Recensione SAND LAND, l’opera di Akira Toriyama diventa un action RPG vecchio stile

Approcciarsi a SAND LAND, in questo preciso momento storico, è un’operazione che non può che suscitare un magone alla gola. Non tanto per il titolo in sé e per sé o per l’opera della quale è un adattamento, ma perché questa storia è firmata dal grande Akira Toriyama.

Praticamente impossibile non ricordare con infinita tristezza la recente scomparsa dell’artista giapponese, capace come pochi altri di lasciare un segno indelebile in intere generazioni. Un lascito incalcolabile per colui che è riuscito ad ispirare e far sognare milioni di persone, al punto da poter essere considerato una delle figure più influenti a cavallo tra ventesimo e ventunesimo secolo. Ed è per uno strano e crudele scherzo del destino che il mangaka non è riuscito ad assistere ai frutti dell’adattamento (anime prima, videoludico poi) di una delle sue opere più recenti. Una storia breve, nata e conclusa in una manciata di capitoli, in cui Akira aveva messo cuore e passione per quella che considerava una delle sue creazioni predilette.

Con questo spirito, ci siamo ritrovati in compagnia di Beelzebub, Thief e Rao in un action adventure vecchio stile che mescola open world, elementi RPG e mezzi da combattimento. Sarà riuscito il team di sviluppo ILCA a rendere onore all’opera di Toriyama? Scopriamolo insieme.

SAND LAND è disponibile dal 26 Aprile per PC (via Steam), PlayStation 4, PlayStation 5 ed Xbox Series.


Versione testata: PlayStation 5


War never changes

SAND LAND nasce come manga nel 2000 sulle pagine di Weekly Shōnen Jump. Un progetto contenuto di appena 14 capitoli (in pratica, un singolo tankōbon recentemente ristampato anche per l’Italia), nato dall’amore di Toriyama per il tema del viaggio e dei macchinari fantastici, con un cast eterogeneo ed un’ambientazione molto particolare.

Dopo che la follia e la sconsideratezza degli esseri umani hanno condotto il mondo alla rovina, Sand Land è la nuova realtà fatta di stenti e sacrifici in cui il bene più prezioso è l’acqua. Il sovrano di queste terre aride ne concede una quantità limitata alla gente, a fronte di costi sempre più alti. Persino i demoni che popolano queste lande desolate vivono alla giornata, arrangiandosi come possono. Un giorno, lo sceriffo Rao si reca proprio al villaggio dei demoni per chiedere il loro potente aiuto per una missione quasi impossibile. Affrontare un pericoloso viaggio verso sud alla ricerca di una mitica fonte leggendaria, per salvare il futuro di tutti. Ad accompagnarlo ci saranno Beelzebub, Principe dei Demoni, ed il saggio Thief. La storia si spingerà anche oltre gli eventi narrati nel manga, fino ad arrivare ad una ambientazione inedita presentata anche nella acclamata serie animata presente su Disney+.

Il tratto del maestro Toriyama è evidente da subito.

La storia di SAND LAND, seppur molto semplice, recupera il tema del viaggio caro a Toriyama e che fa eco alle primissime avventure di Goku e compagni. Nel farlo, tratteggia un cast stratificato che approfitta dell’ampio respiro del nuovo media per arricchirsi in caratterizzazione e trasversalità. Le tematiche stesse, che spaziano dalla critica alla cupidigia umana fino al messaggio ambientalista passando per il ruolo del pregiudizio nella società, sono affascinanti. Le stesse forniscono interessanti chiavi di lettura ad un’epopea che spinge alla riflessione più di ogni altra firmata dal mangaka.

Da un punto di vista artistico, SAND LAND è semplicemente una gioia per gli occhi. Pur non potendo vantare un numero di poligoni esorbitante o particolari orpelli tecnici, l’avventura di Beelzebub è impreziosita da un cell shading sgargiante che rende gloria al tratto inconfondibile di Toriyama. ILCA si dimostra nuovamente un team a suo totale agio con le opere animate, dopo l’ottimo lavoro che abbiamo testimoniato in occasione della nostra recensione di One Piece Odyssey. Una immersione encomiabile, grazie anche al pregevole lavoro svolto con la colonna sonora.

