puristi del genere e per quelli più affezionati alla cultura generale di un passato videoludico nettamente diverso da quello a cui siamo abituati ora. Il comparto single player viene ampliato poi con le modalità Dojo e Allenamento. Esse consentono di rifinire e puntellare le proprie abilità prima di lanciarsi nella mischia.
La modalità Dojo, in particolare, risulta molto interessante. Essa infatti consente ai giocatori di competere indirettamente contro persone da tutto il mondo, confrontando le proprie statistiche e le proprie abilità online sfruttando un classico sistema di Ghost.
L’esperienza di gioco, infine, si arricchisce con l’ormai immancabile comparto Online. Grazie ad un netcode solidissimo, che dona all’esperienza di gioco una stabilità imponente, i giocatori possono cimentarsi nelle sfide più disparate. Queste consentono di affrontare i propri amici, collaborare con loro nei match di squadra o sfidare avversari provenienti da ogni angolo del pianeta. Pur non risultando rivoluzionario, il lato competitivo di Samurai Shodown diventa rapidamente uno dei punti di forza dell’intera produzione, anche considerando le origini della serie e la sua evoluzione negli anni.
Comandi e reattività
Uno degli aspetti più importanti di un titolo, specialmente quando si tratta di un prodotto del genere, è quello legato alla reattività dei comandi.
Spesso e volentieri, difatti, molti picchiaduro finiscono bollati (erroneamente) come la festa del “button-mashing”, in maniera più o meno evidente a seconda del titolo di riferimento. E un gioco come Samurai Shodown non può esimersi da questa verità insindacabile. A causa anche di un gameplay se vogliamo più “morbido” ma più “tattico”, pensato per non costringere il giocatore a memorizzare maree di combo, il gioco pone maggiore attenzione proprio sulla velocità di azione e sulla rapidità nella pressione dei comandi. Inutile dirvi che, grazie alle possibilità di Xbox Series X, questo assume una valenza ancor più importante, grazie proprio alle maggiori capacità della nuova ammiraglia di Microsoft.
La maggiore potenza di calcolo della console consente di godere in maniera ancor più sentita di un sistema di combattimento sì legato ai dogmi del genere ma più “attuali”, meno pesanti e più leggeri. La grande reattività dei comandi ci ha portato alla messa in scena di numerose azioni offensive spettacolari e se vogliamo uniche. Ciò è stato possibile grazie anche ad un sistema di combattimento particolare e mai banale.
Al netto di una velocità d’azione elevata e di una sensazione di fluidità mai vista finora, il gioco conserva quella sua natura “tattica”, strategica. Tutto ciò grazie anche alla presenza di un cast variegato e che rende ogni scontro sempre diverso.
E, ovviamente, è proprio per questi motivi che sulla nuova ammiraglia di Microsoft il gioco risulta ancor più imponente dal punto di vista ludico, sia contro la CPU sia e soprattutto online, contro avversari “umani” e soprattutto contro la barriera eretta dal più temibile degli avversari: la connessione.
Tecnica e grafica
Da un punto di vista tecnico, è chiaro quanto il lavoro compiuto dal team di sviluppo sia di ottimo livello. Grazie alla potenza dell’Unreal Engine, il titolo riesce a girare comodamente con una risoluzione in 4K stabile e precisa, arricchita da un frame-rate granitico stabilissimo sui 120fps.
Questa funzione, però, è chiaramente pensata per i possessori di un supporto in grado di sfruttare tale boost, appannaggio di chi può contare su un televisore in grado di supportare l’HDMI 2.1. Per il resto, comunque, anche con un frame-rate “normale” con il target sui 60fps, le migliorie tecniche sono comunque evidenti. A godere principalmente delle modifiche è sicuramente la fluidità generale. Essa viene spinta sicuramente su livelli diversi grazie alla nuova console di Microsoft, sicuramente più adeguata per spingere un titolo del genere verso vette diverse.
Di ottimo livello è anche la realizzazione delle nuove texture, tirate a lucido a dovere e in grado di donare al reboot della saga una veste attuale e mai fuori contesto. Questo dettaglio (per fortuna, ovviamente) si lascia notare principalmente una volta “scesi in campo”, per diversi motivi. I menù, le caselle di testo e in generale questi dettagli sono stati curati meno, rimanendo più legati a una natura se vogliamo più vetusta.
Di buon livello il sonoro, con un buon numero di soundtrack che accompagnano gli scontri. Molto buona è anche la localizzazione del gioco, interamente disponibile (tranne per le voci) in lingua italiana.
Commento finale
La versione Xbox Series X di Samurai Shodown ci ha convinto praticamente sotto tutti i punti di vista. Grazie alle potenzialità maggiori della nuova console di Microsoft, il titolo si mostra ancor più fluido, splendido da vedere e divertente da giocare. Conserva però, in ogni caso, il suo stile unico perfettamente intatto. La maggior reattività dei comandi, uniti ad una pulizia grafica senza precedenti (4K e 60fps o 1080p e 120fps), sono due degli aspetti più importanti della nuova versione, che spinge nettamente l’esperienza di gioco su un livello ben diverso. Per tutti questi motivi, ci sentiamo di premiare il lavoro svolto con questo porting. Magari poteva aggiungere qualcosina in più ma nel complesso risulta pressoché inattaccabile sotto quasi tutti i punti di vista.