Lo sceriffo Rao è una figura determinata… di cui scoprirete presto il passato.

Old style

Una volta preso in mano il pad, SAND LAND si rivela (lentamente) per quello che è: un action RPG con una impostazione che paga un evidente tributo nei confronti delle scorse generazioni.

Il viaggio verso sud di Beelzebub, Rao e Thief viene proposto infatti come un open world estremamente tradizionale al quale mancano alcune scintille (faticosamente) conquistate nel corso delle ultime generazioni. Il mondo di SAND LAND è ovviamente desertico ma non privo di attività e cose da fare… anzi, ne avrete per molte ore per completare tutto ed il senso di progressione sarà sempre presente (anche grazie al perdurante tema del viaggio). Tuttavia, molto spesso avrete a che fare con una certa prevedibilità, dovuta alla eccessiva classicità della struttura generale.

Ad esempio, le missioni secondarie, legate spesso al ripopolamento di una città con annesso sblocco di nuove attività e funzioni, sono classiche fetch quest più o meno elaborate. Le classiche torri che sbloccano i punti di interesse sulla mappa sono immancabili. Le missioni di caccia sono altrettanto classiche, benché alzino l’asticella di una difficoltà altrimenti sempre molto permissiva. Anche il sistema di combattimento sembra uscito dai primi anni 2000. Beelzebub può prendere a pugni e calci i propri avversari, sferrare colpi speciali e chiedere l’aiuto di Rao e Thief. Il tutto è funzionale ma nulla che sia paragonabile alla profondità o fluidità di prodotti recenti.

Beelzebub è decisamente più forte degli umani.

SAND LAND è dunque un prodotto noioso o che offre poco? Niente di più sbagliato. Mettendo da parte la convulsa ricerca della novità e dell’idea rivoluzionaria a tutti i costi (che spesso manda fuori strada anche la stampa), l’action RPG di ILCA è una vista nostalgica ad un modo desueto di fare videogiochi. Forse non tutti potranno apprezzarne il piglio retrò, ma ciò non toglie che la sua realizzazione è sempre appassionata. Traspare amore e competenza non solo verso l’opera di partenza, ma anche nel voler creare un titolo ludicamente vario intorno ad un manga altrimenti davvero difficile da adattare. In un certo senso, SAND LAND è un vero e proprio traguardo che dimostra come anime e manga possono essere adattati anche in altri generi che non siano necessariamente arena brawler o picchiaduro.

La sensazione, semmai, è che ILCA sia nuovamente incappata nello stesso “errore” commesso con One Piede Odyssey. Se nel caso dell’RPG dedicato all’opera del maestro Oda il problema era aver creato un titolo dall’impianto interessante ma molto tradizionale e davvero troppo semplice, con SAND LAND l’inghippo è sostanzialmente lo stesso. Anche stavolta la curva di difficoltà è permissiva (fortunatamente impostare “difficile” aiuta) e la struttura replica fin troppo pedissequamente un’idea di open world di molti anni fa. ILCA mette sul piatto un’offerta generosa, fatta di tante eterogenee componenti, che tuttavia prese singolarmente raramente eccellono e spesso sono appena abbozzate (come le fasi stealth). Il prodotto che ne esce è molto conservativo, con attimi di intuizione che, se fossero stati approfonditi, avrebbero portato a ben altro risultato.

I mezzi meccanici sono uno degli highlight di SAND LAND.

Armored Beelzebub

Dove il cuore pulsante di SAND LAND trova maggiore interesse è senza dubbio nella gestione dei veicoli armati.

Nel corso dell’avventura, grazie al provvidenziale aiuto di Ann (un personaggio introdotto da zero nell’anime e in questo titolo) i nostri eroi potranno fare affidamento su un carro armato ed una pluralità di veicoli. Da mezzi bipedi a hovercraft, passando per macchine e mech imbattibili. L’attenzione posta dal team di sviluppo è evidente, sia nelle fasi di customizzazione dei mezzi (personalizzabili con armi e componenti suddivisi per rarità), sia in quelle di combattimento. Ciascun veicolo ha punti di forza e debolezza, modificabili con soluzioni offensive e difensive diverse per ogni minaccia che affronterete. Gli scontri più impegnativi vi metteranno di fronte alla necessità di pianificare attentamente i vostri movimenti, pena un Game Over impietoso. Alcune armi potranno essere più utili contro determinati nemici, mentre altre necessiteranno di accorgimenti specifici onde evitare di restare a secco di munizioni sul più bello. Nulla di complesso, sia chiaro, ma ci ha fatto piacere notare come i veicoli del player non sono poi così resistenti. I mezzi stessi hanno poi funzioni che si legano alla esplorazione delle ambientazioni. Per raggiungere alture sopraelevate o superare sabbie mobili, non andrete molto lontano con il carro armato iniziale.

Andando avanti potrete sbloccare molte opzioni per il combattimento tra veicoli.

Con le dovute proporzioni ci ha ricordato l’impostazione cara ad Armored Core, senza tuttavia i suoi gravami o complicanze. Si tratta indubbiamente della componente di maggior interesse e divertimento in SAND LAND.

Il paradosso è che per avere libero accesso alla parte migliore del gioco dovrete armarvi di pazienza. Pur senza voler fare necessariamente ogni cosa lungo il percorso, abbiamo impiegato circa cinque ore anche solo per sbloccare la seconda tipologia di mezzi nonché una prima limitata personalizzazione del carro armato. SAND LAND si prende tempo per fare world building, per tracciare gli archi narrativi dei propri personaggi, per estenderli rispetto al manga originario. Un proposito eccellente che viene realizzato con cura, ma che ha come effetto collaterale il dover aspettare un po’ di tempo prima di mettere mano alle finezze migliori che SAND LAND nasconde sotto la sabbia.

Curiosi di provare questo mezzo? Serviranno un po’ di ore…

Commento finale

SAND LAND è un prodotto complicato da valutare. Da un lato c’è l’affascinante adattamento di una delle storie meno conosciute del compianto maestro Akira Toriyama, manifesta espressione della sua cifra stilistica arricchita da tematiche profonde. Dall’altro lato c’è un action RPG di stampo estremamente classico, al punto da sembrare uscito da quasi due generazioni ludiche fa (con tutti i pro ed i contro del caso). Se ogni prodotto è somma di ciascun elemento, allora SAND LAND è una bella avventura capace di regalare molte ore di intrattenimento. Laddove invece non potrete passare sopra un’impostazione open world desueta, nonché diversi elementi di gameplay appena abbozzate, questo viaggio nel deserto potrebbe non essere quello che state cercando.

7.8

SAND LAND


SAND LAND è un prodotto complicato da valutare. Da un lato c'è l'affascinante adattamento di una delle storie meno conosciute del compianto maestro Akira Toriyama, manifesta espressione della sua cifra stilistica arricchita da tematiche profonde. Dall'altro lato c'è un action RPG di stampo estremamente classico, al punto da sembrare uscito da quasi due generazioni ludiche fa (con tutti i pro ed i contro del caso). Se ogni prodotto è somma di ciascun elemento, allora SAND LAND è una bella avventura capace di regalare molte ore di intrattenimento. Laddove invece non potrete passare sopra un'impostazione open world desueta, nonché diversi elementi di gameplay appena abbozzate, questo viaggio nel deserto potrebbe non essere quello che state cercando.

PRO

Adatta con fedeltà l'opera espansa di Toriyama | Tanti elementi ludici che innalzano varietà e longevità | Visivamente affascinante |

CONTRO

Episodi di rallentamento nelle fasi più concitate | Eccessiva lentezza nell'introduzione delle caratteristiche di gameplay | L'impostazione vecchio stile potrebbe essere troppo pesante per alcuni |

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